Boiling Point: Road To hell
di
C'ERA UNA VOLTA UN LEGIONARIO...
...e c'era una volta anche la Mummia. Nella fattispecie il cinematografico riferimento è per l'antagonista delle due fortunate pellicole "La Mummia" e "La Mummia : il ritorno", quell'Arnold Vosloo che incarnava perfettamente il pelato Imhotep. Proprio questo attore è stato chiamato per divenire il nostro alter-ego digitale nell'ultima fatica dei signori della Deep Shadow, l'atteso Boiling Point : Road To Hell. Per quanti non ne fossero a conoscenza, i programmatori di BP:RtH, qualche anno fa, facevano parte di un altro team, il GCS Game World; diverse stagioni or sono, sfornarono un titolo dalle mille promesse, quel Codename : OutBreak che, dopo mesi e mesi di rinvii, stazionò pochissimo sugli scaffali per finire fin troppo presto nel dimenticatoio. Divagazioni a parte, oggi Roman Lut e Sergey Zabaryansky, i due capi fondatori di Deep Shadow, stanno tornando alla ribalta con un titolo che, sulla carta, promette se non di ridefinire un genere, quanto meno di allungare la linea di orizzonte degli FPS, mai come in questo periodo troppo simili a se stessi (con le dovute eccezioni!).
Giocando a Boiling Point : Road To Hell, ci troveremo negli stropicciati panni di un ex legionario, tale Saul Meyer, il quale, per scoprire cosa sia davvero accaduto alla figlia, dovrà necessariamente partire per una remota regione della Colombia, per cercare di ritrovarla. Durante il lungo e ottimamente realizzato filmato iniziale, vedremo la procace fanciulla (dotata di due argomentazioni anteriori non indifferenti) cadere vittima di un rapimento da parte di almeno due gentiluomini; niente di meglio per far innervosire il nostro Himotep il quale, rapidissimo, si imbarcherà in un lungo viaggio per cielo e per terra fino ad uno sperduto ma attivissimo villaggio da dove iniziare la ricerca...ed è qui che entreremo in scena noi : nei panni digitali di Arnold...pardon, di Saul, dovremo combattere una vera e propria lotta contro il tempo per venire a capo della situazione. BP:RtH non sarà uno sparatutto in senso stretto. Con la sua doppia visuale (prima e terza persona), e con tantissimi elementi "tipici" dei giochi di ruolo, Boiling Point apparirà più come una sapiente miscela di un gustoso frullato di più generi, mescolati (e non shakerati) per offrirci un gustoso titolo dove, una volta tanto, saremo noi i padroni della situazione (in una certa misura, almeno).
Si, perché il titolo patrocinato da Atari racchiude dentro di se una libertà d'azione che, sulla carta, costituisce una innovazione di un certo rilievo. Se è vero che il nostro obiettivo primario sarà comunque la liberazione di nostra figlia, è altrettanto vero che ritrovarla si rivelerà una impresa intricatissima. Decine di sottoquest ci verranno proposte e noi saremo liberi di scegliere quale portare avanti...o magari portarne avanti più di una o tutte. Ad esempio : c'e' un barista che ha parlato con nostra figlia il giorno prima del rapimento. Poi c'e' il suo editore (nostra figlia è una giornalista, anzi, una inviata di guerra) che è il solo a sapere in quale zona sia stata mandata. Poi, c'e' il medico del villaggio, che le ha fornito dei medicinali. Noi potremo scegliere se ascoltarli tutti ( e magari ognuno di loro ci chiederà di fargli un favore), oppure seguire una sola strada o ignorarli completamente. Per ognuna delle nostre scelte, si dipanerà un pezzetto dell'intricatissima trama di Boiling Point, con una serie di risvolti imprevedibili che, in un certo qual modo, ci daranno l'illusoria consapevolezza di essere noi giocatori a guidare il filo degli eventi. Particolarmente interessante è la possibilità di parlare con tutti i personaggi del gioco : passanti, vecchiette, barboni, mafiosi e poliziotti, tutti avranno da dire la propria, con un sistema di dialogo a risposta multipla tipico di molti giochi di ruolo e affini. Quel che colpisce di BP:RtH è l'enormità della mappa di gioco. Oltre seicento chilometri quadrati da percorrere, per ambientazioni sempre diverse che ricorderanno, alla lontana, l'infernale paradiso arboricolo visto in FarCry. Per coprire un'area così vasta, avremo a disposizione, oltre alle nostre gambe (anche se è sconsigliabile percorre a piedi dozzine di chilometri virtuali per spostarsi da un obiettivo all'altro : ci vorrebbero ore reali!), una serie non indifferente di veicoli, tutti liberamente guidabili : almeno sei o sette vetture, motoscafi, un carro armato, un elicottero, un aereo et similia, per la bellezza di venticinque veicoli che aspettano solo di essere guidati.
Se la guida non sarà il nostro forte, potremo decidere di prendere un taxi, a patto di avere denaro disponibile. Quello dei soldi è un aspetto preso in grossa considerazione dai programmatori; grazie al denaro, acquisibile dalla spoliazione di un avversario morto o per aver adempiuto ad una missione, potremo acquistare potenziamenti e medikit, vetture e armi, nonché potremo, come detto, pagare un taxista affinché ci porti dove desideriamo, grazie ad una apposita mappa. I nostri soldini saranno custoditi nell'inventario che, pressoché identico a quello visto, ad esempio, in Giovanna d'Arco,si rivelerà pratico ed intuitivo. Una sorta di immagine all'infrarosso del nostro alter-ego ci mostrerà il nostro stato di salute che si ripercuoterà sulla risposta ai comandi : venire feriti ad un braccio significherà non poter utilizzare armi a due mani, mentre una pallottola in una gamba, ci porterà a zoppicare e all'impossibilità di correre, fino a quando non ci saremo curati. BP:RtH sarà mosso dal Vital Engine 2; questo potente motore grafico, è una evoluzione esponenziale di quello che mosse Codename : OutBreak. Anche se non siamo ai livelli del CryEngine o dell'infernale motore di D3, ci troviamo comunque di fronte ad un ottimo prodotto. Gli effetti lens saranno all'ordine del giorno ed un sapiente uso delle più raffinate tecniche di bump-mapping e vertex-shader (rispettivamente, superfici scabre ed espressioni facciali estremamente evolute). Il conteggio dei poligoni è di tutto rispetto, anche se, allo stato attuale, pare che il compromesso con l'hardware necessario sia un po' troppo elevato, rispetto al sia pur notevole spettacolo offerto.
Noi di GameSurf abbiamo testato un codice preview, pressoché completo, su AMD 2400+, con 768 MB di ram DDR 333 e GeForce FX 5700 Ultra da 128 MB DDR, a 1024*768 punti con i dettagli in media qualità; si sono palesati numerosi scatti a dir poco fastidiosi, anche se confidiamo in un futuro perfezionamento dell'Engine, in modo da renderlo più scalabile e affidabile. In ogni caso, quello che si è visto è parso convincente, scatti a parte. Sul fronte audio, si segnalano ottimi sound fx ed una colonna sonora di prim'ordine. Buono il doppiaggio in Inglese, e più che discreta la realizzazione tecnica e la conversione dei sottotitoli e dei menù nella lingua del BelPaese. In definitiva, motivi per aspettare questo Boiling Point ce ne sono a iosa...non resta che attendere, visto che ormai Maggio è alle porte.
...e c'era una volta anche la Mummia. Nella fattispecie il cinematografico riferimento è per l'antagonista delle due fortunate pellicole "La Mummia" e "La Mummia : il ritorno", quell'Arnold Vosloo che incarnava perfettamente il pelato Imhotep. Proprio questo attore è stato chiamato per divenire il nostro alter-ego digitale nell'ultima fatica dei signori della Deep Shadow, l'atteso Boiling Point : Road To Hell. Per quanti non ne fossero a conoscenza, i programmatori di BP:RtH, qualche anno fa, facevano parte di un altro team, il GCS Game World; diverse stagioni or sono, sfornarono un titolo dalle mille promesse, quel Codename : OutBreak che, dopo mesi e mesi di rinvii, stazionò pochissimo sugli scaffali per finire fin troppo presto nel dimenticatoio. Divagazioni a parte, oggi Roman Lut e Sergey Zabaryansky, i due capi fondatori di Deep Shadow, stanno tornando alla ribalta con un titolo che, sulla carta, promette se non di ridefinire un genere, quanto meno di allungare la linea di orizzonte degli FPS, mai come in questo periodo troppo simili a se stessi (con le dovute eccezioni!).
Giocando a Boiling Point : Road To Hell, ci troveremo negli stropicciati panni di un ex legionario, tale Saul Meyer, il quale, per scoprire cosa sia davvero accaduto alla figlia, dovrà necessariamente partire per una remota regione della Colombia, per cercare di ritrovarla. Durante il lungo e ottimamente realizzato filmato iniziale, vedremo la procace fanciulla (dotata di due argomentazioni anteriori non indifferenti) cadere vittima di un rapimento da parte di almeno due gentiluomini; niente di meglio per far innervosire il nostro Himotep il quale, rapidissimo, si imbarcherà in un lungo viaggio per cielo e per terra fino ad uno sperduto ma attivissimo villaggio da dove iniziare la ricerca...ed è qui che entreremo in scena noi : nei panni digitali di Arnold...pardon, di Saul, dovremo combattere una vera e propria lotta contro il tempo per venire a capo della situazione. BP:RtH non sarà uno sparatutto in senso stretto. Con la sua doppia visuale (prima e terza persona), e con tantissimi elementi "tipici" dei giochi di ruolo, Boiling Point apparirà più come una sapiente miscela di un gustoso frullato di più generi, mescolati (e non shakerati) per offrirci un gustoso titolo dove, una volta tanto, saremo noi i padroni della situazione (in una certa misura, almeno).
Si, perché il titolo patrocinato da Atari racchiude dentro di se una libertà d'azione che, sulla carta, costituisce una innovazione di un certo rilievo. Se è vero che il nostro obiettivo primario sarà comunque la liberazione di nostra figlia, è altrettanto vero che ritrovarla si rivelerà una impresa intricatissima. Decine di sottoquest ci verranno proposte e noi saremo liberi di scegliere quale portare avanti...o magari portarne avanti più di una o tutte. Ad esempio : c'e' un barista che ha parlato con nostra figlia il giorno prima del rapimento. Poi c'e' il suo editore (nostra figlia è una giornalista, anzi, una inviata di guerra) che è il solo a sapere in quale zona sia stata mandata. Poi, c'e' il medico del villaggio, che le ha fornito dei medicinali. Noi potremo scegliere se ascoltarli tutti ( e magari ognuno di loro ci chiederà di fargli un favore), oppure seguire una sola strada o ignorarli completamente. Per ognuna delle nostre scelte, si dipanerà un pezzetto dell'intricatissima trama di Boiling Point, con una serie di risvolti imprevedibili che, in un certo qual modo, ci daranno l'illusoria consapevolezza di essere noi giocatori a guidare il filo degli eventi. Particolarmente interessante è la possibilità di parlare con tutti i personaggi del gioco : passanti, vecchiette, barboni, mafiosi e poliziotti, tutti avranno da dire la propria, con un sistema di dialogo a risposta multipla tipico di molti giochi di ruolo e affini. Quel che colpisce di BP:RtH è l'enormità della mappa di gioco. Oltre seicento chilometri quadrati da percorrere, per ambientazioni sempre diverse che ricorderanno, alla lontana, l'infernale paradiso arboricolo visto in FarCry. Per coprire un'area così vasta, avremo a disposizione, oltre alle nostre gambe (anche se è sconsigliabile percorre a piedi dozzine di chilometri virtuali per spostarsi da un obiettivo all'altro : ci vorrebbero ore reali!), una serie non indifferente di veicoli, tutti liberamente guidabili : almeno sei o sette vetture, motoscafi, un carro armato, un elicottero, un aereo et similia, per la bellezza di venticinque veicoli che aspettano solo di essere guidati.
Se la guida non sarà il nostro forte, potremo decidere di prendere un taxi, a patto di avere denaro disponibile. Quello dei soldi è un aspetto preso in grossa considerazione dai programmatori; grazie al denaro, acquisibile dalla spoliazione di un avversario morto o per aver adempiuto ad una missione, potremo acquistare potenziamenti e medikit, vetture e armi, nonché potremo, come detto, pagare un taxista affinché ci porti dove desideriamo, grazie ad una apposita mappa. I nostri soldini saranno custoditi nell'inventario che, pressoché identico a quello visto, ad esempio, in Giovanna d'Arco,si rivelerà pratico ed intuitivo. Una sorta di immagine all'infrarosso del nostro alter-ego ci mostrerà il nostro stato di salute che si ripercuoterà sulla risposta ai comandi : venire feriti ad un braccio significherà non poter utilizzare armi a due mani, mentre una pallottola in una gamba, ci porterà a zoppicare e all'impossibilità di correre, fino a quando non ci saremo curati. BP:RtH sarà mosso dal Vital Engine 2; questo potente motore grafico, è una evoluzione esponenziale di quello che mosse Codename : OutBreak. Anche se non siamo ai livelli del CryEngine o dell'infernale motore di D3, ci troviamo comunque di fronte ad un ottimo prodotto. Gli effetti lens saranno all'ordine del giorno ed un sapiente uso delle più raffinate tecniche di bump-mapping e vertex-shader (rispettivamente, superfici scabre ed espressioni facciali estremamente evolute). Il conteggio dei poligoni è di tutto rispetto, anche se, allo stato attuale, pare che il compromesso con l'hardware necessario sia un po' troppo elevato, rispetto al sia pur notevole spettacolo offerto.
Noi di GameSurf abbiamo testato un codice preview, pressoché completo, su AMD 2400+, con 768 MB di ram DDR 333 e GeForce FX 5700 Ultra da 128 MB DDR, a 1024*768 punti con i dettagli in media qualità; si sono palesati numerosi scatti a dir poco fastidiosi, anche se confidiamo in un futuro perfezionamento dell'Engine, in modo da renderlo più scalabile e affidabile. In ogni caso, quello che si è visto è parso convincente, scatti a parte. Sul fronte audio, si segnalano ottimi sound fx ed una colonna sonora di prim'ordine. Buono il doppiaggio in Inglese, e più che discreta la realizzazione tecnica e la conversione dei sottotitoli e dei menù nella lingua del BelPaese. In definitiva, motivi per aspettare questo Boiling Point ce ne sono a iosa...non resta che attendere, visto che ormai Maggio è alle porte.