Bloody Roar: Primal Fury

Il picchiaduro 3D é un genere che ha sempre goduto di eccezionale importanza in ambito videoludico, sia dal punto di vista del pubblico che del valore storico; mai come in questi anni, infatti, si é assistito ad un certo ricambio generazionale e molte tipologie di gioco sono state soppiantate in favore di altre: é il caso del picchiaduro a scorrimento che, dai lontani fasti di Double Dragon o Street Of Rage, non ha più saputo rinnovarsi adeguatamente e riconquistare i favori del nuovo pubblico

Il combattimento viso a viso, invece, non sembra ancora pronto per l'oblio: la saga di Street Fighter persiste e resiste fra i fanatici delle intramontabili "due dimensioni"... e la tridimensionalità, quest'anno, si arricchisce di un folto numero di pretendenti al trono: Virtua Fighter 4, Soul Calibur 2, Tekken 4... accanto a questi "pesi massimi", la saga di Bloody Roar ha sempre vissuto un ruolo di secondo piano ma non per questo di inferiore livello, riuscendo gradatamente a conquistarsi uno zoccolo fedele di appassionati
LA BESTIA CHE VIVE IN ME
Bloody Roar vede la luce originariamente su PlayStation, e riscuote immediatamente un gran numero di consensi fra gli "hardcore fan" del picchiaduro 3D. Fra le caratteristiche apprezzabili del titolo Activision, da sempre, é individuabile un ritmo d'azione adrenalinico e particolarmente frenetico: se titoli come Virtua Fighter o Soul Calibur costringono ad un'attenta ponderazione delle tattiche di difesa e attacco, pena un'immediata "passata" al suolo, Bloody Roar predilige un approccio all'avversario più irruento ed intuitivo... avvicinandosi, quindi, a prodotti come Dead or Alive 3 o Fighting Viper
Ovviamente, accanto alla scontata varietà di calci e pugni, che variano stile ed intensità in relazione alla distanza ed alla posizione dell'avversario, Bloody Roar prevede la consueta combinazione frenetica di tasti e movenze che permette l'esibizione di particolari e devastanti mosse segrete
Bloody Roar: Primal Fury, mantiene inalterata la filosofia della serie: conferma delle caratteristiche topiche in aggiunta a qualche, doveroso, lifting grafico. Una delle critiche facilmente appuntabili al prodotto in questione, infatti, é una certa sonnolenza nell'introduzione di novità significative: questo episodio per GameCube, puntualmente, non fa differenza... risultando, oltretutto, come un semplice - o poco più - porting del già conosciuto Bloody Roar 3 uscito qualche mese addietro su console PlayStation 2