Civilization IV

di Tommaso Alisonno
Qualsiasi videogiocatore "navigato", ossia chiunque abbia mai consumato la tastiera di un PC ai tempi del DOS e di Windows 3.1, ha certamente sentito parlare più di una volta di Civilization: si tratta di una delle meglio riuscite trasposizioni videoludiche della storia, che partendo dall'omonimo completissimo board-game e grazie al genio ed alla costanza di Sid Meyer, ha prodotto nell'arco della storia già tre capitoli "ufficiali", svariate espansioni, più uno spin-off meno fortunato di nome "Call to Power". Ora, a distanza di qualche anno dall'ultimo riuscitissimo Civilization III, Sid Meyer torna sulla sua preferita poltrona di comando per dirigere i lavori: è il turno di Civilization IV, più semplicemente detto Civ4 o ancora meglio CIV col 4 sottinteso in numeri romani dalle ultime due lettere.


La preview copy giunta in redazione, praticamente una beta allo stato semi-definitivo con veramente pochi dettagli ancora da completare e qualche imperfezione da limare, ci ha permesso di cominciare a farci un'idea di cosa dovremmo trovare nel lavoro completo. La prima innovazione che balza immediatamente all'occhio è l'evoluzione di natura tecnica: se il primo Civ era in 2D con visuale dall'alto, il secondo con visuale isometrica e il terzo sfruttava un 3D piuttosto semplice, questo nuovo capitolo vanta un motore interamente 3D comprensivo di zoomate inclinate e unità completamente animate, tanto negli spostamenti quanto nelle azioni e nei combattimenti.
Se dal punto di vista tecnico l'innovazione è sempre gradita, è soprattutto nell'ambito del gameplaying che un gioco come CIV può fare la differenza dai precedenti capitoli. Uno degli elementi gestionali più importanti è infatti la necessità di disporre di determinate risorse, oltre alle consuete scoperte tecnologiche, per la prduzione delle truppe: se per esempio volete realizzare degli arcieri a cavallo, non sarà sufficiente sviluppare "Archery" e "Horseback Riding", ma bisognerà avere a disposizione anche la risorsa "Cavalli". Se detta risorsa non è prodotta in quella città o in un'altra vostra città ad essa collegata, allora sarà necessario importarla, e qui entriamo nel campo della diplomazia, che preverrà molteplici e complessi accordi da stipulare con le altre civiltà al fine di tentare di accontentarsi a vicenda. Per valorizzare al meglio le numerose risorse così implementate nel territorio, pertanto, saranno necessari tantissimi Workers, unità incaricate di costruire miniere, fattorie, maneggi, pascoli, mulini, strade, ferrovie, e così via, lasciando tra l'altro ai Settlers l'unico scopo di fondare nuove città.


Altre innovazioni molto consistenti sono riscontrabili per quanto concerne la gestione per così dire "politica" della civiltà: se infatti fino al precedente terzo capitolo ci siamo limitati a scegliere una forma di governo (dispotismo, monarchia, repubblica, democrazia, fondamentalismo, comunismo, eccetera), adesso la gestione sarà suddivisa in cinque tronconi, di cui la forma di governo costituirà solo il primo di essi. Gli altri quattro saranno il tipo di impiego del lavoro (schiavismo, caste), di mercato e tassazione, di esecuzione della legge (vassallaggio, burocrazia) e infine religione (libera, organizzata, teocrazia). Quest'ultima, parimenti, costituirà un ulteriore elemento innovativo, in quanto sarà strettamente legata all'evoluzione scientifica: in pratica, la prima civiltà a scoprire determinate tecnologie fonderà anche la corrispondente religione, e una delle sue città verrà dichiarata "città santa". Va da se che determinate meraviglie, come la Cappella Sistina, potranno essere edificate solo nella città santa di quella religione, con conseguente vantaggio per chi la dovesse possedere. Inoltre, scomparsa la figura dei diplomatici (ma non delle spie), compariranno i missionari, che mandati a predicare nelle città avversarie le spingeranno ad aderire ai nostri ideali e pertanto a passare sotto il nostro controllo.
Come se tutta questa carne al fuoco non fosse già di per se sufficiente a solleticare le nostre avide papille, alla Firaxis hanno pensato bene di lavorare a cottimo per implementare nel gioco qualcosa di cui si sentiva la mancanza da parecchio tempo: il multiplayer. Infatti, con la possibilità di giocare più brevi (oltre alle mastodontiche campagne "Epiche"), l'idea di un'intera partita giocata nell'arco di un'intensa serata non sarà più una pia illusione, e in ogni modo è previsto anche qualcosa che molti giocatori del "vero" Civilization (inteso come il board-game) fanno già da anni: il gioco via mail. Scendere ulteriormente nei dettagli non sarebbe corretto, visto che la versione visionata non è ancora completa e certo non rende giustizia alla profondità del lavoro completo: attendiamo pertanto la versione definitiva per approfondire il commento tecnico e per enumerare tutte le innovazioni che qui abbiamo, a colpa o in buona fede, tralasciato. Versione definitiva che, lo ricordiamo, è prevista comunque a breve termine e sicuramente prima del prossimo Natale.