Borderlands
di
Luca Gambino
Dopo il primo contatto londinese con l'universo di Borderlands la curiosità di poter testare con più calma l'utlimo nato in casa Gearbox era veramente tanta. La trasferta inglese ci aveva permesso di mettere le mani su un prodotto potenzialmente interessante, data anche la peculiare natura del gioco e per la sua caratterizzazione sopra le righe e accattivante com'é ormai sempre più difficile in un mercato stereotipato come mai prima d'ora. La sfida di Borderlands é di quelle toste. Unire due generi rocciosi come gli shooter in prima persona di stampo classico e quello dei giochi di ruolo non é sicuramente impresa da poco, specialmente se tutto l'impianto di gioco é posto sotto il cappello di una colorata grafica in cel shading che rende fumettosa un'ambientazione che, al contrario, é il triste lascito di un pianeta abbandonato a sé stesso.
Quattro le classi disponibili su Borderlands, tutti uniti da una medesima storyline che si dipana lentamente nel corso delle missioni (e che vi vede alla ricerca di una misteriosa cripta, tra le altre cose). Differenti invece le attitudini di combattimento e di armamenti assegnati ad ognuno dei personaggi che andranno a facilitare o meno la nostra esistenza sul pianeta Pandora. La scelta del personaggio e il suo successivo sviluppo é di particolare importanza anche per il bilanciamento di quello che sarà uno dei punti di forza di Borderlands, ovvero la modalità cooperativa fino a quattro giocatori.
Sebbene Borderlands porti in sé i segni germinali del classico gioco di ruolo con tanto di Level Up e abilità da affinare, non aspettatevi di vivere l'epico viaggio tipico di giochi come Oblivion e simili. Quello studiato da Gearbox é un sistema di gioco più simile a un free roaming che ci vedrà impegnati nel portare a termine missioni (generalmente di durata medio-breve) per i vari personaggi che incontreremo di volta in volta sul nostro cammino. La natura delle missioni é quantomeno varia e spazia tra l'uccisione di un tot di Skag (animali indigeni inizialmente docili ma via via sempre più letali), fino all'assalto a testa bassa in accampamenti popolati da banditi armati fino ai denti.
Quello delle armi é stato fin dalla sua primissima presentazione, uno degli elementi distintivi di Borderlands.
A prescindere dal numero effettivamente a disposizione, quello che ci troviamo a corredo é un arsenale di assoluto rispetto, composto da elementi di precisione (fucili da cecchino) che si alternano ad altri utili più per il corpo a corpo o lo sterminio di massa a si affiancano (almeno per quanto potuto vedere nella nostra preview) , alcune interessanti pistole con proiettili “incendiari” e fucili ad impulso utili per stordire il nostro malcapitato avversario.
Ovviamente, così come in ogni altro RPG che si rispetti, il nostro personaggio potrà portare con sé solo un certo numero di oggetti, costringendoci quindi a scegliere il tipo di equipaggiamento più adatto per ogni tipo di missioni. Se la caccia agli Skag, ad esempio, puoi richiedere l'utilizzo di un semplice fucile a pompa o un mitragliatore di grosso calibro, assaltare l'accampamento di famigerati banditi delle Lands potrà richiedere un approccio più ponderato, con un sapiente uso del fucile da cecchino per sfoltire le fila nemiche, rifinendo poi il lavoro con un arma più leggera e rapida.
Portare a termine una missione ed accontentare quindi il mandante della stessa porterà in beneficio un certo numero di punti esperienza e, nella maggior parte dei casi, un congruo premio in denaro. Nelle terre di confine il denaro ha valore fondamentale perché consentirà il potenziamento delle armi o l'acquisto di nuovi accessori, medikit o scudi di protezione (che potranno successivamente essere potenziati). Essere sempre protetti e in buona salute ha valore fondamentale in Borderlands, dal momento che il pericolo é in agguanto dietro ogni duna o anfratto. A tal proposito é stata inserita una feature molto simpatica e interessante. Quando il nostro personaggio sarà ferito mortalmente dal nemico avrà a disposizione una manciata di secondi per “lottare” per la propria vita. Se in questo lasso di tempo riuscirà ad uccidere il suo avversaria, verrà salvato da morte certa con un certo “Health Bonus” che gli consentirà di sopravvivere e cercare riparo. Altra feature interessante, che sfortunatamente non abbiamo potuto testare in sede di Hands on, é quella dell'Arena, dove potremo confrontarci con altri utenti online in scontri all'ultimo sangue, sbloccando nuovi bonus per il vincitore. Un'integrazione online/offline atipica ed interessante che accresce l'interesse che gravita attorno all'ultimo nato in caso Gearbox.
Un interesse marcato anche dal peculiare approccio grafico e artistico. L'universo in stile “Mad Max” é un utilizzo del cel shading che qui viene usato con termini e tratti decisamente maturi, abbandonando le sponde fumettose che l'hanno visto da sempre protagonista. Quello di Borderlands é un mondo desolato, spoglio e ostile, riprodotto perfettamente sullo schermo grazie ad un generoso dispendio poligonale e un senso artistico decisamente “malato”, che affonda le sue radici proprio in opere cinematografiche del genere post apocalittico come quella creata da George Miller. Un mondo vastissimo e variopinto, che avremo la fortuna di percorrere anche grazie ai mezzi messi a disposizione del giocatore grazie ai quali potrà accedere a zone altrimenti inaccessibili e che potrà sfruttare come mezzo d'offesa (con tanto di achievement dedicati).
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Quattro le classi disponibili su Borderlands, tutti uniti da una medesima storyline che si dipana lentamente nel corso delle missioni (e che vi vede alla ricerca di una misteriosa cripta, tra le altre cose). Differenti invece le attitudini di combattimento e di armamenti assegnati ad ognuno dei personaggi che andranno a facilitare o meno la nostra esistenza sul pianeta Pandora. La scelta del personaggio e il suo successivo sviluppo é di particolare importanza anche per il bilanciamento di quello che sarà uno dei punti di forza di Borderlands, ovvero la modalità cooperativa fino a quattro giocatori.
Sebbene Borderlands porti in sé i segni germinali del classico gioco di ruolo con tanto di Level Up e abilità da affinare, non aspettatevi di vivere l'epico viaggio tipico di giochi come Oblivion e simili. Quello studiato da Gearbox é un sistema di gioco più simile a un free roaming che ci vedrà impegnati nel portare a termine missioni (generalmente di durata medio-breve) per i vari personaggi che incontreremo di volta in volta sul nostro cammino. La natura delle missioni é quantomeno varia e spazia tra l'uccisione di un tot di Skag (animali indigeni inizialmente docili ma via via sempre più letali), fino all'assalto a testa bassa in accampamenti popolati da banditi armati fino ai denti.
Quello delle armi é stato fin dalla sua primissima presentazione, uno degli elementi distintivi di Borderlands.
A prescindere dal numero effettivamente a disposizione, quello che ci troviamo a corredo é un arsenale di assoluto rispetto, composto da elementi di precisione (fucili da cecchino) che si alternano ad altri utili più per il corpo a corpo o lo sterminio di massa a si affiancano (almeno per quanto potuto vedere nella nostra preview) , alcune interessanti pistole con proiettili “incendiari” e fucili ad impulso utili per stordire il nostro malcapitato avversario.
Ovviamente, così come in ogni altro RPG che si rispetti, il nostro personaggio potrà portare con sé solo un certo numero di oggetti, costringendoci quindi a scegliere il tipo di equipaggiamento più adatto per ogni tipo di missioni. Se la caccia agli Skag, ad esempio, puoi richiedere l'utilizzo di un semplice fucile a pompa o un mitragliatore di grosso calibro, assaltare l'accampamento di famigerati banditi delle Lands potrà richiedere un approccio più ponderato, con un sapiente uso del fucile da cecchino per sfoltire le fila nemiche, rifinendo poi il lavoro con un arma più leggera e rapida.
Portare a termine una missione ed accontentare quindi il mandante della stessa porterà in beneficio un certo numero di punti esperienza e, nella maggior parte dei casi, un congruo premio in denaro. Nelle terre di confine il denaro ha valore fondamentale perché consentirà il potenziamento delle armi o l'acquisto di nuovi accessori, medikit o scudi di protezione (che potranno successivamente essere potenziati). Essere sempre protetti e in buona salute ha valore fondamentale in Borderlands, dal momento che il pericolo é in agguanto dietro ogni duna o anfratto. A tal proposito é stata inserita una feature molto simpatica e interessante. Quando il nostro personaggio sarà ferito mortalmente dal nemico avrà a disposizione una manciata di secondi per “lottare” per la propria vita. Se in questo lasso di tempo riuscirà ad uccidere il suo avversaria, verrà salvato da morte certa con un certo “Health Bonus” che gli consentirà di sopravvivere e cercare riparo. Altra feature interessante, che sfortunatamente non abbiamo potuto testare in sede di Hands on, é quella dell'Arena, dove potremo confrontarci con altri utenti online in scontri all'ultimo sangue, sbloccando nuovi bonus per il vincitore. Un'integrazione online/offline atipica ed interessante che accresce l'interesse che gravita attorno all'ultimo nato in caso Gearbox.
Un interesse marcato anche dal peculiare approccio grafico e artistico. L'universo in stile “Mad Max” é un utilizzo del cel shading che qui viene usato con termini e tratti decisamente maturi, abbandonando le sponde fumettose che l'hanno visto da sempre protagonista. Quello di Borderlands é un mondo desolato, spoglio e ostile, riprodotto perfettamente sullo schermo grazie ad un generoso dispendio poligonale e un senso artistico decisamente “malato”, che affonda le sue radici proprio in opere cinematografiche del genere post apocalittico come quella creata da George Miller. Un mondo vastissimo e variopinto, che avremo la fortuna di percorrere anche grazie ai mezzi messi a disposizione del giocatore grazie ai quali potrà accedere a zone altrimenti inaccessibili e che potrà sfruttare come mezzo d'offesa (con tanto di achievement dedicati).
Borderlands
Borderlands
Bordelands conferma le ottime impressioni avute nel corso del nostro primo hands on e rilancia. Un mix tra gioco di ruolo e FPS che ci ha sbalordito per la sua qualità e la grinta con cui si é presentato sullo schermo. Le sei ore di test (su un totale di almeno 25 ore garantite), ci hanno mostrato un prodotto carismatico, accattivante e tecnicamente ben realizzato. Il sistema di gioco, le classi, la caratterizzazione e la modalità cooperativa sono imprescindibili punti di forza che lo possono portare allo status di “sorpresa dell'anno”. Ancora una settimana esatta per il verdetto finale, ma per il momento “Thumbs up”!