Battlefield: Bad Company 2
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É in una fredda giornata invernale che Electronic Arts ha scelto di presentare "Battlefield: Bad Company 2" e, come a sottolineare il fatto che le vacanze estive sono ancora lontanissime, lo ha fatto presso gli studi DICE di Stoccolma. Abbiamo comunque dimenticato in fretta il clima rigido della capitale svedese grazie alla calda accoglienza riservataci dai ragazzi di Digital Illusion ed alle qualità di un titolo che, nonostante manchino diverse settimane alla pubblicazione nei negozi, si candida con decisione al ruolo di miglior first person shooter dell'anno.
La nostra redazione ha già saggiato le potenzialità multiplayer del gioco in occasione della beta pubblica rilasciata dal team di sviluppo qualche tempo fa, ma nell'ultimo periodo si cominciava a sentire il bisogno di mettere nuova carne al fuoco, soprattutto in salsa singleplayer. Electronic Arts ci ha accontentato dedicando buona parte della giornata passata in DICE alla prova di due livelli che andranno a comporre la campagna in singolo giocatore di "Battlefield: Bad Company 2", rivelando succulenti dettagli relativi a trama e gameplay.
Il gioco continuerà a raccontare la guerra tra Stati Uniti d'America e Federazione Russa cominciata nel precedente capitolo della serie, ma sposterà l'azione nel continente sud americano dove i russi stanno testando gli effetti di una nuova e micidiale arma di distruzione di massa. Marlowe, Redford, Sweetwater e Haggard dovranno quindi tornare a combattere per difendere il loro paese da una minaccia che non é mai stata tanto vicina e consistente.
Chi ha giocato il precedente capitolo della serie conosce bene lo humor e l'ironia che distinguono questa produzione da tutti gli altri first person shooter che affollano gli scaffali dei negozi, un'atmosfera particolare che ritroveremo in questo seguito, anche se solo in parte. Il taglio scelto dagli sceneggiatori per raccontare la nuova avventura della B-Company si rivelerà infatti più realistico che in passato, più "drammatico" se ci concedete il termine, ovviamente senza rinunciare alle esilaranti battute di spirito che i protagonisti si scambieranno nei momenti di gioco meno intenso.
Da sempre attenti ai consigli della nutrita comunity che gravita attorno ai loro giochi, i ragazzi di DICE hanno corretto uno dei difetti più evidenti del precedente progetto abbandonando la piatta ambientazione est europea ed adottandone una più ricca, almeno sotto il profilo paesaggistico. Il Sud America offre infatti una grande varietà di scenari possibili ed in "Battlefield: Bad Company 2" capiterà di combattere in riva al mare, nel folto della giungla o su impervi ed innevati sentieri di montagna.
Il Frostbite Engine é stato quindi modificato per assecondare la nuova ambientazione e ci é parso assolutamente in grado di gestire livelli dalla discreta complessità poligonale, ricchi di dettaglio ed estremamente interattivi.
Una delle caratteristiche più apprezzate del precedente capitolo era infatti la possibilità di aprire strade alternative al percorso suggerito dagli sviluppatori radendo al suolo interi edifici, possibilità che é stata mantenuta ed ampliata in questo seguito. Nonostante siano ben chiari gli obbiettivi di missione ed il percorso necessario per raggiungerli, DICE lascerà completa libertà d'azione al giocatore, che eserciterà il suo acume tattico alla ricerca di punti deboli nello schieramento difensivo avversario.
Naturalmente il team di sviluppo ha imposto dei limiti alla nostra fantasia nascondendo gli obbiettivi di missione in costruzioni meno sensibili di altre ai nostri colpi e dobbiamo dire che, pur condividendo questa scelta da un punto di vista prettamente ludico, non ne abbiamo apprezzato lo stile. Capiterà infatti spesso di radere al suolo interi villaggi ad eccezione di una singola capanna, del tutto simile alle altre, ma resa indistruttibile dalla necessità di proteggere l'oggetto, il terminale o il personaggio fondamentale ai fini della narrazione.
Questo discorso vale a maggior ragione se analizziamo il realismo che DICE ha ricercato sviluppando l'esperienza di gioco. Il feeling con le armi é eccezionale, merito di un motore fisico in grado di calcolare in tempo reale la traiettoria dei proiettili, e pochissimi colpi separano i membri della B-Company dalla morte. L'intelligenza artificiale dei nemici non ci é parsa molto sviluppata, sarà infatti raro assistere a tattiche di fiancheggiamento o azioni a sorpresa, ma considerando quanto abbiamo scritto un paio di righe più in alto non lo consideriamo un grosso difetto.
Un'altra novità che avrà un forte impatto sul gameplay é la modifica del sistema di salvataggio. In molti non avevano apprezzato il sistema di respawn del personaggio implementato in "Battlefield: Bad Company", che semplificava troppo il gioco anche a livelli di difficoltà elevati. DICE é quindi passata ad un sistema di salvataggio più convenzionale basato sul raggiungimento di alcuni checkpoint ben distribuiti nei livelli di gioco. La nostra dipartita implicherà quindi il respawn di tutti gli avversari precedentemente eliminati, al contrario di quanto accadeva nel precedente episodio della serie.
Dobbiamo dire che il gioco si é rivelato bello tosto anche a livello di difficoltà normale e accompagnerà a dovere i novizi al debutto in rete. É infatti in multiplayer che "Battlefield: Bad Company 2" riesce ad esprimersi al meglio. Il realismo della simulazione, l'ottimo bilanciamento tra armi, mezzi e classi di specializzazione fanno del multigiocatore la modalità regina di questa produzione. La complessità delle mappe di gioco suggerisce svariate possibilità tattiche e l'introduzione della "kill cam", che in caso di morte inquadrerà il giocatore responsabile del frag, renderà la ricerca di una posizione vantaggiosa difficile anche per chi ama nascondersi nell'ombra con un fucile da cecchino. In Svezia in particolare abbiamo avuto occasione di provare a fondo due nuove opzioni multiplayer molto interessanti denominate "Squad Dethmatch" e "Squad Rush".
Gli obbiettivi della modalità "Squad Deathmatch" sono chiari a partire dal nome; ben più interessanti si sono rivelate le partite giocate in modalità "Squad Rush". Sicuramente ricorderete l'apprezzata modalità "Corsa all'Oro", che divideva i giocatori in due squadre impegnate ad attaccare o difendere alcune strutture chiave della mappa di gioco, ebbene "Squad Rush" ne é una versione semplificata. L'obbiettivo da attaccare sarà solamente uno e la sua distruzione non ne sbloccherà un successivo, con relativa nuova porzione di mappa, ma porrà fine alla partita. Una modalità veloce e divertente, che ben si inserisce tra quelle ereditate dal capitolo precedente.
La nostra redazione ha già saggiato le potenzialità multiplayer del gioco in occasione della beta pubblica rilasciata dal team di sviluppo qualche tempo fa, ma nell'ultimo periodo si cominciava a sentire il bisogno di mettere nuova carne al fuoco, soprattutto in salsa singleplayer. Electronic Arts ci ha accontentato dedicando buona parte della giornata passata in DICE alla prova di due livelli che andranno a comporre la campagna in singolo giocatore di "Battlefield: Bad Company 2", rivelando succulenti dettagli relativi a trama e gameplay.
Il gioco continuerà a raccontare la guerra tra Stati Uniti d'America e Federazione Russa cominciata nel precedente capitolo della serie, ma sposterà l'azione nel continente sud americano dove i russi stanno testando gli effetti di una nuova e micidiale arma di distruzione di massa. Marlowe, Redford, Sweetwater e Haggard dovranno quindi tornare a combattere per difendere il loro paese da una minaccia che non é mai stata tanto vicina e consistente.
Chi ha giocato il precedente capitolo della serie conosce bene lo humor e l'ironia che distinguono questa produzione da tutti gli altri first person shooter che affollano gli scaffali dei negozi, un'atmosfera particolare che ritroveremo in questo seguito, anche se solo in parte. Il taglio scelto dagli sceneggiatori per raccontare la nuova avventura della B-Company si rivelerà infatti più realistico che in passato, più "drammatico" se ci concedete il termine, ovviamente senza rinunciare alle esilaranti battute di spirito che i protagonisti si scambieranno nei momenti di gioco meno intenso.
Da sempre attenti ai consigli della nutrita comunity che gravita attorno ai loro giochi, i ragazzi di DICE hanno corretto uno dei difetti più evidenti del precedente progetto abbandonando la piatta ambientazione est europea ed adottandone una più ricca, almeno sotto il profilo paesaggistico. Il Sud America offre infatti una grande varietà di scenari possibili ed in "Battlefield: Bad Company 2" capiterà di combattere in riva al mare, nel folto della giungla o su impervi ed innevati sentieri di montagna.
Il Frostbite Engine é stato quindi modificato per assecondare la nuova ambientazione e ci é parso assolutamente in grado di gestire livelli dalla discreta complessità poligonale, ricchi di dettaglio ed estremamente interattivi.
Una delle caratteristiche più apprezzate del precedente capitolo era infatti la possibilità di aprire strade alternative al percorso suggerito dagli sviluppatori radendo al suolo interi edifici, possibilità che é stata mantenuta ed ampliata in questo seguito. Nonostante siano ben chiari gli obbiettivi di missione ed il percorso necessario per raggiungerli, DICE lascerà completa libertà d'azione al giocatore, che eserciterà il suo acume tattico alla ricerca di punti deboli nello schieramento difensivo avversario.
Naturalmente il team di sviluppo ha imposto dei limiti alla nostra fantasia nascondendo gli obbiettivi di missione in costruzioni meno sensibili di altre ai nostri colpi e dobbiamo dire che, pur condividendo questa scelta da un punto di vista prettamente ludico, non ne abbiamo apprezzato lo stile. Capiterà infatti spesso di radere al suolo interi villaggi ad eccezione di una singola capanna, del tutto simile alle altre, ma resa indistruttibile dalla necessità di proteggere l'oggetto, il terminale o il personaggio fondamentale ai fini della narrazione.
Questo discorso vale a maggior ragione se analizziamo il realismo che DICE ha ricercato sviluppando l'esperienza di gioco. Il feeling con le armi é eccezionale, merito di un motore fisico in grado di calcolare in tempo reale la traiettoria dei proiettili, e pochissimi colpi separano i membri della B-Company dalla morte. L'intelligenza artificiale dei nemici non ci é parsa molto sviluppata, sarà infatti raro assistere a tattiche di fiancheggiamento o azioni a sorpresa, ma considerando quanto abbiamo scritto un paio di righe più in alto non lo consideriamo un grosso difetto.
Un'altra novità che avrà un forte impatto sul gameplay é la modifica del sistema di salvataggio. In molti non avevano apprezzato il sistema di respawn del personaggio implementato in "Battlefield: Bad Company", che semplificava troppo il gioco anche a livelli di difficoltà elevati. DICE é quindi passata ad un sistema di salvataggio più convenzionale basato sul raggiungimento di alcuni checkpoint ben distribuiti nei livelli di gioco. La nostra dipartita implicherà quindi il respawn di tutti gli avversari precedentemente eliminati, al contrario di quanto accadeva nel precedente episodio della serie.
Dobbiamo dire che il gioco si é rivelato bello tosto anche a livello di difficoltà normale e accompagnerà a dovere i novizi al debutto in rete. É infatti in multiplayer che "Battlefield: Bad Company 2" riesce ad esprimersi al meglio. Il realismo della simulazione, l'ottimo bilanciamento tra armi, mezzi e classi di specializzazione fanno del multigiocatore la modalità regina di questa produzione. La complessità delle mappe di gioco suggerisce svariate possibilità tattiche e l'introduzione della "kill cam", che in caso di morte inquadrerà il giocatore responsabile del frag, renderà la ricerca di una posizione vantaggiosa difficile anche per chi ama nascondersi nell'ombra con un fucile da cecchino. In Svezia in particolare abbiamo avuto occasione di provare a fondo due nuove opzioni multiplayer molto interessanti denominate "Squad Dethmatch" e "Squad Rush".
Gli obbiettivi della modalità "Squad Deathmatch" sono chiari a partire dal nome; ben più interessanti si sono rivelate le partite giocate in modalità "Squad Rush". Sicuramente ricorderete l'apprezzata modalità "Corsa all'Oro", che divideva i giocatori in due squadre impegnate ad attaccare o difendere alcune strutture chiave della mappa di gioco, ebbene "Squad Rush" ne é una versione semplificata. L'obbiettivo da attaccare sarà solamente uno e la sua distruzione non ne sbloccherà un successivo, con relativa nuova porzione di mappa, ma porrà fine alla partita. Una modalità veloce e divertente, che ben si inserisce tra quelle ereditate dal capitolo precedente.