Call of Duty: Black Ops 2

di Andrea Ranaldo
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova”. Un detto che, fatti alla mano, sembra non spaventare minimamente i ragazzi di Treyarch. Il team americano, incaricato di dare un seguito all'acclamatissimo Black Ops, ha infatti optato per una totale rivoluzione, dopo tanti (troppi?) capitoli in cui la saga si era limitata ad una semplice, ma redditizia, riproposizione del solito stilema. Call of Duty abbandona così i palcoscenici storici per approdare in un futuro farcito di droni volanti ed enormi machine-gun a quattro zampe: missione compiuta?

COD futuristico A B

Le operazioni sotto copertura non vanno mai in pensione: nemmeno nel 2025! Il mondo é stato investito da un incessante, e spaventoso, sviluppo tecnologico, che ha portato alla creazione di intere armate automatizzate. Così come nel mondo del lavoro, anche in quello bellico i robot hanno soppiantato i plotoni umani, relegando ogni responsabilità nelle “mani” di computer avanzatissimi. Il problema di tale scelta? Una non ben identificata cellula terroristica si é introdotta nei sistemi virtuali degli Stati Uniti riversandone contro i propri mezzi di difesa. Un ammutinamento che sembra giungere direttamente dalla Cina, in cui vige un protezionismo poco apprezzato dalle altre potenze economiche sulle cosiddette terre rare, vale a dire i diciassette minerali indispensabili per tutte le produzioni Hi-Tech. Una situazione già disperata che assume invece contorni ancora più preoccupanti quando la stessa Cina annuncia di essere sotto attacco nemico.

E' in questo contesto tipicamente Sci-Fi che entrano in gioco le mitiche Black Ops. Il plot narrativo, curato da David Goyer (già mente creativa di Batman Begins), si dipanerà tra il 1980 e il 2025, in un ping pong di emozioni che ci vedrà interpretare sia il valoroso Alex Mason, già protagonista nel primo capitolo, che suo figlio David, appena arruolatosi ma dotato di un DNA che farebbe invidia a Rambo e Chuck Norris. Proprio la componente narrativa riverserà un ruolo predominante: Treyarch ha promesso una storia ricca di colpi di scena, ed estremamente curata dal punto di vista psicologico. Non é un caso, del resto, che Black Ops sia tutt'oggi l'unico capitolo della saga dotato di una storyline convincente e di un eroe emotivamente verace e credibile.





I ragazzi di Santa Monica, tuttavia, non si vogliono porre limiti, e promettono missioni dotate di finali multipli, aumentando a dismisura il fattore rigiocabilità. Tale scelta sembra implicare l'abbattimento degli odiatissimi “binari” su cui correvano i precedenti episodi, regalando al giocatore la possibilità di perseguire l'obiettivo con la tattica ritenuta più congeniale e, perché no, anche di fallire nei suoi intenti. La ciliegina sulla torta é rappresentata dalle neonate missioni Strikeforce: tali livelli, che fungeranno da intermezzo tra le Operazioni principali, godranno di una componente strategica davvero spiccata, e ci permetteranno di scegliere quale unità interpretare sul campo di battaglia (cecchini, fanteria, droni, quadrupeti corazzati, ecc) e, addirittura, di gestire l'intero scontro da una prospettiva da RTS. Al momento non é chiaro se le “trasformazioni” saranno illimitate, o se invece dovremo acutamente optare per le componenti belliche più opportune, ma quel che é certo é che l'esito della missione andrà ad influire sulle vicende dei nostri protagonisti.

The future is Black

La guerra fredda sarà la vera protagonista del gioco. Sì, anche la seconda: quella, in sostanza, che vivremo nel 2025. Proprio il continuo passaggio tra gli anni '80 e il 2025 rappresenta un punto cardine dell'esperienza, grazie ad uno stravolgimento, sia di ambientazioni che soprattutto di armamenti, che ci pone di fronte a due tipologie di azione molto diverse. Il livello mostrato durante la presentazione era ovviamente ambientato nel futuro, e ha visto David Mason impegnato a scortare il presidente degli Stati Uniti al punto di estrazione, in una cornice drammaticamente distruttiva ed alienante. Tutti i mezzi automatizzati si sono infatti rivoltati contro gli States: in una simile Apocalisse di proiettili il nostro David é costretto a recitare il ruolo di contraerea per abbattere tutti i droni e gli aerei d'assalto che imperversano sui cieli di Los Angeles.

In un climax di esplosioni e abbattimenti, David Mason fa anche in tempo a mostrarci un nuovo gioiellino che andremo ad imbracciare: trattasi di un fucile dotato di mirino ai raggi X che ci permette di scovare, ed uccidere cruentemente, anche i nemici nascosti dietro ai muretti. Si ha quindi la sensazione che nessun riparo sia davvero sicuro, anche se ci sembra giusto spegnere all'origine i bollenti spiriti, dicendovi che l'ambientazione non si distruggerà come accade in Battlefield 3: tutto ciò che crollerà sarà per preventiva scelta di Treyarch, e porterà ai consueti script carichi di adrenalina e spettacolarità.