Borderlands 2
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Un dei giochi probabilmente più attesi dell'intera fiera é stato sicuramente Borderlands 2. Lo stand 2K é stato letteralmente preso d'assalto da giornalisti provenienti da tutto il globo per testare con mano l'ultima fatica di Gearbox che promette non tanto una rivoluzione in termini di gameplay o affini, quanto un'evoluzione di quanto abbiamo avuto modo di giocare nel primo e belissimo Borderlands.
Cooperativa e tattica
La presenza di una demo di quasi mezz'ora all'interno dello stand del publisher americano, ci ha dato modo di toccare con mano una versione abbastanza avanzata del prodotto, all'interno di una mappa cooperativa che ci chiedeva di distruggere quattro statue di Handsome Jack ( il nuovo nemico del gioco!) coadiuvati come sempre dal solito Claptrap. Per riuscire in questa missione, dovevamo utilizzare una specie di robot laser in grado di disintegrare gli obiettivi prescelti. Il nostro compito era quindi quello di collaborare con il nostro partner per proteggere il robot dall'assalto di un enorme numero di nemici.
Tutto é cominciato con la scelta del personaggio, e già qui abbiamo notato la prima grossa novità di questo hands on, erano infatti presenti le ultime due classi non annunciate: Zero una sorta di assassino e Axton un vero e proprio commando armati di tutto punto.
La nostra scelta é ovviamente ricaduta su Zero. Un personaggio in grado non solo di scomparire per non farsi vedere, ma in grado anche di colpire in maniera molto agile i punti critici dei nemici. Scelto il personaggio si é passati alla personalizzazione delle abilità attraverso la classica skill tree. Per la demo avevamo 16 punti da poter spendere in due rami differenti. Uno migliorava le tecniche e le abilità delle armi l'altro quelle del personaggio. Grazie ai nostri potenziamenti, Zero era ora in grado di creare molto più danno per il combattimento corpo a corpo e addirittura creare degli ologrammi di se stesso esplosivi.
Pur non avendolo utilizzato possiamo dirvi che Axton sarà un personaggio decisamente più comune con un nutrito parco di armi a sua disposizione che variano da un fucile di precisione ad un fucile a canne mozze e la possibilità di lanciare delle torrette per bloccare l'avanzata nemica.
Una volta iniziata la missione abbiamo percepito sin da subito un feeling abbastanza familiare. Tolta l'ovvia presenza di tonnellate di nuove armi e sopratutto la crescita del personaggio ora più profonda, per il resto Borderlands 2 offre lo stesso identico gameplay del primo.
All'interno della missione giocata abbiamo dovuti spargere quintali di proiettili su un numero imprecisato di nemici, ognuno differente dall'altro come sentinelle robot, uccelli meccanici volanti, umani e mega mostri tecnologici. Le sparatorie hanno anche dimostrato come sia nettamente migliorata la qualità delle fasi shooting, con le armi che ora non solo si distingueranno per rarità ed estetica, ma anche per un sensazione di sparo unica ed inimitabile.
Ancora una volta la cooperativa si é rivelata tale a tutti gli effetti, dato che proprio come nel primo troveremo una crescente difficoltà in base al numero di giocatori che in quel momento stanno partecipando alla partita. Proprio questo aspetto é quello che più é saltato all'occhio durante il nostro hands on. Borderlands 2 é infatti un titolo estremamente appagante, ma allo stesso tempo difficile e disposto a perdonare pochissimo. A testimoniare questa nostra affermazione ci pensa una barra della vita che non si ricaricherà con i medikit, trasformando il nostro scudo in uno strumento che influirà sulla nostra vita o morte.
Dove però Borderlands dimostra la sua superiorità é sicuramente nel parco armi. Rispetto al primo abbiamo non solo notato una spropositata quantità di nuove bocche da fuoco, ma anche una dislocazione sulla mappa più completa e ricca. In soli trenta minuti di gioco ad esempio oltre ad armi comuni e meno comuni, siamo addirittura riusciti a trovare un fucile da cecchino raro ( nel gioco catalogato con il colore viola, come nel primo! ), testimonianza questa dell'ottimo lavorato fatto in questo senso dagli sviluppatori.
Ovviamente, una breve prova multiplayer del titolo non basta per poterlo giudicare nella sua interezza, tuttavia vista l'estremamente cura riposta nello sviluppo siamo sicuri che Randy Pitchford e tutto il suo team saranno in grado di creare qualcosa di veramente unico e che tenga conto di un fattore che, anche se oggi non abbiamo visto, é fondamentale proprio come lo é stato nel primo capitolo: la trama.
Cooperativa e tattica
La presenza di una demo di quasi mezz'ora all'interno dello stand del publisher americano, ci ha dato modo di toccare con mano una versione abbastanza avanzata del prodotto, all'interno di una mappa cooperativa che ci chiedeva di distruggere quattro statue di Handsome Jack ( il nuovo nemico del gioco!) coadiuvati come sempre dal solito Claptrap. Per riuscire in questa missione, dovevamo utilizzare una specie di robot laser in grado di disintegrare gli obiettivi prescelti. Il nostro compito era quindi quello di collaborare con il nostro partner per proteggere il robot dall'assalto di un enorme numero di nemici.
Tutto é cominciato con la scelta del personaggio, e già qui abbiamo notato la prima grossa novità di questo hands on, erano infatti presenti le ultime due classi non annunciate: Zero una sorta di assassino e Axton un vero e proprio commando armati di tutto punto.
La nostra scelta é ovviamente ricaduta su Zero. Un personaggio in grado non solo di scomparire per non farsi vedere, ma in grado anche di colpire in maniera molto agile i punti critici dei nemici. Scelto il personaggio si é passati alla personalizzazione delle abilità attraverso la classica skill tree. Per la demo avevamo 16 punti da poter spendere in due rami differenti. Uno migliorava le tecniche e le abilità delle armi l'altro quelle del personaggio. Grazie ai nostri potenziamenti, Zero era ora in grado di creare molto più danno per il combattimento corpo a corpo e addirittura creare degli ologrammi di se stesso esplosivi.
Pur non avendolo utilizzato possiamo dirvi che Axton sarà un personaggio decisamente più comune con un nutrito parco di armi a sua disposizione che variano da un fucile di precisione ad un fucile a canne mozze e la possibilità di lanciare delle torrette per bloccare l'avanzata nemica.
Una volta iniziata la missione abbiamo percepito sin da subito un feeling abbastanza familiare. Tolta l'ovvia presenza di tonnellate di nuove armi e sopratutto la crescita del personaggio ora più profonda, per il resto Borderlands 2 offre lo stesso identico gameplay del primo.
All'interno della missione giocata abbiamo dovuti spargere quintali di proiettili su un numero imprecisato di nemici, ognuno differente dall'altro come sentinelle robot, uccelli meccanici volanti, umani e mega mostri tecnologici. Le sparatorie hanno anche dimostrato come sia nettamente migliorata la qualità delle fasi shooting, con le armi che ora non solo si distingueranno per rarità ed estetica, ma anche per un sensazione di sparo unica ed inimitabile.
Ancora una volta la cooperativa si é rivelata tale a tutti gli effetti, dato che proprio come nel primo troveremo una crescente difficoltà in base al numero di giocatori che in quel momento stanno partecipando alla partita. Proprio questo aspetto é quello che più é saltato all'occhio durante il nostro hands on. Borderlands 2 é infatti un titolo estremamente appagante, ma allo stesso tempo difficile e disposto a perdonare pochissimo. A testimoniare questa nostra affermazione ci pensa una barra della vita che non si ricaricherà con i medikit, trasformando il nostro scudo in uno strumento che influirà sulla nostra vita o morte.
Dove però Borderlands dimostra la sua superiorità é sicuramente nel parco armi. Rispetto al primo abbiamo non solo notato una spropositata quantità di nuove bocche da fuoco, ma anche una dislocazione sulla mappa più completa e ricca. In soli trenta minuti di gioco ad esempio oltre ad armi comuni e meno comuni, siamo addirittura riusciti a trovare un fucile da cecchino raro ( nel gioco catalogato con il colore viola, come nel primo! ), testimonianza questa dell'ottimo lavorato fatto in questo senso dagli sviluppatori.
Ovviamente, una breve prova multiplayer del titolo non basta per poterlo giudicare nella sua interezza, tuttavia vista l'estremamente cura riposta nello sviluppo siamo sicuri che Randy Pitchford e tutto il suo team saranno in grado di creare qualcosa di veramente unico e che tenga conto di un fattore che, anche se oggi non abbiamo visto, é fondamentale proprio come lo é stato nel primo capitolo: la trama.