Bloodstained: Ritual of the Night

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Pochi giorni fa abbiamo parlato di Last day of June, ultima fatica di Ovosonico. Oggi tocca ad un altro gioiellino della lineup E3 di 505 Games, ovvero Bloodstained: Ritual of the Night -un metroidvania d’autore fresco di Kickstarter che promette di fare scintille sulle maggiori console.

Siamo a metà del 1700, e la corporazione degli alchimisti sta perdendo il proprio potere sull’Inghilterra. Al culmine del declino i membri della gilda decidono di compiere un rituale sanguinario, sacrificando un numero spropositato di orfani per evocare una fortezza, un castello popolato da demoni in mezzo alle campagne inglesi.

Miriam, una delle bambine sopravvissute a questa strage, entra a causa di una maledizione in un sonno lungo dieci anni -dal quale si risveglierà scoprendo un suo vecchio amico di infanzia ora a guida degli alchimisti, ed il proprio corpo in lenta trasformazione verso una forma composta di vetro e cristallo. Decisa a porre una fine sia al regno di terrore degli alchimisti che alla maledizione che l’affligge, Miriam si dirige verso la fortezza maledetta…

E’ questa la visione di Koji “Iga” Igarashi, programmatore, game designer e storico produttore della serie di Castlevania -uno dei pochi nomi dell’industria a rappresentare (assieme ad Ideo Kojima) quanto di più simile si possa avere ad un artista con una visione coerente.

Quella di IGA è una storia che inizia con la sua entrata in Konami negli anni ’90 (come semplice programmatore per Tokimeki Memorial) e prosegue attraverso il grandissimo successo di Symphony of the Night e i vari episodi di Castlevania per DS -fino all’abbandono di Konami a seguito della decisione aziendale di concentrarsi su giochi mobile, ed alla fondazione della propria casa Artplay con il primo Kickstarter appunto con Bloodstained.

Il gameplay di Bloodstained si conferma, fondamentalmente, quello di un fedelissimo seguito spirituale di Symphony of the Night: Miriam si muove nel castello degli alchimisti attraverso luoghi iconici come torri e campanili, con una purissima logica 2D fatta di doppi salti e backstep e affrontando nemici di tutti i tipi -da creature volanti, capaci di usare le proprie piume come proiettili, a enormi cavalieri corazzati (alti quanto metà schermo).

Bloodstained: Ritual of the Night

Presenti, come negli ultimi Castlevania 2D, le logiche da RpG come stat, magie/attacchi secondari ed equipaggiamenti -questi ultimi spesso ben nascosti in aree segrete raggiungibili solo attraverso alcuni piccoli trucchi: durante la prova negli uffici di 505 Games, ad esempio, uno dei giocatori è riuscito a sbloccare una intera nuova area facendosi afferrare di proposito dall’attacco in picchiata di una arpia -che lo ha scaraventato contro un muro pericolante, facendolo crollare e proiettando Miriam in una sala con uno scrigno contenente dei guanti da battaglia.

Il livello provato, tuttavia, è stato davvero molto breve e (al netto dei segreti trovati), anche abbastanza lineare: non ci è stato dato provare, ad esempio, dei momenti di backtracking o abilità che andassero a modificare sostanzialmente il gameplay, né abbiamo avuto occasione di osservare una mappa dell’intero castello per poter farne delle stime riguardo alla grandezza o del monte ore del titolo.

Elemento degno di menzione è stato invece il boss affrontato, una contessa vampira chiaramente ispirata al personaggio storico di Elizabeth Bathory, che ci ha fatto sudare sette camicie trasformando l’incontro in un vero e proprio bullet hell fatto di eleganti ombrelli volanti e draghi di sangue.

Bloodstained: Ritual of the Night

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