Battlefield: Bad Company 2

di Davide Ottagono
Se la serie di Battlefield si é sempre distinta dalla concorrenza per qualcosa, questo “qualcosa” é di certo il differente approccio alla battaglia. Ampio, tattico, pienissimo di possibilità. Niente a che vedere con gli altri suoi colleghi, in cui la regola principale é proseguire per lunghi corridoi stracolmi di altri giocatori da fraggare. Bad Company é ripartito da lì, aggiungendoci però uno stile più scanzonato. Noi di Gamesurf siamo riusciti a mettere le mani su una versione dimostrativa del suo seguito, atteso per il prossimo Marzo. Se non siete tra i pochi fortunati ad aver ricevuto il codice per la beta multigiocatore, non preoccupatevi: ci siamo qui noi a raccontarvi, per filo e per segno, ogni sfaccettatura del nostro “primo appuntamento” con i nuovissimi campi da battaglia di DICE.

Partiamo con una semplice premessa: Bad Company 2 non ha né voglia né intenzione di riscrivere in alcun modo la vecchia formula. Anzi, fin da subito si può notare come ogni elemento che ne ha segnato il successo in passato sia tornato anche qui, più scintillante che mai. Mappe enormi, pochi proiettili tra la vita e la morte, distruttibilità degli scenari totale (o quasi), perfetto bilanciamento tra le classi e i veicoli. Racchiudendo il tutto in un unico concetto, diremmo: adatto ai palati più hardcore, ai giocatori che non cercano tanto un appagamento veloce, ma più una soddisfazione derivante dalla dedizione e dall'utilizzo del cervello. Pur rimanendo nei canoni degli sparatutto in prima persona e non oltrepassando la linea del tactical, sia chiaro.



Nonostante la beta in questione comprenda un solo campo giocabile, ci é comunque bastata per poter tirare le prime somme. Catapultate in uno scenario di guerriglia polveroso e desertico, due squadre saranno nuovamente alla prese con la ricerca/distruzione (o la protezione, nel caso dei difensori) di particolari casse. Come i fans di vecchia data avranno capito, stiamo parlando della corsa all'oro, già presente nel prequel. Niente di così differente dai classici Cerca e Distruggi, a dirla tutta, ma la formula funziona, e diverte ancora. E - perdonateci magari l'apparente superficialità - questo ci basta. Come dicevamo prima, un team sarà occupato nel far saltare in aria l'equipaggiamento avversario, mentre l'altro dovrà impegnarsi nel difenderlo. Il numero limitato di respawn degli attaccanti, ricaricabili per giunta ad ogni coppia di casse conquistate, costringerà il gruppo a giocare al meglio e a preoccuparsi di ogni morte alleata. Pena: una prematura sconfitta. Distrutti i primi due obbiettivi (tramite cariche esplosive, o con semplici danni), gli attaccanti faranno propria la base nemica (che quindi non sarà più un punto di rigenerazione avversario) e dovranno avanzare verso il complesso successivo. E così via fino al territorio finale.

Ad essere sinceri, il supporto di DICE nei confronti dell'online del primo Bad Company non é stato dei migliori, e sono stati gli stessi sviluppatori ad ammetterlo. Tante le promesse, ma poco fu messo in pratica. E non parliamo tanto del lato qualitativo, ma quanto di quello contenutistico. Un paio di modalità di gioco, detto tra noi, non potevano pretendere di fossilizzare il grande pubblico sui server EA. Che poi ci siano riusciti é un altro discorso, ma la questione rimane: per questo seguito vogliamo - anzi, pretendiamo - più scelta. Ma i ragazzi di Electronic Arts sanno imparare dai propri errori, macinando terreno nei confronti della concorrenza ad una velocità impressionante, e hanno subito chiarito questo punto ancora oscuro. Varie tipologie di gioco saranno già presenti nel disco di base, mentre altre ancora andranno ad aggiungersi nei mesi a seguire (gratis o a pagamento, ancora non possiamo saperlo). Il passato é ormai alle spalle, le richieste della corposa community saranno ascoltate. Purtroppo non abbiamo ulteriori informazioni a riguardo delle nuove modalità, dato che la software house ha intenzione di tenersele come “asso nella manica” per i futuri annunci. A noi, come sempre, non resta che aspettare.

Pad alla mano, saltano subito all'occhio un paio di cose: il ricercatissimo realismo del gameplay, in primis. Il rinculo, così come il peso di personaggi e veicoli, é ottimamente realizzato. Non capita in tutti i giochi di avere davanti un nemico, magari inerme, e di lasciarcelo scappare a causa degli imprevedibili movimenti dell'arma, una volta aperto il fuoco. Prendere confidenza con l'intero sistema - soprattutto se si é estranei alla saga - non é impresa da poco, ma il tempo e l'allenamento premieranno l'utente caparbio con una soddisfazione senza pari. Anche i controlli hanno subìto un lieve ritocco dalla loro ultima apparizione: lo switch in-game di armamentario e accessori vari é stato infatti semplificato. Con ogni oggetto relegato ad un tasto differente, non saremo più costretti a scorrere i pezzi di equipaggiamento uno per uno fino a raggiungere quello desiderato. Una pratica che, in passato, rischiava di punire fin troppo, in uno scontro aperto.



Che siate scout d'avanscoperta o rulli compressori assetati di sangue, poco importa: Bad Company 2 vi permetterà di vestire il ruolo che più vi si addice. Questo anche grazie alle quattro classi selezionabili, che spaziano dal classico soldato d'assalto al cecchino, dal tecnico al medico. Il primo non é niente di diverso dal soldato basico, armato fino ai denti e abbastanza versatile da adattarsi a qualunque situazione. A patto che abbiate la mira e la freddezza necessarie per lanciarvi nel mezzo di una furiosa battaglia, ovvio. E qui entra in gioco il medico, con i suoi kit curativi e il defibrillatore, utile per riportare in vita un compagno ancora in attesa del respawn. Dal canto suo, il tecnico si impegnerà nel rattoppare i danni dei vari veicoli, mentre il cecchino... bhe, lo sapete già. Fiero della sua casacca mimetica, si apposta dove meno te lo aspetti, solo per poi colpirti a tradimento nel silenzio più totale. L'introduzione della kill-cam, in compenso, é un po' come una boccata d'aria fresca per i più timorosi. E, viste le dimensioni stratosferiche della mappa, é anche giusto che i tiratori scelti debbano sudarsi il mantenimento della loro postazione.

Rimanendo in tema, non possiamo non soffermarci sul perfetto bilanciamento del tutto. Non esiste una classe più forte di un'altra; persino il blindato più minaccioso - con la giusta tattica - potrà essere abbattuto da un singolo uomo appiedato. Più che accettabile se pensiamo ad altri giochi in cui, ad inizio partita, c'é una vera e propria corsa all'accaparramento del veicolo più grosso, con tanto di stragi a seguire. In linea di massima, Bad Company 2 é un titolo in cui é impossibile non solo camperare, ma anche elevarsi sugli avversari a causa di gadget/mezzi mal calibrati dalla potenza mal calibrata. Il paradiso dell'online gaming, per farla breve. Sempre parlando di mezzi, é giusto fare un appunto sulle gustose new-entry di questo secondo episodio. Non abbiamo potuto provare elicotteri o barche (per il semplice motivo che, almeno nella beta, non ci sono), ma il quad - utile per le scampagnate sui terreni più accidentati - e gli elicotterini telecomandati sono già diventati i nostri nuovi idoli.

Combattendo e macinando punti, faremo progredire la nostra classe verso nuove vette, sbloccando così equipaggiamento e, in alcuni casi, specializzazioni. Niente di così diverso da quanto visto in altri sparatutto, ad essere sinceri, ma una feature che comunque a Bad Company mancava. Ovviamente parliamo di slot appositi per l'inserimento di potenziamenti particolari, come bonus alla velocità, al carico di munizioni trasportabili e così via. A differenza di quanto accadeva nel primo episodio, solo utilizzando una determinata classe la si farà crescere. In poche parole, é stato abbandonato il vecchio sistema con punti da spendere nelle varie abilità, che permetteva ad esempio ad un cecchino di acquistare aggeggi per la truppa d'assalto, e via discorrendo. Andando a cercare il pelo nell'uovo, potremmo dire che la rinnovata struttura a punti esperienza scoraggerà i salti repentini da una classe all'altra, ma lo si può vedere anche come un incentivo a passare ancor più tempo online. Dopotutto, nonostante la beta sia gratuita, il gioco finale non lo é; ogni aggiunta volta ad aumentarne la longevità non può essere che accolta a braccia aperte.

I passi in avanti, anche nel comparto tecnico, sono palesi. Il motore grafico, ulteriormente rifinito, regala ora una maggiore mole poligonale, oltre che una pulizia a schermo di tutto rispetto (ottenuta anche grazie all'abbandono del filtro “polveroso” che caratterizzava il capostipite). Tutto questo senza perdere neanche un minimo di profondità visiva. Certo, si incappa ancora in texture in bassa definizione o in un filo di aliasing sulla lunga distanza, ma niente che i quattro mesi che ci separano dall'uscita del gioco non possano aggiustare. In più, considerato il numero di oggetti che l'engine deve calcolare allo stesso tempo, su qualche sbavatura possiamo anche tranquillamente chiudere un occhio. I server, dal canto proprio, accompagnano le battaglie nel migliore dei modi, senza mai incappare in una qualsivoglia incertezza, che sia del lag o glitch di qualche tipo. E, considerato che una beta nasce proprio per testare l'affidabilità (in genere ancora acerba) della rete, l'applauso a DICE é d'obbligo. Una ventina di giocatori si combattono furiosamente, senza rallentamenti o lag, in scenari che si modellano sotto i colpi delle esplosioni, in uno spettacolo di sangue, polvere ed effetti speciali. Se non é questa la vera guerra - per quanto digitale - non sappiamo allora cosa lo sia.