Assassin's Creed: Revelations
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Revelations, il capitolo che sembra voler mettere fine alla trilogia di Ezio Auditore, é atteso per il mese di Novembre, come tutti gli appassionati della saga ormai sapranno. Dal canto nostro, noi di Gamesurf abbiamo potuto mettere le mani su una versione d'anteprima del multigiocatore, proprio come accadde a suo tempo per Brotherhood. La voglia per la campagna in singolo é tanta, ma Ubisoft non vuole far dimenticare al suo pubblico che fu proprio il multiplayer la principale introduzione degli ultimi capitoli. Per quanto potesse sembrare assurda una modalità in rete per la saga, ricordiamo ancora come rimanemmo affascinati dall'innovazione che Ubisoft portò nel panorama videoludico.
Una volta connessi ad internet, non ci si é trovati di fronte a Deathmatch senza arte e né parte, con assassini che sfrecciavano per tutta la mappa nel tentativo di ammazzare chiunque capitasse a tiro, tutt'altro. Quello che la casa francese aveva messo su era un interessante gioco alla “guardie e ladri” dove ingegno, pazienza e furbizia prendevano il posto della semplice bravura con gli stick. Si veniva catapultati in una città popolatissima di civili, armati delle classiche lame celate e di una foto del nostro obbiettivo, scelto casualmente tra gli altri partecipanti. Le regole erano semplici: aiutarsi con il radar (mai troppo preciso, però) e cercare di individuare la propria preda tra la folla. Non bisognava però dimenticare che, allo stesso tempo, si era anche obbiettivi di qualcun altro. In poche parole, si é cacciatori e prede contemporaneamente. Questo ci portava a mantenere un basso profilo per le strade cittadine, costringendoci a mimetizzarci tra i Personaggi Non Giocanti e ad escogitare i metodi più sicuri e silenziosi per avere la meglio sul proprio bersaglio.
In fin dei conti fu un esperimento tutto sommato simpatico, a patto che si riuscisse a sopportare i ritmi di gioco non proprio elevatissimi. Con Revelations, Ubisoft ci riprova, questa volta conscia di aver guadagnato l'esperienza necessaria per gettare nuovamente la sua creazione nel famelico mondo dell'online, magari cercando di non ricadere negli errori passati. Più che di rivoluzione, qui parliamo di evoluzione. Come era anche più che lecito aspettarsi, la base é rimasta praticamente invariata: sono andate ad unirsi però delle aggiunte e dei ritocchi che promettono di rendere il tutto più interessante, soprattutto sul lungo termine.
Partendo dal principio, facciamo notare come i personaggi selezionabili non si differenzieranno più solo nell'aspetto, ma anche nelle abilità e negli sbloccabili. Guadagnando Esperienza e moneta sonante, infatti, potremo guadagnare nuovi gingilli con cui perfezionare il nostro avatar virtuale, dal semplice vestiario alle armi vere e proprie. Questo va ad unirsi ad un rinnovato editor, che ci permetterà di ritoccare l'alter-ego come più ci aggrada, dai singoli capi d'abbigliamento al colore degli stessi (anche se, ovviamente, nella Beta le opzioni non sono complete). Come qualcuno avrà già intuito, questa nuova possibilità andrà letteralmente a distruggere uno dei fondamenti principali di Brotherhood: la mimetizzazione tra la folla. Da adesso, la città non sarà più stracolma di nostri cloni, al fine di farci nascondere meglio. I giocatori “umani” saranno unici nel loro genere, e quindi leggermente più facili da individuare, anche se tutti i vecchi trucchi sembrano funzionare ancora. Nonostante le differenze estetiche con le Intelligenze Artificiali, mischiarsi tra i civili aiuterà lo stesso a far perdere le nostre tracce, anche se con meno sicurezza che in passato.
É qui che entra in gioco la nuova modalità Deathmatch. Apparentemente é una normale Caccia, ma stavolta dovremo arrivare alla vittoria senza radar o segnalini di sorta, affidandoci solo ai nostri occhi. L'unico nostro aiuto sarà l'immagine del bersaglio, che si illuminerà prontamente quando quest'ultimo sarà nella nostra linea di tiro. Gli indizi per portare a compimento la missione sono piuttosto vaghi, come potete capire, e rende il tutto molto più hardcore. C'é poi Caccia all'Uomo, una sorta di Caccia a squadre, dove due team si alterneranno i ruoli di cacciatori e prede, costringendo i giocatori della stessa bandiera a cooperare per il bene comune. Proprio per rimanere in tema di “bandiere”, come non nominare Assalto alla Bandiera? Come il nome lascia intuire, é un Capture the Flag piuttosto classico, come ormai se ne sono visti a migliaia in tanti altri titoli. Lo scopo delle due squadre sarà quello di infiltrarsi nella base nemica, ovviamente dall'altra parte della mappa, rubare una bandiera e tornare al proprio Quartier Generale con il bottino ancora tra le mani.
Quello che differenzia Assassin's Creed dalla concorrenza, ancora una volta, é il fatto che tutto il ben di Dio disponibile nella campagna in singolo sarà riutilizzabile anche nel multiplayer. Parliamo ovviamente del parco mosse, capace di rendere i protagonisti dei serial killer spietati e pieni di risorse, anche online. Così come succede in altri prodotti dallo stampo più adventure (come Uncharted, per dirne uno), anche qui sarà possibile arrampicarsi e sfruttare la conformazione dei livelli per avvantaggiarsi in fase di fuga o di attacco. Inoltre, sono stati aggiunti tanti premi, medagliette e potenziamenti ottenibili nei modi più disparati, una sorta di assicurazione che dovrebbe tranquillizzarci riguardo l'appeal del gioco a lungo andare.
Anche graficamente abbiamo notato dei miglioramenti più o meno marcati, sia sul sistema d'illuminazione che sulla realizzazione delle ambientazioni in sé. Come ben saprete, Ubisoft ha deciso di abbandonare definitivamente il contesto italiano per uno più orientale, e stilisticamente ci siamo. Colori ed elementi dello scenario risultano azzeccati, anche se il resto sembra essere ancora una volta un copia-incolla dai predecessori (animazioni in primis, identiche ormai da troppi anni).
Una volta connessi ad internet, non ci si é trovati di fronte a Deathmatch senza arte e né parte, con assassini che sfrecciavano per tutta la mappa nel tentativo di ammazzare chiunque capitasse a tiro, tutt'altro. Quello che la casa francese aveva messo su era un interessante gioco alla “guardie e ladri” dove ingegno, pazienza e furbizia prendevano il posto della semplice bravura con gli stick. Si veniva catapultati in una città popolatissima di civili, armati delle classiche lame celate e di una foto del nostro obbiettivo, scelto casualmente tra gli altri partecipanti. Le regole erano semplici: aiutarsi con il radar (mai troppo preciso, però) e cercare di individuare la propria preda tra la folla. Non bisognava però dimenticare che, allo stesso tempo, si era anche obbiettivi di qualcun altro. In poche parole, si é cacciatori e prede contemporaneamente. Questo ci portava a mantenere un basso profilo per le strade cittadine, costringendoci a mimetizzarci tra i Personaggi Non Giocanti e ad escogitare i metodi più sicuri e silenziosi per avere la meglio sul proprio bersaglio.
In fin dei conti fu un esperimento tutto sommato simpatico, a patto che si riuscisse a sopportare i ritmi di gioco non proprio elevatissimi. Con Revelations, Ubisoft ci riprova, questa volta conscia di aver guadagnato l'esperienza necessaria per gettare nuovamente la sua creazione nel famelico mondo dell'online, magari cercando di non ricadere negli errori passati. Più che di rivoluzione, qui parliamo di evoluzione. Come era anche più che lecito aspettarsi, la base é rimasta praticamente invariata: sono andate ad unirsi però delle aggiunte e dei ritocchi che promettono di rendere il tutto più interessante, soprattutto sul lungo termine.
Partendo dal principio, facciamo notare come i personaggi selezionabili non si differenzieranno più solo nell'aspetto, ma anche nelle abilità e negli sbloccabili. Guadagnando Esperienza e moneta sonante, infatti, potremo guadagnare nuovi gingilli con cui perfezionare il nostro avatar virtuale, dal semplice vestiario alle armi vere e proprie. Questo va ad unirsi ad un rinnovato editor, che ci permetterà di ritoccare l'alter-ego come più ci aggrada, dai singoli capi d'abbigliamento al colore degli stessi (anche se, ovviamente, nella Beta le opzioni non sono complete). Come qualcuno avrà già intuito, questa nuova possibilità andrà letteralmente a distruggere uno dei fondamenti principali di Brotherhood: la mimetizzazione tra la folla. Da adesso, la città non sarà più stracolma di nostri cloni, al fine di farci nascondere meglio. I giocatori “umani” saranno unici nel loro genere, e quindi leggermente più facili da individuare, anche se tutti i vecchi trucchi sembrano funzionare ancora. Nonostante le differenze estetiche con le Intelligenze Artificiali, mischiarsi tra i civili aiuterà lo stesso a far perdere le nostre tracce, anche se con meno sicurezza che in passato.
É qui che entra in gioco la nuova modalità Deathmatch. Apparentemente é una normale Caccia, ma stavolta dovremo arrivare alla vittoria senza radar o segnalini di sorta, affidandoci solo ai nostri occhi. L'unico nostro aiuto sarà l'immagine del bersaglio, che si illuminerà prontamente quando quest'ultimo sarà nella nostra linea di tiro. Gli indizi per portare a compimento la missione sono piuttosto vaghi, come potete capire, e rende il tutto molto più hardcore. C'é poi Caccia all'Uomo, una sorta di Caccia a squadre, dove due team si alterneranno i ruoli di cacciatori e prede, costringendo i giocatori della stessa bandiera a cooperare per il bene comune. Proprio per rimanere in tema di “bandiere”, come non nominare Assalto alla Bandiera? Come il nome lascia intuire, é un Capture the Flag piuttosto classico, come ormai se ne sono visti a migliaia in tanti altri titoli. Lo scopo delle due squadre sarà quello di infiltrarsi nella base nemica, ovviamente dall'altra parte della mappa, rubare una bandiera e tornare al proprio Quartier Generale con il bottino ancora tra le mani.
Quello che differenzia Assassin's Creed dalla concorrenza, ancora una volta, é il fatto che tutto il ben di Dio disponibile nella campagna in singolo sarà riutilizzabile anche nel multiplayer. Parliamo ovviamente del parco mosse, capace di rendere i protagonisti dei serial killer spietati e pieni di risorse, anche online. Così come succede in altri prodotti dallo stampo più adventure (come Uncharted, per dirne uno), anche qui sarà possibile arrampicarsi e sfruttare la conformazione dei livelli per avvantaggiarsi in fase di fuga o di attacco. Inoltre, sono stati aggiunti tanti premi, medagliette e potenziamenti ottenibili nei modi più disparati, una sorta di assicurazione che dovrebbe tranquillizzarci riguardo l'appeal del gioco a lungo andare.
Anche graficamente abbiamo notato dei miglioramenti più o meno marcati, sia sul sistema d'illuminazione che sulla realizzazione delle ambientazioni in sé. Come ben saprete, Ubisoft ha deciso di abbandonare definitivamente il contesto italiano per uno più orientale, e stilisticamente ci siamo. Colori ed elementi dello scenario risultano azzeccati, anche se il resto sembra essere ancora una volta un copia-incolla dai predecessori (animazioni in primis, identiche ormai da troppi anni).