187 Ride or Die

di Luca Gambino
Il "Maranza" tira. C'è poco da fare. Lo stile da strada, specie se un po' coatto e con una propensione alla mancanza di stile e di educazione sembra aver contagiato da qualche anno anche l'universo videoludico (non che ne sia mai stato esente, sia intesi). Basta guardare ai vari GTA (in particolare all'ultimo San Andreas) e alle produzioni "Underground" di EA e della stessa Rockstar, per non parlare poi del Dante di Devil May Cry, per capire come una buona fetta del pubblico ami il proprio alter ego virtuale in versione "truzza". Con tanto di catene d'oro al collo, linguaggio particolarmente colorito e atteggiamenti molto politically uncorrect.

E Ubisoft non sta a guardare. Dopo aver dato un bel ritocco al look del Principe di Persia, che nella sua seconda incarnazione nell'attuale generazione ha sfoggiato un aspetto molto più adulto e darkeggiante, ha deciso di accontentare anche il versante più estremista di questa fetta di pubblico, dedicando loro 187 Ride or Die, un titolo che, come da programma, mostrerà in tutta la sua crudezza lessicale e attitudinale la dura legge della strada made in america. Un titolo, quello scelto dalla software house francese, che tradisce ne tradisce buona parte del gameplay e degli intenti.


Burnout a mano armata

In 187 Ride or Die, infatti, impersonerete Buck. Un classico bullo di quartiere, impegnato ad assecondare i voleri di un sanguinario boss che vuole conquistare tutti i quartieri più strategici della città. Per ottemperare alle sue mansioni, Buck dovrà eliminare tutti gli avversari a suon di sportellate e musica hip hop. E tanto, tanto, piombo. La struttura delle missioni che andremo ad affrontare sarà piuttosto ridondante, invero, ma è innegabile come nelle sue meccaniche di bae, 187 Ride or Die riesce ad essere anche maledettamente divertente. Come consuetudine in titoli del genere, sarà una voce fuori campo (avete presente lo slang di un pusher newyorkese? Ecco....) nel caricamento del livello che vi indicherà gli obiettivi da raggiungere. IL resto toccherà a voi e alla vostra mira e abilità di pilota. Ride or Die, infatti, metterà a dura prova le vostre capacità di guida e di mira, dal momento che in ogni missioni dovrete ottemperare ad un duplice compito, ovvero quello di arrivare primi alle varie gare organizzate nei quartieri e cittadini e al contempo riuscire ad eliminare le altre vetture, raccogliendo armi e munizionamento lungo il percorso del tracciato.

Inutile dire che vi sarà richiesto un minimo di apprendistato prima di prendere completamente confidenza con un sistema di controllo tutto sommato semplice, ma che comunque richiede un minimo d'impegno. Soprattutto perché, al pari del mostro sacro della EA citato anche nel capoverso, 187 Ride or Die vi permetterà di dare massimo sfogo alla vostra "rabbia d'asfalto", con una velocità su pista nettamente superiore alla media e l'utilizzo più o meno strategico del NOS. Quest'ultimo, giusto per ricalcare la strada percorsa proprio da Burnout, verrà assegnata al giocatore in base al proprio comportamente su pista. Sgommate, sportallate sugli avversari e comportamento scorretto faranno si che il vostro livello di NOS aumenti, permettendovi brevi ma intensi momenti di velocità assolutamente folle. E' da rimarca inoltre, come Ubisoft abbia cercato di sfruttare al massimo il dualismo "Guida-Cecchino", vista la particolare modalità multiplayer che permetterà ad un secondo giocatore di prendere il comando del pilota o del passeggero armato fino ai denti. Una scelta già fatta in passato da Empire per il suo "Starsky & Hutch" ma che in Ride or Die riesce ad assumere toni totalmente differenti e decisamente più appaganti. Un multiplayer che estenderà le sue mire anche sul vasto pubblico di Xbox Live, dove i gangster virtuali potranno dare libero sfogo alle proprie manie di conquista sulle arene predisposte appositamente da Ubisoft.


Una simile struttura di gioco, sarebbe però vana senza un sistema di controllo adeguata. E in Ubisoft sembrano aver raggiunto un ottimo compromesso riuscendo a mappare il pad Xbox in modo che la concentrazione sul dover centrare l'avversario di turno non avesse pesanti ripercussioni sulla parte più guidata. Certo, come detto qualche riga più in alto, è richiesto un minimo d'apprendistato per gestire al meglio entrambe le attività, ma basteranno pochi giri di pista per ritrovarvi a condurre alla perfezione i mezzi messi a disposizione (che svariano da pesanti jeep alle classiche fuoriserie truccate) e al contempo sforacchiare i vostri nemici. Polemiche in arrivo per il solito gioco "gansta-style" ? Probabile.
Ammirevole anche la cura riposta nella realizzazione tecnica del gioco, che si assesta su ottimi livelli, tanto per la realizzazione poligonale della macchine e dei personaggi giocanti, quanto per gli scenari di gioco, sempre curati in ogni dettaglio e ricchi di elementi con cui poter interagire. E sempre in tema di verosimiglianza estetica, è da segnalare come anche Ubisoft si sia allineata alla concorrenza anche nel proporre la classica bellona di turno ad ammaliare il pubblico maschile. E se Need for Speed Underground proponeva il fascino esotico di Brooke Burke, ecco che la casa francese rilancia con Thelka Roth, modella anglosassone che, assicurano i lettori di riviste maschili inglesi, saprà "ammorbidire" i tratti più spigolosi di un gioco che fa della durezza di tematiche e linguaggio il suo "main theme".

Il prossimo mese di Settembre segnerà l'ingresso di Ubisoft in quell'universo Underground già ampiamente visitato, con estremo successo, da publisher come Activision ed Electronic Arts. Il primo approccio con 187 Ride Or Die dimostra che anche Ubisoft ha le idee ben chiare su come poter divertire i giocatori dipingendo ambienti di degrado urbano (non senza un pizzico d'ironia, sia intesi) e situazioni ad alto tasso d'adrenalina. Non resta che aspettare fiduciosi il prossimo mese di settembre, quando Ride or Die sarà finalmente pronto per scendere in pista e mostrare il lato più "cool" di Ubisoft.