Brothers in Arms: Hell's Highway

di
Market Garden. Da quando gli sparatutto ad ambientazione bellica affollano il mercato dei videogiochi, non occorre più essere un esperto di storia contemporanea per sapere a cosa si riferisce questa denominazione in codice.

A vantaggio dei quattro o cinque appena usciti dall'isolamento di una latomia, o da una camera di stasi di un astrotrasporto coloniale, é il caso di ricordare il tentativo alleato, nel settembre 1944, di dare una “spallata” alle difese tedesche sul fronte occidentale, effettuando un aviosbarco in massa oltre le prime linee, nella zona di Arnhem, allo scopo di conquistare i ponti sul Reno, sulla Mosa e sul Waal e permettere alle forze di terra, che avrebbero lanciato una contemporanea offensiva sul fianco settentrionale delle linee nemiche, di oltrepassarli di slancio, dilagando direttamente in territorio tedesco.

Aufwiedersehen, crucco!
Aufwiedersehen, crucco!
Via di qui, kamarad, o finiamo arrosto!
Via di qui, kamarad, o finiamo arrosto!
Sniper alla finestra! Giù la testa, soldato!
Sniper alla finestra! Giù la testa, soldato!


Le truppe aviotrasportate britanniche e americane avrebbero dovuto conquistare e tenere i ponti fino all'arrivo delle colonne corazzate alleate. La storia ed un bellissimo film di guerra di qualche decennio fa, intitolato “Quell'ultimo ponte”, ci raccontano come le cose non andarono esattamente come gli alleati avevano previsto.

La conquista dei ponti si rivelò, specie per gli inglesi, più difficoltosa del previsto e i tedeschi tennero le linee, impedendo l'atteso arrivo delle colonne di soccorso proprio ad Arnhem, vanificando così lo sforzo dei paracadutisti americani della 101ma e dell'82ma divisione, che erano riusciti a conseguire tutti gli obiettivi assegnati.

L'Hell's Highway del titolo del nostro gioco é proprio quella maledetta linea di collegamento da tenere sgombra a tutti i costi, pagata dalle sole forze americane in campo più di tremilacinquecento morti. Forte della consulenza del generale in pensione dell'US Army John Antal, la Gearbox ci costringe ad indossare ancora una volta le divise verde oliva del plotone del sergente Baker delle “Aquile Urlanti” della 101ma Divisione Aviotrasportata, impegnato in una difficile missione di ricognizione dietro le prime linee nemiche.

Trasferito ad un unità “Recon”, Baker, assieme ad Hartsock e agli altri volti noti della squadra che avevamo già guidato alla vittoria in Normandia, si ritrova imbarcato su un aliante diretto in Olanda. La promozione gli é fruttata anche un terzo team di uomini ai suoi diretti ordini, a sommarsi alle tradizionali squadre di fuoco e assalto con cui avevamo appena finito d'impratichirci nei primi due titoli della serie e a regalarci un buon assortimento di opzioni tattiche supplementari.

Proprio l'approccio tattico continua a caratterizzare il marchio Brothers in Arms, costringendo il giocatore a valutare al volo le situazioni e a reagire in maniera lucida ed efficace al mutare delle condizioni del campo di battaglia. Stavolta si fa sul serio e, oltre alle armi leggere automatiche e semiautomatiche della fanteria paracadutista, i ragazzi di Baker potranno disporre anche di mitragliatrici di squadra, mortai, bazooka e radio da campo con cui chiamare in aiuto micidiali missioni di fuoco d'artiglieria pesante.

Le dotazioni d'armi pesanti verranno assegnate automaticamente a seconda della missione prevista, man mano che la campagna si dipana nel suo svolgimento. Il presidente della Gearbox Randy Pitchford ci ha però rassicurato in occasione del briefing tenutosi agli Ubidays. Nessun soldato virtuale Ubisoft verrà spedito in battaglia senza poter attingere alla dotazione di volta in volta necessaria. Ed ecco quindi che potremo disporre di una calibro .30 tutte le volte che ci occorrerà un po' di fuoco di soppressione per coprire la nostra avanzata.

Questo bestione non darà più noie a nessuno. Procediamo.
Questo bestione non darà più noie a nessuno. Procediamo.
Adesso basta, dannazione! 101ma, con me!
Adesso basta, dannazione! 101ma, con me!
Pare che questo quartiere sia assai malfrequentato...
Pare che questo quartiere sia assai malfrequentato...


E di un bazooka, rinominato Stella dal tiratore e protagonista di un divertente siparietto narrativo, non appena si renderà necessario spruzzare un po' di “insetticida” in un nido di cecchini avversario.
In ogni caso, Pitchford ha voluto ribadire la promessa fatta più di un anno fa. Il nuovo capitolo di Brothers in Arms, per merito di un'IA completamente rinnovata e di un motore grafico sul quale vedremo girare mappe di dimensioni tali da considerare quelle dei passati capitoli, a confronto, appena più capienti del giardinetto pubblico sotto casa, garantirà al giocatore scelte tattiche e opzioni molteplici, consentendo diverse rotte di avvicinamento allo stesso obiettivo, ad esempio.

Proprio quel che ci voleva per dare un po' più di pepe ad un franchise che vedeva una delle sue pecche maggiori proprio nell'esistenza di un numero eccessivo di siepi e muretti invalicabili.
“Stavolta” ha spiegato Pitchford “abbiamo potuto attingere a chilometri di pellicola e chili e chili di foto scattate dai ricognitori alleati sull'area di aviolancio e sugli obiettivi, prima dell'inizio delle operazioni a terra. A differenza della Normandia, infatti, per la quale era stato possibile effettuare solo poche ricognizioni, onde non allarmare i tedeschi che si aspettavano lo sbarco a Calais, Market Garden fu oggetto di attentissima pianificazione, il che ci ha dato la possibilità di attingere al materiale d'epoca per la ricostruzione fedele delle nostre mappe di gioco”.

Le armi, quelle già note più qualche piacevole aggiunta, sono in grado stavolta di modificare in modo sostanziale l'ambiente circostante, sbriciolando, distruggendo, sforacchiando e dando fuoco a tutto ciò che ci circonda, con evidente beneficio del realismo. Un'altra aggiunta al gameplay particolarmente azzeccata pare essere l'annunciata implementazione di ben quattro stadi di allerta dei soldati alleati e tedeschi.

Si va da un atteggiamento rilassato, in cui i GI e i militari della Wehrmacht portano le armi a spalla, chiacchierano e si dedicato ad attività di manutenzione delle armi a quello di pattuglia, dove fucili e mitra sono tenuti imbracciati e si limitano le conversazioni al minimo richiesto dalla situazione tattica. Per passare poi allo stadio stealth, in cui si procede accucciati o addirittura proni, consci dell'imminenza di un contatto con il nemico, e a quello di combattimento vero e proprio, in cui fioccano le pallottole e ogni soldato fa del suo meglio per evitarle e restituirle al nemico, rispondendo solo ad ordini diretti e pertinenti.

La trama cinematografica consente di approfondire attraverso stacchetti e intermezzi realizzati con il motore del gioco la biografia dei nostri compagni d'arme e le loro vicende personali, beneficiando di un motore Unreal 3 ottimizzato che, a quanto abbiamo potuto vedere, mostra i muscoli in modo più che degno delle piattaforme next-gen cui il gioco é destinato. Gli utenti Xbox 360, PS3 e PC di fascia alta saranno più che soddifatti del risultato finale, ne siamo certi. Un po' meno, probabilmente, i possessori del Wii (non prevista, al momento, una versione dedicata)e chi non possiede un computer con una scheda grafica adeguata, tagliati fuori da tanto bel vedere per evidenti ragioni. La possibilità d'interazione tra compagni di unità, che si tratti di allestire assieme una postazione fissa piuttosto che di scambiare munizioni, sarà incrementata di parecchio rispetto ai primi due capitoli, rendendo l'esperienza simile ad una sorta di gioco di ruolo bellico di immediata e coinvolgente immedesimazione.

Il risultato globale, ancora provvisorio, pare essere quello di un titolo capace di rivolgersi ad un'ampia fascia di pubblico, facendosi apprezzare sia dai fan della serie che da qualche neofita, strappato alla concorrenza caratterizzata da un approccio più “rambistico” e meno ponderato. La presenza di un comparto multiplayer che dovrebbe consentire, secondo l'entusiasta Pitchford, confronti tra “dozzine di giocatori” simultaneamente, completa un quadro già di per sé allettante che promette di non farci rimpiangere troppo la lunga attesa di un titolo originariamente annunciato per la primavera 2007. Iniziate a preparare lo zaino e a ricontrollare l'equipaggiamento, soldati della 101ma. A settembre si va in missione in Olanda!

Come sarebbe vai prima tu? Io ho il fucile, quindi copro io!
Come sarebbe vai prima tu? Io ho il fucile, quindi copro io!
Una cassa di birra gelata a chi fa fuori quel dannato 88!
Una cassa di birra gelata a chi fa fuori quel dannato 88!
La gestione delle ombre é decisamente next-gen!
La gestione delle ombre é decisamente next-gen!


Brothers in Arms: Hell's Highway

Brothers in Arms: Hell's Highway

Ancora Seconda Guerra Mondiale, dirà qualcuno. Nell'ultimo decennio di FPS bellici, abbiamo imparato a conoscere come le nostre tasche le spiagge e i bocages normanni, le strette vie di Saint Lo e Carentan, i ponti di Arnhem e le fortificazioni tedesche nelle Ardenne, teatro privilegiato dagli sviluppatori di giochi per ricreare scenari di combattimento virtuali. Forse proprio a causa di questo affollamento il nuovo capitolo di Brothers in Arms ha tardato più di un anno, slittando dalla data originaria d'uscita, prevista per la primavera 2007, all'annunciato settembre 2008. A noi, però, piace credere che il ritardo ci permetterà di assaporare un gioco davvero next-gen, capace di rinverdire al meglio un franchise già per sua stessa natura differente dagli altri.