Bayonetta Origins: Cereza and the lost demons, anteprima
Ogni volta in cui si parla di Bayonetta, la mente va immediatamente a combattimenti furiosi, visivamente corpulenti e stilisticamente appaganti, come abbiamo avuto modo di apprezzare anche nel recente Bayonetta 3. Eppure c’è stato un tempo in cui la nostra strega con gli iconici occhiali è stata bambina, e ancora inesperta si avventurava attraverso una misteriosa foresta in compagnia del suo adorato gattino di pezza. Già, ma cosa sappiamo di quel periodo? È proprio qui che entra in scena Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, uno spin-off in cui vivremo in prima persona – pardon, in terza persona - i fatti che portarono una giovanissima e vulnerabile Cereza ad apprendere le arti magiche, e a diventare quella strega sterminatrice di mostri che tutti abbiamo imparato a conoscere.
I contenuti dell'anteprima di Bayonetta Origins: Cereza and the lost demons
- Una fiaba in piena regola
- Bayonetta Origins: un gameplay in compagnia di sè stessi
- Bayonetta Origins e la foresta pulsante
- L'arte del dipingere emozioni di Bayonetta Origins
Quando Bayonetta era solo Cereza
Si può raccontare una storia appartenente al mondo di Bayonetta sfruttando il genere fiabesco? Origins si discosta in modo deciso da tutti i capitoli precedenti per abbracciare uno stile narrativo un po’ cupo, in cui la trama si dipana attraverso fasi di gameplay alternate a frequenti intermezzi con disegni ad acquerello – a volte statici, a volte animati - e una voce narrante fuori campo che accompagna il giocatore man mano che procede con l’avventura. È un espediente che funziona bene, perché ci sembrerà spesso di star leggendo una fiaba dei fratelli Grimm, con tanto di cambio pagina alla pressione di un tasto. Insomma, per gli amanti delle storie ben raccontate è una manna dal cielo.
Bayonetta Origins: Cereza and the lost demons, un gameplay in compagnia di sé stessi
Partiamo dal principio: la giovane Cereza si sta addestrando presso la strega Morgana, con l’obiettivo di diventare un giorno lei stessa una strega forte abbastanza da andare nel luogo in cui è rinchiusa sua madre e liberarla. Questi sono i presupposti iniziali di un viaggio che ci porterà ad addentrarci nella foresta di Avalon. Nel suo viaggio Cereza potrà contare sull’aiuto di Cheshire, un demone enorme con le fattezze di un gatto di pezza che è in grado di sferrare colpi micidiali. Il sistema di controllo dei due personaggi è lo stesso visto in Brothers: A Tale of Two Sons, in cui ogni personaggio viene controllato da ciascun Joy-Con, sia per quanto riguarda il movimento, sia per quanto riguarda le abilità in battaglia.
Durante l’esplorazione e il cammino attraverso la foresta saremo chiamati a muovere entrambi i giocatori, che devono stare sempre visibili all’interno della stessa schermata per salvaguardare Cheshire, che lontano da Cereza – e quindi fuori dall’inquadratura - subisce una costante perdita di forza, segnalata da un indicatore circolare a video che mostra un countdown. Inoltre, nella foresta sono presenti tanti puzzle ambientali di ogni difficoltà, e ognuno dei personaggi è deputato a un’azione diversa. Per esempio Cheshire può abbattere grovigli di rovi, oppure Cereza può superare sezioni in cui Cheshire non può passare per poi aprirgli la strada, o ancora Cereza può ridurre Cheshire alla grandezza di un bambolotto e lanciarlo su degli appigli di roccia altrimenti non raggiungibili. Nei combattimenti Cereza può puntare sulle magie di supporto a Cheshire che invece sferrerà i suoi attacchi di pura forza bruta. Insomma, è chiaro che serve la collaborazione di entrambi per farsi strada attraverso la foresta di Avalon.
Questo porta al dover passare qualche ora di gioco sul diventare pratici dei comandi simultanei, perché nelle situazioni intricate, come ad esempio i combattimenti con più nemici, è un po’ difficile comandare entrambi muovendoli e attaccando i nemici insieme, la fluidità di gioco arriverà con il tempo. Per quanto riguarda le magie di Cereza, Nintendo ha studiato un particolare sistema che incontra le esigenze dei giocatori meno propensi ad apprendere il giusto tempismo del lancio. Sarà infatti il gioco stesso a dirigere e gestire nel migliore dei modi le magie della piccola strega, lasciando comunque al giocatore la decisione di cambiare le impostazioni anche in corso d'opera per gestire in autonomia questo fondamentale elemento del gameplay.
Bayonetta Origins e la foresta pulsante
La foresta di Avalon è tanto affascinante quanto piena di insidie. Qui si trovano nemici di ogni tipo e bisogna fare attenzione, perché soprattutto all’inizio non è facilissimo e perché se durante gli scontri la vita di Cereza – rappresentata da dei fiori stilizzati in basso a sinistra - dovesse finire per via dei colpi inferti dai nemici bisognerà ricominciare dal checkpoint. Ogni tratto di foresta ha la sua mappa, utile per raggiungere anche location ancora inesplorate. Menzione speciale per i Tir Na Nog, ovvero delle aree in cui si entra e si viene trasportati in luoghi particolari creati dalle fate della foresta, in cui bisogna superare particolari puzzle ambientali e affrontare combattimenti con l’obiettivo di distruggere infine il nucleo del Tir Na Nog, per essere poi di nuovo teletrasportati alla foresta e riprendere il cammino. Una dinamica che ci ha ricordato le prove dei Naos dell’intercessore di Final Fantasy X.
Quando esce Bayonetta Origins
Diciamo subito che c’è molto di artistico nel level design e nel character design del gioco. Lo stile dell’acquerello rende tutto più poetico e più magico, come in una fiaba, appunto. La palette della foresta di Avalon sul verde scuro, sul violetto e sull’azzurro spento sono emozionali e funzionali al progetto, come lo fu per Child Of Light. Gli elementi delle schermate di intermezzo e dei livelli, disegnati a mano, sono particolarmente azzeccati e danno un senso di cura verso il dettaglio, accentuato da un audio 3D veramente calzante sia per quanto riguarda il background musicale, sia per gli effetti audio, un connubio tra arte visiva e arte musicale che insieme riescono a catapultare per intero il giocatore all’interno della foresta e percepire ogni suo piccolo anfratto.
Non resta quindi che attendere il 17 marzo per goderci questo spin-off che entra di prepotenza nell’universo della saga di Bayonetta, chissà, magari per restarci con dei capitoli futuri. Perché Hideki Kamiya non più tardi dell’anno scorso ha dichiarato che tra serie principale e spin-off vuole realizzare almeno nove giochi. Quindi, perché non immaginare che Bayonetta Origins non sia solo un riuscito esercizio di stile ma proprio il capostipite di un nuovo filone all’interno dell’universo di Bayonetta?