Blood Will Tell

di Tommaso Alisonno
In un'ambientazione da favola giapponese, il giorno in cui sorsero due soli, di cui uno nero, venne preso come un presagio di grande sventura, ma i potenti demoni noti come "i 48 Mostri" sapevano invece che si trattava del segno che annunciava la nascita di Colui che li avrebbe un giorno Sconfitti. Una volta individuato il nascituro, per contrastare la profezia corruppero pertanto il padre promettendogli l'immortalità e il potere di portare al mondo la pace pur di poter mettere le mani sul figlio. Alla nascita del bambino, i 48 Mostri si accorsero di non poterlo uccidere, e così si limitarono a menomarlo, rubandogli ciascuno una parte del corpo; terrorizzato dall'accaduto, il padre gettò il bimbo mutilato nel fiume, da cui venne ripescato da un mago alchimista che riuscì a restituirgli le parti del corpo mancanti sostituendole con feticci sintetici. Il bambino, a cui diede il nome di Hyakkimaru, crebbe pertanto con un corpo in parte sintetico, ma giunto a maturità decise di partire per sfidare i 48 Mostri e recuperare le parti del suo corpo che gli sono state sottratte.


Arriviamo pertanto al presente: poco tempo dopo aver iniziato il suo viaggio, Hyakkimaru incontra il giovane Dororo, un ragazzino autoproclamatosi "più grande ladro del mondo", che si innamora delle spade che il samurai porta montate agli avambracci e decide di aiutarlo nel ritrovare le estremità originali per avere in premio le ambite lame.
Questo è il preambolo del gioco che la SEGA pubblicherà a breve in Europa: parliamo di Blood Will Tell, un adventure-arcade che miscela in se anche caratteristiche di picchiaduro, platform ed RPG, e di cui abbiamo potuto provare una beta version oramai piuttosto vicina alla definitiva. Il gioco consisterà nel guidare principalmente il samurai Hyakkimaru, ma occasionalmente anche il ladruncolo Dororo, durante avventure zeppe di nemici da affrontare e piccoli misteri da risolvere. Il protagonista, in quanto samurai (ma sarebbe più corretto dire rorouni), sarà un provetto spadaccino, ma oltre alle classiche katane reperibili in vari modi durante il gioco potrà sempre fare affidamento sulle lame montate all'interno dei suoi avambracci, oltre ad una mitragliatrice nel bicipite ed un mortaio nella gamba destra.


Per quanto questo accostamento tecno-fantasy possa da principio far storcere il naso (le braccia si staccano tali e quali quelle del caro buon vecchio Mazinga...), è in realtà molto stimolante se si prende il gioco per quello che è, ossia una fiaba neomoderna che unisce in se elementi fantasy ad elementi futuristici, mostri orientali a creature occidentali, e così via. Soffermarsi ulteriormente nella disquisizione delle scelte stilistiche o di gameplayig sarebbe inadeguato in sede di preview (aspettiamo la versione definitiva al 100% per sbilanciarci), ma obiettivamente possiamo già farvi sapere che la trama si svilupperà attraverso capitoli successivi e fondamentalmente lineari (niente bivi, pertanto), ma dalla trama molto curata e contornata tanto di cliché quanto di colpi di scena. Una volta superato un capitolo, è prevista la possibilità di riesplorare le zone a lui relative in cerca di segreti o nemici precedentemente sfuggiti. Il sistema di combattimento si preannuncia come molto dinamico, ed anche l'acquisizione degli oggetti dai nemici sconfitti sarà subordinata alla capacità di realizzare in tempi ristretti delle combo piuttosto complesse.
Anche per l'aspetto tecnico ci rimettiamo al giudizio della versione definitiva, ma già adesso il lavoro degli sviluppatori si presenta come accattivante e decisamente incoraggiante: l'impatto grafico è notevole (migliore di quanto gli screenshot rilasciati facciano supporre), e la colonna sonora è tenuta su livelli di suggestività elevati.
Questo è quanto per una prima visione dell'opera ancora incompleta: i requisiti per un bel titolo, molto ispirato a bestioni come Devil May Cry o addirittura il più classico dei picchiaduro a scorrimento Golden Axe, ci sono tutti, e non ci resta che attendere speranzosi.