Alone in the dark

di Sandro De Sarro
Soli nel buio, c'é forse qualcosa di peggio?

Sembra ieri quando nel lontano 1992 il detective Edward Carnby veniva chiamato per risolvere un intricato caso, quello del suicidio / omicidio di Jeremy Hartwood. Quattro avventure dopo (dai risultati altalenanti). Atari ripropone sul mercato la naturale evoluzione di quello che é stato il vero capostitipe del survival horror, con buona pace di chi é convinto che lo sia stato Resident Evil Nel lontano 1992 Infogrames sfornò il primo capitolo di Alone In The Dark, ispirandosi liberamente agli innovativi (per l'epoca) romanzi di H.P. Lovecraft. Atari ci ha gentilmente invitato nella sua sede milanese per l'anteprima del nuovo capitolo di Alone In The Dark, dandoci modo di ammirare alcune fasi di gioco mostrateci direttamente dalla producer del gioco Nour Polloni di Eden Games.


Una grafica “orrenda”

Alone In The Dark vuole portare il giocatore nelle situazioni tipiche dei film horror, suspance e tensione costante, senza avvalersi continuamente a scene splatter. Ma per raggiungere un così ambizioso scopo non vi é altro modo se non ricorrere ad un motore grafico che permetta di creare ambienti verosimili ed un comparto sonoro che accompagni, come un buon vino a tavola, tutte le azioni del nostro Edward. Come ogni horror "vecchia scuola" che si rispetti, a farla da padrona é l'oscurità, con una sapiente
implementazione del sistema di illuminazione Hight Dynamic Range, che ha permesso ad Eden Games di creare ambienti non del tutto bui ma con zone in penombra illuminate (o meglio, da illuminare...) in tempo reale, che spesso e volentieri sono oggetto di forti colpi di scena di sicuro effetto sia che decidiamo di giocare in prima o in terza persona, opzione questa modificabile in qualsiasi momento.

Non bisogna farsi ingannare dal sottotitolo del quinto capitolo: “Central Park” visto che non verremo chiamati solo a fare delle tetre passeggiate per il noto parco newyorkese ma al contrario sarà sovente entrare in edifici adiacenti, allargando di fatto l'area esplorabile dal giocatore. Il gioco stesso inizia all'interno di un palazzo colpito da uno strano fenomeno paranormale. I modelli dei nemici che abbiamo avuto modo di vedere sono davvero ricchi di dettagli e per la maggior parte sono creature verosimili, spesso anche umane, vittime di una “strana mutazione” su cui non ci prolungheremo nei dettagli n rovinare la trama, che in Alone in the Dark non é zombie solo un mero pretesto per il giustificato massacro dei nemici (per questo esiste già Dead Rising).

Il fuoco che sembra spento spesso dorme sotto la cenere

Una frase questa di, Pierre Corbeille, che ben si adatta alle situazioni pirotecniche presenti in Alone In The Dark. Come Nour Polloni ha illustrato, il gioco fa ampio uso del fuoco anche per combattere il nemico. Affianco al celebre motore Havok per la gestione della fisica é stato infatti implementato un engine sviluppato internamente motore con lo specifico compito di gestire verosimilmente la propagazione delle fiamme in base al tipo di materiale bruciato, propagandosi più o meno velocemente.

Il fuoco é un arma a doppio taglio: efficace contro i nemici ma anche un potenziale pericolo per il giocatore. Non sarà raro, infatti, ritrovarsi avvolti dalle fiamme in seguito ad un'esplosione o ad un ritorno di fiamma mal gestito. In questo caso, comunque, potremo sempre contare sull'ausilio di un idrante o estintore che i programmatori hanno sapientemente disposto in posizioni strategiche degli ambienti.

I nemici che abbiamo avuto modo di incontrare nelle due fasi di gioco che ci sono state mostrate erano per lo più umani posseduti da questa forza sovrannaturale che minaccia la sopravvivenza dell'umanità. In quanto tali non basterà di sicuro svuotare il caricatore della nostra 9mm per proseguire indisturbati tra i vari obbiettivi, perché questo rallenterebbe solo il nemico senza eliminarlo. Ogni essere ha un punto debole, anche se solo uno é comune a tutti quelli incontrati: il fuoco.


Edward può utilizzare elementi dello scenario a proprio favore: incendiare oggetti e utilizzarli come arma, ma anche semplicemente dar fuoco ad esempio a una sedia per trasformarla in torcia per le zone buie. Un altro aspetto del gameplay che abbiamo particolarmente apprezzato é la possibilità che viene data al giocatore di combinare più oggetti contemporaneamente dando vita a ordigni del tutto originali. Se nel corso dell'avventura recuperiamo del doppio nastro adesivo, una bottiglia di alcool e un candelotto di segnalazione ci é stato mostrato come possiamo creare una bomba incendiaria che può colpire diversi nemici nelle immediate vicinanze; basterà abbinare il nastro alla bottiglia, attaccare il candelotto, lanciarla in mezzo ai nemici e sparare per creare un vero e proprio barbecue. In alcuni casi potremo abbinare gli oggetti creati con elementi presenti nello scenario, questo solo per farvi un esempio delle combinazioni possibili in Alone In The Dark: Central Park.

Le modalità con cui possiamo affrontare gran parte degli obbiettivi é libera e non direttamente consequenziale nella richiesta della soluzione degli enigmi, anche se é presente una mini mappa dove sono indicati i punti salienti presenti nella zona in cui ci troviamo. Per spostarci tra i chilometri quadrati di Central Park, (fedelmente riprodotto utilizzando rilevazioni satellitari), oltre che ad un bel paio di scarpe, Eden Games ha messo a disposizione del giocatore diversi mezzi, con un sistema di guida semplificato (non é certo una simulazione automobilistica). Sono presenti anche alcuni semplici enigmi e serrature da forzare, per accedere in diverse zone utili per completare i nostri obbiettivi o per raccogliere oggetti rari. Un mix di sezioni adrenaliniche, calma apparente ed oscurità ci accompagneranno dall'inizio alla fine del gioco.

"Ma che musica che musica che musica maestro"

Non sarà certo la Carrà con la sua celebre canzone a fare da accompagnamento alle avventure di Edward, al contrario siamo di fronte ad una delle colonne sonore più evocative degli ultimi tempi. Le musiche sono state composte da Olivier Deriviere, già conosciuto nel mondo ludico per aver composto tra le altre anche le tracce di Obscure 2. Atari a pensato bene di includere proprio il cd con la colonna sonora nella versione limited, che abbiamo avuto modo di ascoltare per intero promuovendo a pieni voti tutta la soundtrack.

La trama di Alone In The Dark viene narrata e divisa in singoli episodi, così come visto anche recentemente in Lost: via Domus. Nour ha voluto far notare il successo ottenuto da serie come 24, dividendo le 24 ore in diversi episodi accompagnati ogni volta da un prologo e da una anticipazione dei fatti che accadranno. Proprio come in una serie tv anche nel titolo Eden Games ci troviamo spesso di fronte a scene Hollywoodiane accompagnate sempre un'ottima colonna sonora, video che utilizzano l'ottimo motore grafico con un contorno di scene in bullet time e motion blur. Il gioco sarà completamente doppiato in italiano, così anche i meno anglofoni potranno gustarsi ogni parte della storia, che non vogliamo assolutamente anticiparvi in questa anteprima.