Army Men: Operation Meltdown
di
Redazione
Fanno eccezione (ma di poco), alcuni mezzi, come elicotteri e mitragliatori, che godono di un design un po' più dettagliato. Il nostro soldatino é, ovviamente, verde. Ma proprio completamente verde, anche in faccia: sembra avere qualche problema di bile. A livello di costruzione poligonale siamo anche qui nel regno dei LEGO. La situazione non cambia quando affrontiamo i primi soldati avversari. Prima di tutto sono talmente rozzi da sembrare quattro miseri poligoni cui é stata applicata una texture che simulasse il movimento di gambe e braccia. Secondo poi, sono anche incredibilmente stupidi
Certo, nessuno si aspetta che soldati di plastica abbiano il cervello di Albert Einstein, ma questi si limitano a correre dietro un riparo quando ci scorgono per poi sparare come regolati da un meccanismo a tempo, questo quando non si piantano nel bel mezzo dello schermo come pali ad incassare i nostri colpi di fucile senza fare assolutamente nulla, come fossero delle sagome di cartone. L'intero meccanismo di gioco é talmente grezzo e prevedibile che, ogni volta che veniamo abbattuti, tutto si ripete come nei tentativi precedenti, quasi fosse un orologio a cucù, un congegno meccanico o una semplice corsa ad ostacoli
Non c'é un minimo di intelligenza artificiale nello spostamento dei soldati marroni, si limitano a raggiungere una posizione determinata e a fare fuoco: deprimente. Quando ci avviciniamo nei pressi dell'obiettivo indicato nel piccolo radar a corredo le cose si movimentano un po'. Entrano in azione un gran numero di nemici, fanno il loro ingresso mezzi di vario genere (uno per livello) e anche l'architettura dell'ambiente mostra qualcosa in grado di impegnare vagamente il chip video della PlayStation, ma questo non basta per fugare la noia e la frustrazione che domina il resto del gioco
Ho parlato di frustrazione non a sproposito, infatti in Army Men, seppur raramente, si verificano inceppamenti incredibili, come il rimanere bloccati fra alcuni elementi dello scenario, il che ci dimostra come ci siano ancora diverse cose da sistemare prima del lancio ufficiale
Certo, nessuno si aspetta che soldati di plastica abbiano il cervello di Albert Einstein, ma questi si limitano a correre dietro un riparo quando ci scorgono per poi sparare come regolati da un meccanismo a tempo, questo quando non si piantano nel bel mezzo dello schermo come pali ad incassare i nostri colpi di fucile senza fare assolutamente nulla, come fossero delle sagome di cartone. L'intero meccanismo di gioco é talmente grezzo e prevedibile che, ogni volta che veniamo abbattuti, tutto si ripete come nei tentativi precedenti, quasi fosse un orologio a cucù, un congegno meccanico o una semplice corsa ad ostacoli
Non c'é un minimo di intelligenza artificiale nello spostamento dei soldati marroni, si limitano a raggiungere una posizione determinata e a fare fuoco: deprimente. Quando ci avviciniamo nei pressi dell'obiettivo indicato nel piccolo radar a corredo le cose si movimentano un po'. Entrano in azione un gran numero di nemici, fanno il loro ingresso mezzi di vario genere (uno per livello) e anche l'architettura dell'ambiente mostra qualcosa in grado di impegnare vagamente il chip video della PlayStation, ma questo non basta per fugare la noia e la frustrazione che domina il resto del gioco
Ho parlato di frustrazione non a sproposito, infatti in Army Men, seppur raramente, si verificano inceppamenti incredibili, come il rimanere bloccati fra alcuni elementi dello scenario, il che ci dimostra come ci siano ancora diverse cose da sistemare prima del lancio ufficiale