Brothers in arms
di
"C'è qualcosa di strano nell'eroismo in guerra. La scorsa notte osservai un uomo che conosco sin dalle scuole superiori dare la vita per l'uomo accanto a sè. E' qualcosa che ha a che fare con l'avere un amico, un compagno di squadra, un fratello. Morire per lui non è un problema. E' come respirare."
Dal diario del Serg. Matt Baker,
3a Squadra, 3° Plotone, Compagnia Fox, 502° PIR,
101° Aviotrasportati
5 Giugno 1944 La notte prima del D-Day
Dopo un lungo periodo d'addestramento a Camp Tocoa in Georgia, la Compagnia Fox viene traferita ad Aldbourne in Inghilterra per completare la fase d'addestramento per l'invasione dell'Europa. Nella settimana precedente il D-Day, la Compagnia Fox assieme alle altre compagnie del 101° aviotrasportati viene dislocata ad Uppottery, luogo da cui partiranno poi centinaia di aerei con il compito di portare i parà al di là della Manica in località ben precise in cui si dovranno lanciare.
La nostra missione ha inizio nella notte fra il 5 e il 6 giugno del 1944. Abbiamo appena sorvolato la Manica dopo lunghissimi mesi di addestramento, l'aria che si respira a bordo la si potrebbe tagliare con un coltello, la tensione è alle stelle. Ci avviciniamo alla zona prestabilita di lancio. Il semaforo rosso si accende ma qualche istante dopo inizia un intenso fuoco pesante delle contraeree tedesche. Ha inizio l'inferno, il segnale segna ancora rosso, un rosso che non sembra mai voler diventare verde, tutt'attorno a noi c'è fuoco, solo fuoco. Aerei che vengono abbattuti, aerei che precipitando vanno a scontrarsi con altri aerei ancora incolumi, centinaia di uomini che muoiono senza poter far nulla ancor prima di veder terra e noi, là, immobili, e quel cazzo di semaforo che non ne vuol sapere di cambiar colore.
Improvvisamente il nostro aereo viene colpito, dobbiamo lanciarci! Non c'è più tempo per attendere il segnale, rischiamo di precipitare con l'aereo! Dobbiamo lanciarci!!!
La nostra avventura all'inferno inizia così.
Io ed i miei parà abbiamo oggi ricevuto l'ordine di lanciarci in Normandia. Saremo i primi all'interno, i primi a combattere. Gli Screaming Eagles non abbandoneranno i ragazzi sulla spiaggia, ed io non abbandonerò i miei uomini.
In Brothers in Arms: Road to Hill 30 vestiremo i panni del sergente Matt Baker, capitano della terza squadra del terzo plotone della compagnia Fox che nella notte fra il 5 ed il 6 giugno del 1944 prese parte alla più grande operazione di lancio di tutti i tempi sul suolo della Normandia. Operazione che diede il via qualche ora più tardi nelle spiagge chiamate in codice Utah, Omaha, Juno, Sword e Gold alla più grande azione militare di sempre: lo Sbarco in Normandia. La storia e le missioni dei fratelli in armi ruotano tutte attorno a vicende realmente accadute nel corso dei giorni immediatamente successivi al D-Day, e questo, assicurano gli sviluppatori, non è stato affatto facile da realizzare ma ha richiesto una meticolosa opera di raccolta d'informazioni dagli archivi dell'US Army, unita alla raccolta di numerose testimonianze di alcuni reduci della campagna di Normandia e l'analisi di migliaia di foto aeree presenti negli archivi storici oltre che a veri e propri sopralluoghi nelle zone interessate dal gioco.
Quello che più ci colpisce guardando il filmato della dimostrazione effettuata da Randy Pitchford, Presidente di Gearbox Software, e John Antal (Colonnello in pensione dei Ranger, US. Army) nel corso dell' E3 2004 a Los Angeles è la sensazionale atmosfera che avvolge tutto il gioco. Finalmente un titolo ambientato in un contesto di guerra che non mira a farci sentire dei rambo con la missione di salvare il mondo. Finalmente un gioco che punta a farci conoscere da vicino, per quanto possibile e con le dovute proporzioni, la guerra. Un gioco che guarda con più intensità dei suoi "colleghi" a tutti quei legami di profonda amicizia che si instaurano tra i militari in battaglia, che spinge il morale della squadra ad elemento fondamentale nella conduzione delle azioni e che ci legherà sempre di più nel corso del gioco a quei ragazzi di vent'anni a tal punto che quasi ci dispiacerà lasciarli quando arriveremo alla fine del gioco.
Nel nome della Libertà, combatterono per il proprio paese, le proprie famiglie, i propri fratelli.
Come soldati, combatterono uniti.
Come una squadra, prosperarono.
La nostra squadra, come tutta la 101esima del resto, è sparpagliata in un'aerea vastissima e quasi tutte le formazioni si ritrovano al di fuori dalla loro zona di lancio per colpa della gran confusione creatasi nel momento in cui la contraerea tedesca era entrata in azione. Non potremo contare su tutti i nostri compagni, ammesso che siano ancora vivi. Le prime missioni quindi non le porteremo a termine con la squadra al completo ma con gli uomini che via via recupereremo nel corso della nostra campagna. In Brothers in Arms: Road to Hill 30 ci troveremo a capitanare al massimo sei uomini per volta, suddivisi in due team, uno denominato "squadra d'assalto" e uno "squadra di copertura". Fra i principali compiti del team d'assalto come già svela il nome è quello di andare in avanscoperta, fare il lavoro sporco insomma, assicurando una certa stabilità alla zona d'azione eliminando la resistenza incontrata. Il team di copertura avrà come compito fondamentale quello di assicurare la copertura al team d'assalto e fornirgli supporto nel caso la situazione lo richiedesse. Se avete già avuto modo di giocare a Full Spectrum Warriorm una certa idea di come gestire i team già dovreste averla. Se non avete avuto modo di provarlo, possiamo assicurarvi che la cosa necessiterà di un piccolo apprendistato per tutti e alla fine sarà molto esaltante comandare sei uomini in battaglia. In Brothers in Arms: Road to Hill 30 infatti, non seguiremo lo svolgersi dell'azione dal di fuori come accadeva nel titolo dei Pandemic ma saremo catapultati nel bel mezzo dell'azione perché oltre ai due team dovremo gestire anche il nostro alter ego Matt Baker, e questo fattore aggiunto a scenari molti vivi renderà le atmosfere adrenaliniche e frenetiche.
Dal diario del Serg. Matt Baker,
3a Squadra, 3° Plotone, Compagnia Fox, 502° PIR,
101° Aviotrasportati
5 Giugno 1944 La notte prima del D-Day
Dopo un lungo periodo d'addestramento a Camp Tocoa in Georgia, la Compagnia Fox viene traferita ad Aldbourne in Inghilterra per completare la fase d'addestramento per l'invasione dell'Europa. Nella settimana precedente il D-Day, la Compagnia Fox assieme alle altre compagnie del 101° aviotrasportati viene dislocata ad Uppottery, luogo da cui partiranno poi centinaia di aerei con il compito di portare i parà al di là della Manica in località ben precise in cui si dovranno lanciare.
La nostra missione ha inizio nella notte fra il 5 e il 6 giugno del 1944. Abbiamo appena sorvolato la Manica dopo lunghissimi mesi di addestramento, l'aria che si respira a bordo la si potrebbe tagliare con un coltello, la tensione è alle stelle. Ci avviciniamo alla zona prestabilita di lancio. Il semaforo rosso si accende ma qualche istante dopo inizia un intenso fuoco pesante delle contraeree tedesche. Ha inizio l'inferno, il segnale segna ancora rosso, un rosso che non sembra mai voler diventare verde, tutt'attorno a noi c'è fuoco, solo fuoco. Aerei che vengono abbattuti, aerei che precipitando vanno a scontrarsi con altri aerei ancora incolumi, centinaia di uomini che muoiono senza poter far nulla ancor prima di veder terra e noi, là, immobili, e quel cazzo di semaforo che non ne vuol sapere di cambiar colore.
Improvvisamente il nostro aereo viene colpito, dobbiamo lanciarci! Non c'è più tempo per attendere il segnale, rischiamo di precipitare con l'aereo! Dobbiamo lanciarci!!!
La nostra avventura all'inferno inizia così.
Io ed i miei parà abbiamo oggi ricevuto l'ordine di lanciarci in Normandia. Saremo i primi all'interno, i primi a combattere. Gli Screaming Eagles non abbandoneranno i ragazzi sulla spiaggia, ed io non abbandonerò i miei uomini.
In Brothers in Arms: Road to Hill 30 vestiremo i panni del sergente Matt Baker, capitano della terza squadra del terzo plotone della compagnia Fox che nella notte fra il 5 ed il 6 giugno del 1944 prese parte alla più grande operazione di lancio di tutti i tempi sul suolo della Normandia. Operazione che diede il via qualche ora più tardi nelle spiagge chiamate in codice Utah, Omaha, Juno, Sword e Gold alla più grande azione militare di sempre: lo Sbarco in Normandia. La storia e le missioni dei fratelli in armi ruotano tutte attorno a vicende realmente accadute nel corso dei giorni immediatamente successivi al D-Day, e questo, assicurano gli sviluppatori, non è stato affatto facile da realizzare ma ha richiesto una meticolosa opera di raccolta d'informazioni dagli archivi dell'US Army, unita alla raccolta di numerose testimonianze di alcuni reduci della campagna di Normandia e l'analisi di migliaia di foto aeree presenti negli archivi storici oltre che a veri e propri sopralluoghi nelle zone interessate dal gioco.
Quello che più ci colpisce guardando il filmato della dimostrazione effettuata da Randy Pitchford, Presidente di Gearbox Software, e John Antal (Colonnello in pensione dei Ranger, US. Army) nel corso dell' E3 2004 a Los Angeles è la sensazionale atmosfera che avvolge tutto il gioco. Finalmente un titolo ambientato in un contesto di guerra che non mira a farci sentire dei rambo con la missione di salvare il mondo. Finalmente un gioco che punta a farci conoscere da vicino, per quanto possibile e con le dovute proporzioni, la guerra. Un gioco che guarda con più intensità dei suoi "colleghi" a tutti quei legami di profonda amicizia che si instaurano tra i militari in battaglia, che spinge il morale della squadra ad elemento fondamentale nella conduzione delle azioni e che ci legherà sempre di più nel corso del gioco a quei ragazzi di vent'anni a tal punto che quasi ci dispiacerà lasciarli quando arriveremo alla fine del gioco.
Nel nome della Libertà, combatterono per il proprio paese, le proprie famiglie, i propri fratelli.
Come soldati, combatterono uniti.
Come una squadra, prosperarono.
La nostra squadra, come tutta la 101esima del resto, è sparpagliata in un'aerea vastissima e quasi tutte le formazioni si ritrovano al di fuori dalla loro zona di lancio per colpa della gran confusione creatasi nel momento in cui la contraerea tedesca era entrata in azione. Non potremo contare su tutti i nostri compagni, ammesso che siano ancora vivi. Le prime missioni quindi non le porteremo a termine con la squadra al completo ma con gli uomini che via via recupereremo nel corso della nostra campagna. In Brothers in Arms: Road to Hill 30 ci troveremo a capitanare al massimo sei uomini per volta, suddivisi in due team, uno denominato "squadra d'assalto" e uno "squadra di copertura". Fra i principali compiti del team d'assalto come già svela il nome è quello di andare in avanscoperta, fare il lavoro sporco insomma, assicurando una certa stabilità alla zona d'azione eliminando la resistenza incontrata. Il team di copertura avrà come compito fondamentale quello di assicurare la copertura al team d'assalto e fornirgli supporto nel caso la situazione lo richiedesse. Se avete già avuto modo di giocare a Full Spectrum Warriorm una certa idea di come gestire i team già dovreste averla. Se non avete avuto modo di provarlo, possiamo assicurarvi che la cosa necessiterà di un piccolo apprendistato per tutti e alla fine sarà molto esaltante comandare sei uomini in battaglia. In Brothers in Arms: Road to Hill 30 infatti, non seguiremo lo svolgersi dell'azione dal di fuori come accadeva nel titolo dei Pandemic ma saremo catapultati nel bel mezzo dell'azione perché oltre ai due team dovremo gestire anche il nostro alter ego Matt Baker, e questo fattore aggiunto a scenari molti vivi renderà le atmosfere adrenaliniche e frenetiche.