Borderlands
di
Cosa troveremo nel “vaso” di... Pandora?
Scoperto un pianeta, si fa presto a colonizzarlo. Soprattutto se lo si crede disabitato. Perché se dopo pochi anni ci si ritrova a dover sostenere il risveglio dal letargo di una massa di mostri inferociti e affamati, tutto si fa maledettamente più complicato. Non che prima le cose fossero perfette, ma quantomeno nessun carnivoro nato in chissà quale anfratto di Pandora (con un po' troppo ottimismo é questo il nome dato alla nuova casa dei terrestri) voleva sbranarci. Certo, approdati con tante speranze sul nuovo mondo ci si era ritrovati a fare i conti con i soliti problemi di differenze di classe, con i ricchi a fare la bella vita e tutti gli altri relegati in una situazione ai limiti dell'anarchia. Ma la speranza non muore mai, e molte persone continuavano ad arrivare su Pandora attratti dalla possibilità di scoprire raffinate e preziose tecnologie aliene, in quella che sembrava una nuova corsa all'oro, come nel vecchio west.
A nutrire maggiormente i sogni dei coloni arrivò anche il ritrovamento di alcune registrazioni che, come in una caccia al tesoro, parlarono di un antico luogo dove sarebbero state custodite tantissime tecnologie, capaci di cambiare la vita di chiunque. Inutile dire che, gli unici ad aver trovato questa novella Eldorado, furono spazzati via dalle forse misteriose a sua difesa. Potevamo esimerci dal partire alla ricerca del mitico luogo, vagando in lungo e in largo per questo pianeta tanto vasto quanto deserto e pericoloso? Certo che no, soprattutto se a mandarci il biglietto d'invito per l'avventura é il team Gearbox, già al lavoro sulla saga di Brother in Arms e questa volta con la produzione della Take 2.
Alla ricerca di stimoli nuovi da offrire ai giocatori, i Gearbox hanno pensato di mescolare le carte rispetto ai soliti giochi presenti sul mercato. Nasce così un particolare miscuglio tra sparatutto, action e gioco di ruolo. Impersoneremo uno dei quattro eroi della storia, Mordecai, Lilith, Brick e Roland, ognuno con un diverso passato alle spalle e, naturalmente, con una gamma di poteri e abilità peculiari che ne delineeranno l'importanza sul bilanciamento e le fortune del gruppo.
Nuovo colore tra lande desolate
In un ambiente che ci ricorda per sommi capi il mondo devastato visto in film come Mad Max (consigliamo a chi non lo conoscesse di recuperarlo), ci dovremo muovere utilizzando una visuale in prima persona, come in un qualsiasi sparatutto. A corredo però, avremo una sequela di skill e capacità (anche sovrannaturali) da utilizzare al meglio, migliorandole tramite un sistema classico di crescita di livello. Quello che sin dai primissimo annunci sul gioco (parliamo del 2007) ha colpito, é l'inserimento di un numero di armi quantomeno elevato.
Parliamo infatti di più di mezzo milione di strumenti d'offesa, in un catalogo che va dalle armi bianche sino alle classiche pistole, passando per fucili e via dicendo. Tramite un sistema studiato appositamente, centinaia e centinaia di elementi saranno mescolabili, per dare vita ad armi differenti sia nell'aspetto che nel funzionamento. I ragazzi di Gearbox non hanno dubbi: nemmeno il più accanito dei giocatori potrà vedere tutte le combinazioni disponibili, anche se siamo sicuri che più di un utente prenderà questa dichiarazione come una sfida e cercherà di rendere reale l'impresa, nonostante le differenze reali tra queste, potrebbero talvolta essere minime.
A corredo dell'interessante features, segnaliamo un altrettanto curioso metodo per gestire l'inventario. Invece di avere uno “zaino” in cui inserire tutto ciò che troveremo nelle nostre avventure, tutto sarà gestito in base a quello che il nostro eroe riuscirà a ricordare attraverso la sua memoria. Insomma, una volta che avremo imparato a menadito come costruire un oggetto, potremo sfruttare la tecnologia in nostro possesso per crearlo immediatamente, salvando in un certo senso la verosimiglianza che molto spesso decade davanti a improbabili inventari infiniti.
Quel che poi non può passare inosservato é il particolare impatto grafico del gioco che, con il passare dei mesi di sviluppo, ha lasciato una prima versione nettamente più realistica per passare ad un cartoonesco cell shading o, per chiamarlo come preferiscono i Gearbox, Concept Art Style. Una scelta figlia del desiderio di rendere il prodotto finale più simile agli art work del progetto, oltre alla palese capacità di discostarsi dalla massa dei prodotti anche per un colpo d'occhio più inusuale e colorato. La scelta sembra intrigante, soprattutto per la capacità di donare carattere ad un paesaggio che forse poteva soffrire di una certa piattezza, vista la morfologia scelta per Pandora.
In tanti si combatte meglio
Oltre alla modalità in singolo, dove appunto dovremo impersonare uno dei quattro personaggi disponibili, Borderlands promette di dare ampio risalto al multiplayer, in quello che dovrebbe tradursi come la possibilità di affrontare il gioco in un massimo di quattro compagni. La longevità sembra quindi essere assicurata, anche perché la storia principale offrirà 30 quest necessarie allo svolgimento della trama e ben 130 missioni secondarie, donando al titolo una marcata impronta free-roaming. Non per nulla sarà bene guardarsi intorno senza mai abbassare la guardia: dietro ogni angolo potrebbe nascondersi un nemico pronto a farci a polpette, ma con il proverbiale altro lato della medaglia potremo scoprire diverse sorprese. Oltre a depredare (come si conviene ad ogni avventuriero) i corpi degli avversari uccisi, potremo persino controllare le carcasse dei mostri alla ricerca di qualche cosa di utile rimasta sullo stomaco all'alieno di turno.
Le buone idee sembrano esserci tutte, ma sarà quantomeno necessario metterle alla prova in presenza del gioco completo, per capire il reale impatto delle features rispetto all'attuale panorama dei videogame. Se tutto dovesse andare come Take 2 e Gearbox si augurano, potremmo avere un nuovo pianeta da segnare sulle nostre mappe stellari alla voce “esplorazioni a mano armata”. Appuntamento ad Ottobre!
Scoperto un pianeta, si fa presto a colonizzarlo. Soprattutto se lo si crede disabitato. Perché se dopo pochi anni ci si ritrova a dover sostenere il risveglio dal letargo di una massa di mostri inferociti e affamati, tutto si fa maledettamente più complicato. Non che prima le cose fossero perfette, ma quantomeno nessun carnivoro nato in chissà quale anfratto di Pandora (con un po' troppo ottimismo é questo il nome dato alla nuova casa dei terrestri) voleva sbranarci. Certo, approdati con tante speranze sul nuovo mondo ci si era ritrovati a fare i conti con i soliti problemi di differenze di classe, con i ricchi a fare la bella vita e tutti gli altri relegati in una situazione ai limiti dell'anarchia. Ma la speranza non muore mai, e molte persone continuavano ad arrivare su Pandora attratti dalla possibilità di scoprire raffinate e preziose tecnologie aliene, in quella che sembrava una nuova corsa all'oro, come nel vecchio west.
A nutrire maggiormente i sogni dei coloni arrivò anche il ritrovamento di alcune registrazioni che, come in una caccia al tesoro, parlarono di un antico luogo dove sarebbero state custodite tantissime tecnologie, capaci di cambiare la vita di chiunque. Inutile dire che, gli unici ad aver trovato questa novella Eldorado, furono spazzati via dalle forse misteriose a sua difesa. Potevamo esimerci dal partire alla ricerca del mitico luogo, vagando in lungo e in largo per questo pianeta tanto vasto quanto deserto e pericoloso? Certo che no, soprattutto se a mandarci il biglietto d'invito per l'avventura é il team Gearbox, già al lavoro sulla saga di Brother in Arms e questa volta con la produzione della Take 2.
Alla ricerca di stimoli nuovi da offrire ai giocatori, i Gearbox hanno pensato di mescolare le carte rispetto ai soliti giochi presenti sul mercato. Nasce così un particolare miscuglio tra sparatutto, action e gioco di ruolo. Impersoneremo uno dei quattro eroi della storia, Mordecai, Lilith, Brick e Roland, ognuno con un diverso passato alle spalle e, naturalmente, con una gamma di poteri e abilità peculiari che ne delineeranno l'importanza sul bilanciamento e le fortune del gruppo.
Nuovo colore tra lande desolate
In un ambiente che ci ricorda per sommi capi il mondo devastato visto in film come Mad Max (consigliamo a chi non lo conoscesse di recuperarlo), ci dovremo muovere utilizzando una visuale in prima persona, come in un qualsiasi sparatutto. A corredo però, avremo una sequela di skill e capacità (anche sovrannaturali) da utilizzare al meglio, migliorandole tramite un sistema classico di crescita di livello. Quello che sin dai primissimo annunci sul gioco (parliamo del 2007) ha colpito, é l'inserimento di un numero di armi quantomeno elevato.
Parliamo infatti di più di mezzo milione di strumenti d'offesa, in un catalogo che va dalle armi bianche sino alle classiche pistole, passando per fucili e via dicendo. Tramite un sistema studiato appositamente, centinaia e centinaia di elementi saranno mescolabili, per dare vita ad armi differenti sia nell'aspetto che nel funzionamento. I ragazzi di Gearbox non hanno dubbi: nemmeno il più accanito dei giocatori potrà vedere tutte le combinazioni disponibili, anche se siamo sicuri che più di un utente prenderà questa dichiarazione come una sfida e cercherà di rendere reale l'impresa, nonostante le differenze reali tra queste, potrebbero talvolta essere minime.
A corredo dell'interessante features, segnaliamo un altrettanto curioso metodo per gestire l'inventario. Invece di avere uno “zaino” in cui inserire tutto ciò che troveremo nelle nostre avventure, tutto sarà gestito in base a quello che il nostro eroe riuscirà a ricordare attraverso la sua memoria. Insomma, una volta che avremo imparato a menadito come costruire un oggetto, potremo sfruttare la tecnologia in nostro possesso per crearlo immediatamente, salvando in un certo senso la verosimiglianza che molto spesso decade davanti a improbabili inventari infiniti.
Quel che poi non può passare inosservato é il particolare impatto grafico del gioco che, con il passare dei mesi di sviluppo, ha lasciato una prima versione nettamente più realistica per passare ad un cartoonesco cell shading o, per chiamarlo come preferiscono i Gearbox, Concept Art Style. Una scelta figlia del desiderio di rendere il prodotto finale più simile agli art work del progetto, oltre alla palese capacità di discostarsi dalla massa dei prodotti anche per un colpo d'occhio più inusuale e colorato. La scelta sembra intrigante, soprattutto per la capacità di donare carattere ad un paesaggio che forse poteva soffrire di una certa piattezza, vista la morfologia scelta per Pandora.
In tanti si combatte meglio
Oltre alla modalità in singolo, dove appunto dovremo impersonare uno dei quattro personaggi disponibili, Borderlands promette di dare ampio risalto al multiplayer, in quello che dovrebbe tradursi come la possibilità di affrontare il gioco in un massimo di quattro compagni. La longevità sembra quindi essere assicurata, anche perché la storia principale offrirà 30 quest necessarie allo svolgimento della trama e ben 130 missioni secondarie, donando al titolo una marcata impronta free-roaming. Non per nulla sarà bene guardarsi intorno senza mai abbassare la guardia: dietro ogni angolo potrebbe nascondersi un nemico pronto a farci a polpette, ma con il proverbiale altro lato della medaglia potremo scoprire diverse sorprese. Oltre a depredare (come si conviene ad ogni avventuriero) i corpi degli avversari uccisi, potremo persino controllare le carcasse dei mostri alla ricerca di qualche cosa di utile rimasta sullo stomaco all'alieno di turno.
Le buone idee sembrano esserci tutte, ma sarà quantomeno necessario metterle alla prova in presenza del gioco completo, per capire il reale impatto delle features rispetto all'attuale panorama dei videogame. Se tutto dovesse andare come Take 2 e Gearbox si augurano, potremmo avere un nuovo pianeta da segnare sulle nostre mappe stellari alla voce “esplorazioni a mano armata”. Appuntamento ad Ottobre!