Alice: Madness Returns

di Ferdinando Saggese
American McGee é un personaggio destinato, nel bene o nel male, a far parlare di se. Ha cominciato la sua carriera come tester e level designer in id Software, lavorando a serie storiche come “Doom” e “Quake”, per poi dedicarsi al game design, collaborando prevalentemente con Electronic Arts. Il suo primo gioco, “American McGee's Alice” é una perla di creatività che gli appassionati ricordano ancora oggi con nostalgia ed affetto. Dopo un paio di passi falsi, “American McGee Presents: Scrapland” e sopratutto “American McGee Presents: Bad Day L. A.”, deluso da un mondo che non sente più suo, American decide di trasferirsi in Asia (pessima battuta, ma é la verità), fonda Spicy Horse e si dedica allo sviluppo di action a episodi e titoli destinati al mercato mobile. Da un paio di anni a questa parte, tuttavia, American é tornato a collaborare con Electronic Arts e il risultato di questa collaborazione non poteva che essere un seguito diretto di “American McGee's Alice”.



Stiamo parlando di “Alice: Madness Returns”, titolo che abbiamo avuto l'occasione di provare al recentissimo EA Showcase di Londra. Le vicende narrate in questo nuovo gioco saranno ambientate undici anni dopo quelle narrate dal primo capitolo della serie, guarda caso lo stesso intervallo di tempo che separa i due titoli. Alice é cresciuta, ha lasciato l'orfanotrofio Rutledge, ma non ha superato i disturbi mentali che la assillano dalla morte accidentale (?) dei genitori. Trasferitasi a Londra, Alice decide di affidarsi alle cure di uno psichiatra, ma il suo stato la spinge continuamente a cercar rifugio in un mondo di fantasia (?), il Paese delle Meraviglie che ha visitato da bambina. Verrà quindi coinvolta in un nuovo viaggio allucinante, che la porterà a scoprire altri dettagli sul suo passato. Il gioco si presenta come un action in terza persona contaminato con elementi platform e puzzle, si distingue dagli altri titoli dello stesso genere per il particolare design dell'ambientazione. American riproporrà in “Alice: Madness Returns” il Paese delle Meraviglie immaginato per il primo capitolo della serie.




Aspettatevi quindi un gran numero di riferimenti all'opera di Lewis Carroll, giochi linguistici e matematici, un atmosfera dark, humor nero e tanto, tantissimo sangue. Durante l'evento organizzato da Electronic Arts, abbiamo avuto l'occasione di provare due dei livelli che andranno a comporre l'avventura del gioco. Il primo, lo stesso mostrato qualche settimana fa alla Game Developer Conference di San Francisco, era ambientato tra le mura di un castello e vedeva Alice alle prese con le carte da gioco al servizio della regina di cuori, mentre il secondo era ambientato in una strana regione dominata da giganteschi orologi a cucù, dove i nemici erano degli strani goblin con delle tazze in testa (non molto originali per la verità).