Act of War
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Il primo incontro con Act of Wars risale allo scorso settembre 2004 quando, durante un'affollata presentazione alla stampa, vennero mostrate le prime immagini e, soprattutto, i primi filmati del gameplay. Superato il primo stupore per la grafica oltremodo dettagliata, specie per uno strategico in real time, era sopraggiunta una sorta di triste consapevolezza di trovarsi di fronte all'ennesimo clone di Command & Conquer Generals. Vuoi proprio per l'impatto grafico, vuoi per la tipologia di mezzi, fatto sta che molte, forse troppe caratteristiche del prodotto della Eugen System ricordavano troppo da vicino lo strategico della EA. Oggi, grazie alla demo rilasciata da Atari, abbiamo la possibilità di toccare con mano la bontà di un titolo che solo ad un superficiale esame potrebbe essere accostato a Generals, ma che in realtà risulta essere enormemente arricchito in termini di gameplay e strategie di gioco.
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Act of Rainbow
Un curioso titolo, quello di cui sopra, che in effetti significa ben poco, ma che tende a sottolineare come, forse per la prima volta, un titolo appartenente alla categoria RTS sia stato impreziosita da una trama degna forse del miglior Tom Clancy. E non caso, infatti, l'autore dell'intreccio fanta-politico che sta alla base di Act of War è stato scritto da Dale Brown, autore di autentici Best Sellers del calibro di "Nati per Combattere" e "Terreno Fatale". Niente più battaglie per accaparrarsi l'ultimo cristallo di Tiberium, né casate a racimolare spezie di varia natura. Il futuro immaginato da Brown entro cui si muove Act of War vede il mondo a dover affrontare una spaventosa crisi energetica, dovuta sostanzialmente alle penuria delle risorse naturali (il petrolio, in soldoni). Ovviamente le poche risorse rimaste sono gestite dalle nazioni più potenti (America in primis) e sono altrettanto ovviamente oggetto degli attacchi terroristici che tentano di minare fortemente la leadership americana. Ed è proprio in seguito ad un attacco ad una delle ultime piattaforme petrolifere produttive, che il presidente degli Stati Uniti decide di istituire una Task Force (chiamata Talon), con a capo Jason Richter, il cui primo compito sarà proprio quello si supervisionare la riunione dei G8 al WEF (World Energy Forum). Ci siamo volutamente dilungati nel parlare della trama di Acto of War (a cui abbiamo comunque riservato un box apposito), proprio per sottolineare come, al contrario della maggior parte degli strategici in real time prodotti finora, il prodotto Atari, tende a voler coinvolgere il giocatore in una sorta di film interattivo, scandito tra l'altro dagli ottimi filmati con attori in carne e ossa che faranno da piacevole intermezzo alle oltre 30 missioni previste e saranno soprattutto fondamentali per la comprensione degli eventi che scorreranno parallelamente al vostro operato.
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Premesse altisonanti, quindi che si riversano sul campo di battaglia con una realizzazione tecnica che ha veramente ben poco da invidiare a produzioni più blasonate ed enfatizzate ad arte. L'impatto visivo di Act of War ci mette di fronte ad un comparto grafico che solo alla lontana ricorda il già citato Command & Conquer ma che ad un'analisi più approfondita evidenzia un dettaglio e una cura che sfiorano quasi il maniacale. Le oltre 70 unità, tra fanteria, veicoli e costruzioni, sono state realizzate partendo da modelli realmente esistenti e fedelmente riprodotti in tre dimensioni. Una delle mète di Act of War, infatti, è quella di presentare un'azione di gioco altamente spettacolare ma altamente credibile. L'apporto di Dale Brown, fatti alla mano, non si è solo limitata alla formulazione della trama, ma è stato anche un valido consulente per tutte quello che è riguardato l'approccio tattico e realistico alla realizzazione del gioco (non dimentichiamoci che il Brown è stato anche un capitano della U.S. Air Force).
Ed è infatti il realismo, non certo esasperato ma sapientemente dosato, a cui Act of War mira, presentando unità che possono ad esempio trovare rifugio dietro alberi e cespugli per organizzare al meglio le imboscate alle unità nemiche, soldati che possono catturare la fanteria nemica e costringerla sotto tortura a rivelare preziose informazioni o che potranno addirittura prendere possesso di interi edifici da cui presidiare intere aree di gioco. Un titolo molto tattico, quindi, a cui abbiamo solo da fare un importante appunto che riguarda un certo squilibrio nella potenza di fuoco di alcune unità. La normale fanteria, infatti, sembra essere munita di armi a cortissimo raggio e dalla potenza di fuoco forse un po' ridotta, contrariamente invece agli infallibili cecchini che possono non solo freddare le unità avversarie ma che potranno, con pochissimi colpi, eliminare torrette e postazioni di fuoco fisse. Errori marginali, ovviamente, figlie soprattutto di un progetto ancora in fase di sviluppo che troveranno probabilmente un giusto "tuning" poco prima della sua uscita ufficiale prevista, lo ricordiamo, per il prossimo mese di Marzo.
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Ovviamente, come per ogni strategico che si rispetti, è stata posta la giusta attenzione al recupero delle risorse. Il denaro per il reclutamento delle unità e per la costruzione di edifici e veicoli (o velivoli) potrà essere recuperato attraverso la produzione del petrolio, dalla cattura dei nemici e dalle banche, che una volta costruite, provvederanno a veicolare il denaro nelle vostre casse una volta presidiate dalle vostre truppe. Ovviamente alla produzione delle risorse farà da contraltare alla spesa energetica che vi sarà richiesta per "tenere in piedi la baracca". A chiudere il discorso, prima di rimandarvi alla recensione vera e propria, citiamo il supporto multiplayer di Act of War, che si traduce sostanzialmente in un massimo di 8 giocatori che potranno prendere le parti delle tre fazioni in gioco: Talon, Esercito USA e Consorzio (i Terroristi), dandosi battaglia nelle 12 mappe previste per questa modalità. I risultati di ogni giocatore verranno segnati sul proprio "taccuino" personale che identificheranno in ogni momento il suo grado di abilità raggiunta e ne segneranno lo storico.
Alla, prima, prova dei fatti, il titolo Atari si è rivelato un prodotto dalla potenzialità vincenti e innovative. Un sistema di gioco ormai collaudato come quello degli RTS è stato arricchito da piccoli ma sapienti tocchi di classe che potrebbero fare di Act of War uno dei nuovi punti di riferimento degli strategici in real time. Adesso non ci resta che attendere il verdetto finale, fissato orientativamente per metà Marzo.
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Act of Rainbow
Un curioso titolo, quello di cui sopra, che in effetti significa ben poco, ma che tende a sottolineare come, forse per la prima volta, un titolo appartenente alla categoria RTS sia stato impreziosita da una trama degna forse del miglior Tom Clancy. E non caso, infatti, l'autore dell'intreccio fanta-politico che sta alla base di Act of War è stato scritto da Dale Brown, autore di autentici Best Sellers del calibro di "Nati per Combattere" e "Terreno Fatale". Niente più battaglie per accaparrarsi l'ultimo cristallo di Tiberium, né casate a racimolare spezie di varia natura. Il futuro immaginato da Brown entro cui si muove Act of War vede il mondo a dover affrontare una spaventosa crisi energetica, dovuta sostanzialmente alle penuria delle risorse naturali (il petrolio, in soldoni). Ovviamente le poche risorse rimaste sono gestite dalle nazioni più potenti (America in primis) e sono altrettanto ovviamente oggetto degli attacchi terroristici che tentano di minare fortemente la leadership americana. Ed è proprio in seguito ad un attacco ad una delle ultime piattaforme petrolifere produttive, che il presidente degli Stati Uniti decide di istituire una Task Force (chiamata Talon), con a capo Jason Richter, il cui primo compito sarà proprio quello si supervisionare la riunione dei G8 al WEF (World Energy Forum). Ci siamo volutamente dilungati nel parlare della trama di Acto of War (a cui abbiamo comunque riservato un box apposito), proprio per sottolineare come, al contrario della maggior parte degli strategici in real time prodotti finora, il prodotto Atari, tende a voler coinvolgere il giocatore in una sorta di film interattivo, scandito tra l'altro dagli ottimi filmati con attori in carne e ossa che faranno da piacevole intermezzo alle oltre 30 missioni previste e saranno soprattutto fondamentali per la comprensione degli eventi che scorreranno parallelamente al vostro operato.
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Premesse altisonanti, quindi che si riversano sul campo di battaglia con una realizzazione tecnica che ha veramente ben poco da invidiare a produzioni più blasonate ed enfatizzate ad arte. L'impatto visivo di Act of War ci mette di fronte ad un comparto grafico che solo alla lontana ricorda il già citato Command & Conquer ma che ad un'analisi più approfondita evidenzia un dettaglio e una cura che sfiorano quasi il maniacale. Le oltre 70 unità, tra fanteria, veicoli e costruzioni, sono state realizzate partendo da modelli realmente esistenti e fedelmente riprodotti in tre dimensioni. Una delle mète di Act of War, infatti, è quella di presentare un'azione di gioco altamente spettacolare ma altamente credibile. L'apporto di Dale Brown, fatti alla mano, non si è solo limitata alla formulazione della trama, ma è stato anche un valido consulente per tutte quello che è riguardato l'approccio tattico e realistico alla realizzazione del gioco (non dimentichiamoci che il Brown è stato anche un capitano della U.S. Air Force).
Ed è infatti il realismo, non certo esasperato ma sapientemente dosato, a cui Act of War mira, presentando unità che possono ad esempio trovare rifugio dietro alberi e cespugli per organizzare al meglio le imboscate alle unità nemiche, soldati che possono catturare la fanteria nemica e costringerla sotto tortura a rivelare preziose informazioni o che potranno addirittura prendere possesso di interi edifici da cui presidiare intere aree di gioco. Un titolo molto tattico, quindi, a cui abbiamo solo da fare un importante appunto che riguarda un certo squilibrio nella potenza di fuoco di alcune unità. La normale fanteria, infatti, sembra essere munita di armi a cortissimo raggio e dalla potenza di fuoco forse un po' ridotta, contrariamente invece agli infallibili cecchini che possono non solo freddare le unità avversarie ma che potranno, con pochissimi colpi, eliminare torrette e postazioni di fuoco fisse. Errori marginali, ovviamente, figlie soprattutto di un progetto ancora in fase di sviluppo che troveranno probabilmente un giusto "tuning" poco prima della sua uscita ufficiale prevista, lo ricordiamo, per il prossimo mese di Marzo.
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Ovviamente, come per ogni strategico che si rispetti, è stata posta la giusta attenzione al recupero delle risorse. Il denaro per il reclutamento delle unità e per la costruzione di edifici e veicoli (o velivoli) potrà essere recuperato attraverso la produzione del petrolio, dalla cattura dei nemici e dalle banche, che una volta costruite, provvederanno a veicolare il denaro nelle vostre casse una volta presidiate dalle vostre truppe. Ovviamente alla produzione delle risorse farà da contraltare alla spesa energetica che vi sarà richiesta per "tenere in piedi la baracca". A chiudere il discorso, prima di rimandarvi alla recensione vera e propria, citiamo il supporto multiplayer di Act of War, che si traduce sostanzialmente in un massimo di 8 giocatori che potranno prendere le parti delle tre fazioni in gioco: Talon, Esercito USA e Consorzio (i Terroristi), dandosi battaglia nelle 12 mappe previste per questa modalità. I risultati di ogni giocatore verranno segnati sul proprio "taccuino" personale che identificheranno in ogni momento il suo grado di abilità raggiunta e ne segneranno lo storico.
Alla, prima, prova dei fatti, il titolo Atari si è rivelato un prodotto dalla potenzialità vincenti e innovative. Un sistema di gioco ormai collaudato come quello degli RTS è stato arricchito da piccoli ma sapienti tocchi di classe che potrebbero fare di Act of War uno dei nuovi punti di riferimento degli strategici in real time. Adesso non ci resta che attendere il verdetto finale, fissato orientativamente per metà Marzo.