Assassin's Creed IV: Black Flag

di Tommaso Alisonno
L'iconografia classica, dal letterario, passando per il cinema d'annata fino ai più divertenti spettacoli per ragazzi, ci hanno trasmesso un'immagine piuttosto bucolica dell'ambiente piratesco: quello, ossia, di individui beceri e grotteschi, con gambe di legno, uncini, scimmie e pappagalli. Per quanto probabilmente qualche lupo di mare come Long John Silver sia sicuramente esistito, bisogna considerare che i pirati erano prima di tutto dei marinai - e come tali avevano probabilmente bisogno di tutti gli arti per governare le navi e per combattere; contemporaneamente, per quanto sia una verità storica che Edward “Blackbeard” Teach abbordasse le navi con delle micce sfrigolanti legate al cappello, é altrettanto vero che i capitani pirata erano spesso “semplici” predoni o mercenari senza padrone




Questa breve ma doverosa introduzione nasce dalla necessità di scindere almeno un poco l'immaginario da ciò che veramente accadeva nella zona delle Grandi Antille durante il XIX secolo, e per quanto Assassin's Creed IV: Black Flag sia naturalmente una finzione narrativa (se non si fosse capito, é di questo gioco che stiamo per parlare), é noto l'impegno che sin dagli albori della serie gli uomini di Ubisoft, nello specifico gli studi di Montreal, abbiano posto nella realizzazione di un contesto storico il più realistico possibile, comprensivo sì di uno studio certosino delle architetture dei luoghi, ma anche e soprattutto degli usi e costumi delle popolazioni in esame.

Dimenticatevi dunque degli “Harrr”, dei “Dead man's chest” e dei “Polly wants a cracker” e preparatevi ad immergervi in un mondo multietnico in cui convivono individui che parlano Inglese, Francese, Spagnolo, Portoghese, Olandese (tutti con accento Americano a giudicare dalla Demo dell'E3... qualcosa che ha ricordato l'Italiano stentatissimo della versione originale di ACII) più qualche altro idioma indigeno delle regioni che vanno dalla Florida alle isole Cayman, passando ovviamente per Gran Bahama. Un mondo vasto e variegato in cui l'autore della storia del gioco Darby McDevitt ci presenta il protagonista Edward Kenway: addestrato come Assassino, Edward é divenuto pirata in seguito ai suoi screzi con la madrepatria Inglese.



Come Assassino, Ed non é certamente il più rigido sostenitore e applicatore del “credo”, perlomeno a giudicare dalla sua tendenza ad agire alla luce del sole ed in compagnia della sua ciurma, ma certamente non ne disdegna le abilità, specie per l'uso che ne può fare come “mercenario”. Edward é anche il padre di Heytan, quindi il nonno di Connor e - va da sé - antenato di Desmond Miles, ma come tradizione (di Ubisoft) insegna, delle ripercussioni in tempi moderni non si é parlato - ma certamente, il tutto farà capo all'eterna lotta tra Assassini e Templari/Abstergo.

Ma naturalmente non si va all'E3 (solo) per parlare di genealogie, ma soprattutto per vedere i giochi in azione, e ACIVBF é stato visionabile durante le conferenze Ubisoft, Sony (con tanto di freeze - imprevisti della diretta e delle nuove piattaforme!) e naturalmente agli stand. Il gioco, come già é stato rivelato negli ultimi mesi, spazia su diversi tipi di attività, di cui quella più intrigante, di cui in ACIII abbiamo avuto un primo convincente assaggio, é naturalmente l'attività nautica. Le battaglie navali, le cannonate e gli abbordaggi saranno all'ordine del giorno nel nuovo AC, dando al vascello di Kenway un'importanza e una personalità tali da poter essere a pieno diritto considerato il “secondo protagonista della storia”: al pari dell'equipaggiamento e delle abilità di Edward, modificare la dotazione del battello lo renderà volta per volta più prestante, efficiente e potente.

Le battaglie navali, dicevamo, abbiamo imparato a conoscerle in ACIII, ma é quasi inutile dire che in ACIVBF potremo (e VOGLIAMO) trovare molto di più. Tanto per cominciare, e non é cosa da poco, il giocatore avrà la libertà in battaglia di affondare o di abbordare le navi nemiche: nel primo caso non aspettatevi di ottenere un grande bottino, ma certamente la soluzione sarà la più rapida e consigliabile nei conflitti più intricati. L'abbordaggio sarà certamente uno scenario più complesso in cui entreranno in gioco anche le dinamiche da corpo a corpo: si é parlato anche di un'applicazione di obiettivi casuali, in cui durante lo scontro tra gli equipaggi Edward dovrà assassinare il capitano isolato o partecipare in prima persona gli scontri; un'attività certamente più complessa il cui premio sarà costituito dalla nave, dal carico e dagli uomini dell'equipaggio sopravvissuti.