Bioshock

di Luca Gambino
L'utopistico sogno di Andrew Ryan approda finalmente anche sulla console di casa Sony. Dopo essersi imposto su XBOX360 e PC nella scorsa stagione, Bioshock si lascia ammirare in questa build ormai prossima al rilascio anche su Ps3. Nella logica dei porting “ritardatari”, questa versione di Bioshock integra già tutti i pacchetti aggiuntivi rilasciati nel corso dell'anno sulle altre piattaforme. 2K Games, però, ha voluto fare ancora di più integrando nuove aree di gioco all'interno di Rapture, per espandere l'esperienza di gioco sia in termini di coinvolgimento emotivo (le nuove aree infatti promettono numerose sorprese anche a livello narrativo) sia in quelli di longevità, dal momento che si parla di oltre un'ora aggiuntiva di gameplay. E chi ha già testato Bioshock non può che esserne entusiasta.



Il cavallo di razza della scuderia di Ken Levine, infatti, é un sapiente mix tra un gameplay a metà tra l'fps nudo e crudo (tanto che alcuni si ostinano a definirlo semplicemente così), e un gioco con forti componenti ruolistiche, sebbene ben distanti dai titoli cardine del genere. Il tutto condito da una storia avvincente e un mistero che coinvolge l'unico superstite di un incidente aereo, una misteriosa città sottomarina e il sogno irrealizzabile di Andrew Ryan, scienziato con il fermo desiderio di costituire una società perfetta con risultati tutt'altro che lusinghieri.

La versione testa mira quindi ad offrire al giocatore la medesima esperienza di gioco, compresi anche quelli che fin da subito sono sembrati i punti più deboli del gameplay messo sul piatto da 2K. Ci riferiamo, per esempio alle “camere della vita”, che offrono al giocatore la possibilità di adottare strategie suicide, consci del fatto che avrà sempre la possibilità di ri iniziare, in caso di morte, in un punto prossimo a quello della dipartita, con il massimo dell'energia.



La mappatura dei comandi segue fedelmente quella già utilizzata su Xbox360 e risponde egregiamente a tutte le esigenze del giocatore lasciandolo libero di muoversi, sparare e raccogliere oggetti da utilizzare con ottima precisione e con tempi di risposta sempre ottimali. Non sono state integrate, almeno per quanto visto nella nostra versione, particolari funzionalità per il SIXAXIS, lasciandoci ancora il dubbio sull'effettiva utilità delle funzioni aggiuntive del pad Sony e di quanto, soprattutto, queste siano state gradite/recepite dalle terze parti.

Graficamente quanto visto su PS3 si accosta ovviamente alle precedenti uscite, riproponendosi in maniera quasi identica. Il “quasi” é quantificabile in una minore definizione delle texture, in un motore delle luci che riproduce alcuni effetti grafici in tono meno impattante e in un aliasing più diffuso rispetto alla versione 360. Ovviamente, come detto anche in apertura d'articolo, quello che ci troviamo di fronte é un codice avanzato del gioco ma sicuramente non definitivo e quindi ancora soggetto a cambi in corsa. Anche la fluidità generale ha mostrato qualche minima incertezza, in barba ai 5 minuti d'installazione (e qualche giga perso su hard disk), che dovrebbero invece garantire tempi minimi di caricamento e fluidità a prova di bomba. Anche questo, però, dovrà essere valutato in sede di recensione finale.

Quello che non é sicuramente cambiato é il clima di costante tensione che permea l'intera esperienza di gioco. La decadenza di Rapture e i suoi ricombinanti, le terribili storie dei suoi abitanti rappresentano un continuo invito per il giocatore ad andare avanti, lungo un cammino che lo metterà più volte a far conto con la sua coscienza, a prendere dolorose decisioni di stampo morale e a riflettere sul terribile destino della “società perfetta” di Andrew Ryan.