Auto Modellista


Diciamolo chiaro, i videogame attuali, anche se tecnicamente ineccepibili, peccano di originalità e questo rappresenta un gran danno non solo per il videogiocatore, ma anche per l'intera industria videoludica, che sembra ormai aver canalizzato le proprie energie verso direzioni ben precise, riuscendo a proporre solo cloni di cloni (altro che il l'episodio II di Star Wars!!).

Gli esempi sono tantissimi e sono tutti sotto i nostri occhi; a mio avviso questo rappresenta uno dei limiti più grandi dell'attuale mercato videoludico, infatti capita sempre più di rado che qualcuno voglia temerariamente superare questi limiti proponendo giochi innovativi e creativi.

Una delle aziende che forse più di altre si è legata a schemi predefiniti è la CAPCOM, che da molto tempo non presenta qualcosa d'innovativo e che anzi, in nome di una fedeltà verso i propri clienti, non fa altro che riproporci giochi sempre uguali (anche se validi), come le saghe di Resident Evil, Onimusha o Devil May Cray.

Un'altra piccola considerazione sulla mancanza d'originalità va fatta per i giochi di guida, che per loro natura si prestano poco e male ad introdurre novità, e difatti se diamo uno sguardo a questa tipologia di titoli, ritroviamo sempre le stesse cose, magari con grafica migliorata, ma infondo rappresentano sempre la solita minestra, non parliamo poi dei giochi di rally, che molte volte hanno di diverso solo il titolo.



Ora immaginate che in CAPCOM (che come abbiamo visto è una delle software house più tradizionali) qualcuno si metta in testa di realizzare un gioco di guida, il primo della loro lunga e gloriosa produzione, cosa sarebbe lecito aspettarsi? Resident Street Race, Pilot May Cray o Maximo Rev? Ed invece CAPCOM, stravolgendo tutti i luoghi comuni ed i preconcetti, si prepara per proporci qualcosa di realmente innovativo e, a quanto sembra da questo primo contatto, anche di valido ed interessate, in poche parole si prepara a pubblicare Auto Modellista.

Ma vediamo quali sono le caratteristiche peculiari di questo titolo, che sono certo cambierà il modo di realizzare questo tipo di giochi, o almeno lo speriamo.
La prima cosa che emerge è l'incredibile grafica, che per una volta non è in cerca del fotorealismo, ma di una rappresentazione molto più simile a un certo modo di fare cartoni che è caratteristico delle produzioni Giapponesi, e per questo si adotta una tecnica grafica poco usata fino ad ora (ricordo il poco fortunato D.N.A. della Hudson) e che ha il nome di Cel shading e il risultato parziale è sotto i nostri occhi grazie alle belle immagini che sono a corredo di quest'articolo e che dimostrano più di tante parole, qual è l'obiettivo che si sono prefissati in CAPCOM.