Burnout Paradise
Messa da parte l'impostazione di gioco ed il poco edificante sentimento di rivalsa di Revenge, il racing game di casa Electronic Arts assurge al Paradiso grazie al secondo appuntamento next-gen dell'adrenalinica serie tutta derapate ed incidenti. Stiamo ovviamente parlando di Burnout Paradise, il nuovo gioco made in Criterion atteso sugli scaffali dei negozi il prossimo mese di Gennaio.
Benvenuti a Paradise City
Abbandonata la consueta impostazione passo passo tipico della serie, l'ultimo nato in casa Criterion si affida ad un canovaccio ben diverso dai precedenti capitoli e più vicino al concept di racing game del calibro di Test Drive Unlimited o dello stesso Need for Speed. Pur affidandosi ai medesimi elementi vincenti dei precedenti episodi come le gare ad inseguimento o le battaglie a suon di Takedown, Burnout Paradise ha infatti il merito di non limitarsi alla "solita" raccolta di eventi apparentemente slegati l'uno dall'altro, mettendo piuttosto a disposizione l'intero agglomerato urbano di Paradise City all'interno del quale il giocatore avrà modo sia di scaricare sull'asfalto i cavalli del proprio bolide in entusiasmanti gare "all'ultimo bullone" (l'uso combinato dell'acceleratore e del freno in corrispondenza di un semaforo attiverà il corrispondente evento di "Burnoutiana memoria"), che di girovagare a tempo perso per le strade della stessa città alla ricerca di vicoli, rampe (più o meno naturali) e scorciatoie utili per le fasi di gioco più adrenaliniche, o meglio ancora di officine e garage tramite i quali modificare il colore della carrozzeria della propria auto, acquistare nuovi mezzi, ricaricare il turbo e riparare in un solo colpo i danni del veicolo.
Tecnicamente parlando la demo distribuita nei giorni scorsi sia su Playstation Store che sul Marketplace di Xbox Live ha presentato un gioco ben al di sopra degli standard a cui eravamo abituati. Frame rate costantemente ancorato su 60FPS, sistema di guida fedele ai precedenti capitoli della serie ed IA delle vetture "attive e passive" controllate dalla CPU rappresentano infatti elementi di primissimo ordine per un titolo che fa proprio della velocità dell'azione e dell'interattività con l'ambiente i propri punti di forza, fattori che vanno poi a fondersi alla perfezione con l'ottima gestione dei danni delle diverse vetture, capaci di deformarsi o peggio ancora distruggersi in mille pezzi -in tempo reale- in funzione della dinamica dell'incidente e del materiale contro il quale le stesse vanno ad "incocciare" durante la propria corsa. Sempre a proposito di aspetti positivi, non da meno appare anche il comparto sonoro, che unisce come da prassi effetti sonori in game assolutamente credibili ad una colonna sonora di stampo rockettaro decisamente a tema ed in cui spiccano capolavori del calibro di Paradise City dei Guns N' Roses e Route 66 dei Depeche Mode.
Tralasciando la disamina sui "numeri" piuttosto importanti a corredo del gioco (oltre 70 vetture sbloccabili, più di 350 sfide disponibili), ciò che al momento appare come il vero valore aggiunto di questo Burnout Paradise è però l'ottima implementazione del multiplayer online sia via PSN che Xbox Live.
Grazie ad un sistema di lobby tanto essenziale quanto pratico e vario nella selezione degli eventi approntabili online, ed ad un'azione di gioco priva di fastidiosi fenomeni di lag anche durante le partite con più di quattro giocatori contemporanei (limite imposto nella demo), il multiplayer online dovrebbe infatti rappresenta la classica ciliegina sulla succulenta torta preparata da Electronic Arts e Criterion, torta che gli utenti "normali" avranno il privilegio di dividersi fra poco più di un mese.
Benvenuti a Paradise City
Abbandonata la consueta impostazione passo passo tipico della serie, l'ultimo nato in casa Criterion si affida ad un canovaccio ben diverso dai precedenti capitoli e più vicino al concept di racing game del calibro di Test Drive Unlimited o dello stesso Need for Speed. Pur affidandosi ai medesimi elementi vincenti dei precedenti episodi come le gare ad inseguimento o le battaglie a suon di Takedown, Burnout Paradise ha infatti il merito di non limitarsi alla "solita" raccolta di eventi apparentemente slegati l'uno dall'altro, mettendo piuttosto a disposizione l'intero agglomerato urbano di Paradise City all'interno del quale il giocatore avrà modo sia di scaricare sull'asfalto i cavalli del proprio bolide in entusiasmanti gare "all'ultimo bullone" (l'uso combinato dell'acceleratore e del freno in corrispondenza di un semaforo attiverà il corrispondente evento di "Burnoutiana memoria"), che di girovagare a tempo perso per le strade della stessa città alla ricerca di vicoli, rampe (più o meno naturali) e scorciatoie utili per le fasi di gioco più adrenaliniche, o meglio ancora di officine e garage tramite i quali modificare il colore della carrozzeria della propria auto, acquistare nuovi mezzi, ricaricare il turbo e riparare in un solo colpo i danni del veicolo.
Tecnicamente parlando la demo distribuita nei giorni scorsi sia su Playstation Store che sul Marketplace di Xbox Live ha presentato un gioco ben al di sopra degli standard a cui eravamo abituati. Frame rate costantemente ancorato su 60FPS, sistema di guida fedele ai precedenti capitoli della serie ed IA delle vetture "attive e passive" controllate dalla CPU rappresentano infatti elementi di primissimo ordine per un titolo che fa proprio della velocità dell'azione e dell'interattività con l'ambiente i propri punti di forza, fattori che vanno poi a fondersi alla perfezione con l'ottima gestione dei danni delle diverse vetture, capaci di deformarsi o peggio ancora distruggersi in mille pezzi -in tempo reale- in funzione della dinamica dell'incidente e del materiale contro il quale le stesse vanno ad "incocciare" durante la propria corsa. Sempre a proposito di aspetti positivi, non da meno appare anche il comparto sonoro, che unisce come da prassi effetti sonori in game assolutamente credibili ad una colonna sonora di stampo rockettaro decisamente a tema ed in cui spiccano capolavori del calibro di Paradise City dei Guns N' Roses e Route 66 dei Depeche Mode.
Tralasciando la disamina sui "numeri" piuttosto importanti a corredo del gioco (oltre 70 vetture sbloccabili, più di 350 sfide disponibili), ciò che al momento appare come il vero valore aggiunto di questo Burnout Paradise è però l'ottima implementazione del multiplayer online sia via PSN che Xbox Live.
Grazie ad un sistema di lobby tanto essenziale quanto pratico e vario nella selezione degli eventi approntabili online, ed ad un'azione di gioco priva di fastidiosi fenomeni di lag anche durante le partite con più di quattro giocatori contemporanei (limite imposto nella demo), il multiplayer online dovrebbe infatti rappresenta la classica ciliegina sulla succulenta torta preparata da Electronic Arts e Criterion, torta che gli utenti "normali" avranno il privilegio di dividersi fra poco più di un mese.
Burnout Paradise
Burnout Paradise
Manca ormai poco al debutto del nuovo episodio du Burnout. La demo rilasciata nei giorni sia su PSN che su Xbox Live sembra tutavia aver già fornito gli elementi sufficienti per affermare che ci troviamo di fronte ad un piccolo grande capolavoro, valutazione che salvo cataclisimi dell'ultima ora dovrebbe essere confermata a fine Gennaio.