Agents of Mayhem
Alcuni giorni fa siamo volati a Londra in una location tappezzata di viola per partecipare all'anteprima di Agents of Mayhem, il prossimo sparatutto 3rd person/open world/single player di Volition & Deep Silver.
Seguendo il filone dettato da Overwatch, Voliton ha scelto di investire molto nel setting e nella caratterizzazione dei personaggi in quello che si presenta al pubblico come uno spin-off di Saints Row -riprendendone il feeling di azione tamarra e l’umorismo grezzissimo tipici della serie, ma allo stesso tempo non volendo legarsi eccessivamente (specialmente dopo il reset di Gat Out Of Hell) ed ambientandone invece la storia in un “multiverso” espanso: Agents of Mayhem si svolge infatti in una Seul futuristica e cartoonesca, dove l’organizzazione di super-cattivi chiama LEGION (League of Evil Gentlemen Intent On Obliterating Nations) ha colpito al cuore le varie superpotenze mondiali grazie ad un attacco coordinato di proporzioni globali. Mech, laser, soldati in esoscheletro, folle urlanti, ci siamo capiti: attraverso una tecnologia basata sul teletrasporto ed armi futuristiche create dal diabolico Doctor Babylon (vai con la traccia audio delle risate malvagie), LEGION ha messo in ginocchio il mondo in una sola notte di terrore chiamata Devil’s Night.
Tutta la premessa è raccontata in gioco attraverso delle sequenze animate tipiche dei migliori cartoni animati americani anni ’90 (con tanto di accompagnamento della colonna sonora di altre vecchie glorie come Supercar e A-TEAM) e scorre potente mostrandoci l’ingresso in scena dell’organizzazione MAYHEM (Multinational AgencY for Hunting Evil Masterminds): composta da avanzi di galera, rinnegati, pirati e quant’altro, finanziata da dubbie corporazioni e guidata dall’ex-membro di LEGION Persephone Brimstone, sarà appunto Mayhem con i suoi peggiori agenti a bussare alla porta dei supercattivi -armata di fucili, battutacce one-liners e pessimi elementi.
“Bad versus evil” è la catchphrase che ci ha accompagnato durante la preview del gioco: i protagonisti e membri dell’organizzazione Mayhem non sono certo degli stinchi di santo. Ce n’è per tutti i gusti -dalla piratessa dell’aria Fortune all’assassino giapponese Oni, dall’hooligan Red Card al gangsta Kingpin -tutti uniti dall’odio contro LEGION e dalle cattive maniere, tutti equipaggiati di tutto punto per sfondare porte e affrontare orde di mook senza volto. Agents of Mayhem punta a fare del suo cast non solo un elemento di colore, ma anche un fattore cruciale di gameplay dato che ognuno dei 12 personaggi avrà la propria area di competenza (come attacchi di precisione, ad area, corpo a corpo, rapidità di movimento, e via dicendo), oltre al proprio albero di abilità e i propri super attacchi -costituendosi in questo modo come una build e un ruolo decisamente specializzati.
Nonostante il giocatore possa schierare un solo agente alla volta, infatti, ogni missione di Agents of Mayhem prevede l’uso di un party composto da tre personaggi capaci di darsi il cambio in modo rapidissimo e indolore grazie alla tecnologia del teletrasporto -portando così a sperimentare in continuazione le diverse combinazioni e dinamiche più adatte al contesto (passando ad esempio da un approccio furtivo e silenzioso tipico di Oni alla violenza da corpo a corpo del marinaio Hardtack nel caso si venisse scoperti).
Per quello che abbiamo potuto provare durante l’evento, il gameplay di Agents of Mayhem scorre senza troppi problemi: passando da missioni più classiche all'interno di basi nemiche a momenti open-world da manuale (composti da acrobazie e tripli salti fra tetti e vicoli), ha convinto in particolare il mondo di gioco, caratterizzato dagli immancabili collectible da cercare (in questo caso dei cristalli necessari al potenziamento dei personaggi) e dalla divisione di Seul in quartieri ben diversi fra loro. Da sistemare, invece, la possibilità di muoversi rapidamente per le strade utilizzando alcuni veicoli -i controlli di guida (poco reattivi, dotati di una fisica non intuitiva e dalla telecamera decisamente ostile) non si sono rivelati all'altezza del resto del gioco e rimangono uno dei punti meno convincenti dell’anteprima.
Agents of Mayhem ha invece sorpreso in particolare per le sidequest incentrate sulla caratterizzazione dei personaggi, dove traspare pienamente l’umorismo tipico di Volition: nei panni di Daisy la skater culturista armata di gatling, ad esempio, ci siamo trovati a ricostruire gli eventi di una notte di bagordi e violenza inseguendone le conseguenze in pieno doposbornia; nei panni della ex-sergente istruttrice Braddock ("Specialty: getting s**t done") abbiamo invece inseguito per mezza città un vecchio allievo ora membro di LEGION, ricordando assieme i bei vecchi tempi durante l’addestramento (a suon di rancore ed aneddoti imbarazzanti, ma non si può avere tutto dalla vita).
Resta da vedere ovviamente se il gioco finale riuscirà ad offrire una esperienza sufficientemente varia per quanto riguarda il gameplay vero e proprio: gli sviluppatori sono sembrati molto fieri dei risultati raggiunti, e ci hanno assicurato di aver riservato una particolare cura alla struttura delle missioni che, sebbene pur sempre action e adrenaliniche, richiederanno una interessante componente strategica nella pianificazione della squadra. L'investimento che Volition ha voluto effettuare sul cast ci è stato confermato anche dal fatto che ognuno dei personaggi verrà reclutato in un momento diverso della storia, molto probabilmente inserito quindi in missioni che andranno a valorizzarne lo stile di gioco.