Call of Duty: World at War
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In una sperduta isola del pacifico, dei soldati americani sono brutalmente torturati da alcuni ufficiali giapponesi. Fra gli ostaggi ci siete pure voi e, proprio quando pensavate di essere perduti, ecco irrompere una pattuglia di incursori per salvarvi. Inizia così, con voi ferito e armato solo di una pistola mentre seguite i vostri salvatori che si aprono una via di fuga nel villaggio nemico, Call of Duty: World at War.
Guai a voi a chiamarlo Call of Duty 5, come si sono premurati a dire gli sviluppatori in una recente presentazione Activision. La motivazione ufficiale é che la numerazione é stata abbandonata a favore di un titolo originale poiché questo nuovo capitolo della saga non é il seguito di nulla e anzi si ripropone di essere un qualcosa di totalmente innovativo e più completo, sia rispetto ai suoi illustri predecessori che nei confronti della concorrenza.
Qualche piccolo dubbio, nei fans della saga, era sorto quando si é diffusa la notizia che lo sviluppo era stato affidato ai Treyarch, già autori del terzo capitolo di CoD, quello che probabilmente meno aveva convinto critica e pubblico. Vediamo se, in base a quanto ci é stato mostrato, possiamo già fugare qualche dubbio.
Come il titolo facilmente suggerisce, non é però solo il pacifico il campo di battaglia sul quale vi troverete a muovervi. In Call of Duty: World at war vi troverete ad affrontare campagne su tutti quelli che erano i diversi fronti aperti nel corso della seconda guerra mondiale. Ecco che quindi verrete mandati a combattere anche nel cuore dell'Europa continentale o sul fronte russo, trovandovi di conseguenza a vestire i panni di soldati di nazionalità diversa. Non é però solo l'ambientazione a variare poiché i programmatori stanno profondendo un grande sforzo per studiare missioni che siano il più diverse possibili le une dalle altre, così da tenere sempre alto l'interesse del giocatore.
Una volta che vi sarete salvati dal villaggio giapponese vi potreste trovare calati in grandiose battaglie in campo aperto, vestire i panni di un cecchino isolato dietro le linee nemiche e molto altro. Interessanti anche alcuni schemi che presentano un po' elementi di rottura rispetto a quella che é la normale azione di gioco. Abbiamo potuto visionare un livello in cui sarete il mitragliere su di un aereo impegnato in raid contro una flotta navale. Mentre il vostro pilota cerca di evitare il fuoco nemico, sarete chiamati a cercare di fare più danni possibili alle navi sulle quali volerete radenti.
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Come facilmente intuirete, tutta questa varietà comporta uno sforzo notevole anche dal punto di vista della realizzazione grafica. I programmatori si sono basati sul motore grafico di CoD 4, implementandolo. I livelli che abbiamo visionato sono, da questo punto di vista, decisamente confortanti. I vari scacchieri di gioco sono stati realizzati con grande cura per i particolari e anche il livello di definizione dei personaggi é notevole. La fluidità pare già buona e non c'é dubbio che il motore grafico verrà ulteriormente ottimizzato prima della uscita definitiva.
Un aspetto molto interessante sul quale i programmatori hanno posto una particolare enfasi é lo studio della AI dei vostri nemici e dei vostri commilitoni. Ci si é avvalsi dell'assistenza di numerosi veterani e di esperti di strategie militari per far si che il comportamento e le tattiche adottate dai soldati durante le battaglie fossero il più possibile realistici. Si é cercato quindi di personalizzare il modo di combattere dei vari eserciti, così che le truppe giapponesi combattessero in modo diverso da quelle americane o russe e così via. Basti un esempio per chiarire l'interessante lavoro che gli sviluppatori stanno svolgendo: i lanciafiamme.
Soprattutto nel pacifico gli americani fecero un uso molto particolare di quest'arma, destinata particolarmente a sgominare da una certa cecchini e artiglierie asserragliati in rifugi e case matte. Al contempo era un'arma pesante e molto pericolosa, visto che chi la utilizzava doveva girare per il campo di battaglia con un serbatoio di combustibile sulle spalle e quindi spesso veniva scortato dai compagni. Tutti questi elementi gli sviluppatori stanno cercando di riportarli nel gameplay nel modo più fedele possibile.
Immancabile, non poteva essere altrimenti, una robusta sezione multiplayer. Partendo dall'offerta in locale, possiamo apprezzare con piacere l'opportunità offerta di giocare in split screen, modalità spesso bistrattata, perché tecnicamente complicata da gestire, ma che assicura divertimenti immediato. Sono però le sfide online quelle che promette di essere il vero fiore all'occhiello di Call of Duty: World at war. Qui i Treyarch stanno lavorando per creare una community il più possibile completa e accattivante che sia per i giocatori divertente e sviluppata come le campagne in singolo.
Ecco che quindi potrete cimentarvi con combattenti di tutto il mondo in partite sia competitive sia cooperative, nelle quali due o più di voi dovranno aiutarsi per portare la pelle sana e salva fuori dal campo di battaglia. Di carne al fuoco ce n'é molta e non ci resta che attendere l'uscita prevista per il prossimo autunno.
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Guai a voi a chiamarlo Call of Duty 5, come si sono premurati a dire gli sviluppatori in una recente presentazione Activision. La motivazione ufficiale é che la numerazione é stata abbandonata a favore di un titolo originale poiché questo nuovo capitolo della saga non é il seguito di nulla e anzi si ripropone di essere un qualcosa di totalmente innovativo e più completo, sia rispetto ai suoi illustri predecessori che nei confronti della concorrenza.
Qualche piccolo dubbio, nei fans della saga, era sorto quando si é diffusa la notizia che lo sviluppo era stato affidato ai Treyarch, già autori del terzo capitolo di CoD, quello che probabilmente meno aveva convinto critica e pubblico. Vediamo se, in base a quanto ci é stato mostrato, possiamo già fugare qualche dubbio.
Come il titolo facilmente suggerisce, non é però solo il pacifico il campo di battaglia sul quale vi troverete a muovervi. In Call of Duty: World at war vi troverete ad affrontare campagne su tutti quelli che erano i diversi fronti aperti nel corso della seconda guerra mondiale. Ecco che quindi verrete mandati a combattere anche nel cuore dell'Europa continentale o sul fronte russo, trovandovi di conseguenza a vestire i panni di soldati di nazionalità diversa. Non é però solo l'ambientazione a variare poiché i programmatori stanno profondendo un grande sforzo per studiare missioni che siano il più diverse possibili le une dalle altre, così da tenere sempre alto l'interesse del giocatore.
Una volta che vi sarete salvati dal villaggio giapponese vi potreste trovare calati in grandiose battaglie in campo aperto, vestire i panni di un cecchino isolato dietro le linee nemiche e molto altro. Interessanti anche alcuni schemi che presentano un po' elementi di rottura rispetto a quella che é la normale azione di gioco. Abbiamo potuto visionare un livello in cui sarete il mitragliere su di un aereo impegnato in raid contro una flotta navale. Mentre il vostro pilota cerca di evitare il fuoco nemico, sarete chiamati a cercare di fare più danni possibili alle navi sulle quali volerete radenti.
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Come facilmente intuirete, tutta questa varietà comporta uno sforzo notevole anche dal punto di vista della realizzazione grafica. I programmatori si sono basati sul motore grafico di CoD 4, implementandolo. I livelli che abbiamo visionato sono, da questo punto di vista, decisamente confortanti. I vari scacchieri di gioco sono stati realizzati con grande cura per i particolari e anche il livello di definizione dei personaggi é notevole. La fluidità pare già buona e non c'é dubbio che il motore grafico verrà ulteriormente ottimizzato prima della uscita definitiva.
Un aspetto molto interessante sul quale i programmatori hanno posto una particolare enfasi é lo studio della AI dei vostri nemici e dei vostri commilitoni. Ci si é avvalsi dell'assistenza di numerosi veterani e di esperti di strategie militari per far si che il comportamento e le tattiche adottate dai soldati durante le battaglie fossero il più possibile realistici. Si é cercato quindi di personalizzare il modo di combattere dei vari eserciti, così che le truppe giapponesi combattessero in modo diverso da quelle americane o russe e così via. Basti un esempio per chiarire l'interessante lavoro che gli sviluppatori stanno svolgendo: i lanciafiamme.
Soprattutto nel pacifico gli americani fecero un uso molto particolare di quest'arma, destinata particolarmente a sgominare da una certa cecchini e artiglierie asserragliati in rifugi e case matte. Al contempo era un'arma pesante e molto pericolosa, visto che chi la utilizzava doveva girare per il campo di battaglia con un serbatoio di combustibile sulle spalle e quindi spesso veniva scortato dai compagni. Tutti questi elementi gli sviluppatori stanno cercando di riportarli nel gameplay nel modo più fedele possibile.
Immancabile, non poteva essere altrimenti, una robusta sezione multiplayer. Partendo dall'offerta in locale, possiamo apprezzare con piacere l'opportunità offerta di giocare in split screen, modalità spesso bistrattata, perché tecnicamente complicata da gestire, ma che assicura divertimenti immediato. Sono però le sfide online quelle che promette di essere il vero fiore all'occhiello di Call of Duty: World at war. Qui i Treyarch stanno lavorando per creare una community il più possibile completa e accattivante che sia per i giocatori divertente e sviluppata come le campagne in singolo.
Ecco che quindi potrete cimentarvi con combattenti di tutto il mondo in partite sia competitive sia cooperative, nelle quali due o più di voi dovranno aiutarsi per portare la pelle sana e salva fuori dal campo di battaglia. Di carne al fuoco ce n'é molta e non ci resta che attendere l'uscita prevista per il prossimo autunno.
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