Clive Barker’s Jericho

di Matteo Thomann
"Siamo tutti libri di sangue. In qualsiasi punto ci aprano, siamo rossi"

Un' antica città riemerge dalle sabbie del tempo nel deserto di Al-Khali in medio oriente, un posto oscuro che trasuda cattiveria e malignità. Il sangue scorre fra le intercapedini nelle pareti, grumi di materia organica tappezzano il pavimento e il puzzo è insopportabile. il dipartimento americano di guerra occulta, fondato ai tempi della seconda guerra mondiale per investigare sulle voci che volevano hitler alla ricerca di armi soprannaturali, invia un team di 7 soldati speciali per capire cosa si cela dentro quelle mura: il team Jericho.


Creata appositamente per il gioco, la storia di jericho è opera di Clive Barker, scrittore inglese (Clive è nato a Liverpool 55 anni fa) considerato da molti come uno dei migliori esponenti di una narrativa fantastica e surreale, legata però indissolubilmente alla realtà dei giorni nostri. Il pubblico italiano lo conosce soprattutto per i film che sono stati tratti da alcuni suoi libri e racconti (Hellraiser, Candyman e Cabal su tutti) e per un gioco, Undying, snobbato forse dal grande pubblico ma assolutamente inquietante e di ottima fattura.

Jericho continua la tradizione. L'atmosfera che si respira fin dai primi passi nelle aree del gioco è fortemente impregnata da un alone mistico decisamente coinvolgente, alimentato da musiche di sottofondo che contribuiscono ad accrescere la sensazione di trovarci di fronte a qualcosa di sconosciuto ed estremamente potente. C'è una sorta di reverenza che ci si sente dentro mentre si prosegue nell'esplorazione.

Uno dei punti caratteristici di Jericho è la gestione del gruppo (o meglio, delle due squadre) di personaggi liberamente comandabili dal giocatore. Un sistema di partner zapping che consentirà quindi di sfruttare le caratteristiche peculiari di ogni componente del gruppo. All'inizio del gioco potrete comandare solo Ross, il capo squadra, ma ben presto si potranno accrescere le potenzialità dell'intero team, grazie proprio alla possibilità di poter switchare il personaggio giocante da un membro all'altro della squadra. Sarà anche possibile impartire semplici ordini ai membri del team, in modo che questi possano di volta in volta coprirvi le spalle o andare in avanscoperta

Come già anticipato, oltre alle armi di ordinanza, tutto il team Jericho ha a disposizione 2 superpoteri che possono cambiare notevolmente le sorti degli scontri con i mostri che popolano la città perduta di Al-Khali.
Church usa una pistola e una katana e può evocare due tipi di sfera magica. Il primo tipo blocca gli avversari che si trovano entro qualche metro dalla sfera mentre il secondo li brucia. Delgado è dotato invece di una chaingun con 500 colpi più una pistola come arma secondaria. Ha il potere di bruciare gli avversari e di evocare un demone infuocato ad uccidere il malcapitato di turno.
Black è specializzata in armi a distanza. possiede un fucile da cecchino con doppio zoom e un lanciamissili. Ha il dono della telecinesi che le permette di liberare passaggi ostruiti spostando cumuli di detriti e può guidare i proiettili del suo sniper in prima persona (chi si ricorda del redeemer di ut?)
Jones è dotato di mitraglietta da 50 colpi che può usare anche come shotgun. E' in grado di far uscire l'anima dal proprio corpo per osservare le cose da un punto di vista più ampio. Quando lo fa però, il corpo resta indifeso e vulnerabile.
Cole ha una mitraglietta come quella di Jones e dispone di granate a frammentazione. Il primo potere le consente di creare un paradosso temporale la cui funzione ancora mi sfugge mentre il secondo le permette di rallentare il tempo, come il bullet time di max payne.
Padre Rawlings ha una desert eagle e una glock, sicuramente il personaggio con l'armamentario più leggero. Da buon uomo di chiesa, ha la facoltà di "maledire" i nemici nel nome di cristo anche se, in realtà, i mostri non sembrano particolarmente sensibili ai nostri richiami.


Già dalla prima scena di gioco, ci si trova di fronte una delle novità che jericho porta nel panorama degli sparatutto in prima persona che mai come in questo caso si accomunano alle ultime produzioni action/adventure. Jericho, infatti, fa largo uso di situazioni scriptate che dovranno essere portate a termine secondo i crismi dei Quicktime events e riproducendo quindi l'esatta sequenza di azioni e bottoni da premere che comparirà sullo schermo. Un sistema di gioco preso in prestito da altri generi ludici, come detto, ma che vanno ad arricchire un genere ludico storicamente avaro di novità. Capiterà quindi che per liberarsi dalle grinfie del mostro di turno verrà chiesto al giocatore di premere una certa sequenza di pulsanti a cui corrisponderanno, di volta in volta, un attacco a mai nude del nostro personaggio. Il sistema adottato, oltre che efficace e adattissimo allo scopo, riesce a spezzare un ritmo di gioco altrimenti monotono, restituendo al giocatore la piacevole situazione di prendere realmente il comando del personaggio, ben al di là di quelle che sono le possibilità normalmente date in un first person shooter.
Una scelta confermata anche dalla mancanza del tasto di salto che tende a porre Jericho su un piano differente rispetto a Doom, Quake & Co. Il titolo Codemasters, quindi, non si pone come il classico titolo "Frag & Jump", quanto invece come uno shooter in prima persona con forti componenti adventure, sebbene l'esplorazione degli ambienti non rappresenti esattamente il fulcro del gameplay e spesso il doversi guardare attorno alla ricerca di una via d'uscita è più una scusa per dare modo al giocatore di poter rimirare l'ottimo lavoro grafico svolto dai Mercury Steam.

Pur essendo al loro secondo impegno, tirano fuori dal cilindro un motore grafico proprietario che non ha nulla da invidiare a tutto quello che sta per uscire nei prossimi mesi. Forse non sarà l'Unreal Engine 3 ne il Cryengine 2, ma gli ambienti barocchi e le creature apocalittiche che vi scaglieranno addosso le loro viscere sono rese con incredibile dettaglio. Le poche fonti di illuminazione sono tutte rese dinamicamente e vi basterà colpire una delle lanterne appese al soffitto per farle roteare e dare vita ad una danza di luce sul soffitto che vi farà scoprire inquietanti macchie di sangue. Dovrete quindi fare ricorso di frequente all'utilizzo della torcia, con un occhio sempre vigile al consumo delle batterie.

La mano di Barker sifa comunque sentire non solo nella trama molto articolata e fortemente infarcita di elementi religiosi (si parla infatti di un essere creato da dio stesso ben prima di Adamo ed Eva e successivamente rinnegato dal suo stesso Creatore, spaventato dalla potenza e malvagità della sua creatura), ma anche nella ricerca del macabro e del grottesco che Jericho trasuda da ogni sua texture e modello poligonale.


Il gameplay, sebbene fortemente influenzato da elementi spuri al genere come il Quick Time Events, riesce comunque a rifarsi ai capisaldi del genere, presentando un buon numero di avversari sullo schermo. Forse non quanti Serious Sam o Painkiller, ma comunque a sufficienza per tenerci decisamente impegnati. Le munizioni finiscono presto ma non le troverete in giro. Una volta esaurite dovrete aspettare che un membro del team vi ricarichi le armi. Questo si traduce in una minor attenzione allo spreco di colpi, dal momento non resterete mai senza. Anche se cosi facendo si toglie un po' di tattica, si può dare libero sfogo alla proprio fame di violenza. Quando un membro del team muore può essere resuscitato dagli altri. Una scelta che toglie sicuramente un po' di difficoltà al gioco, facendogli forse perdere un po' di mordente, dal momento che con il team al completo sarà molto difficile che muoiano simultaneamente tutti e 6 i personaggi. Capiterà più spesso quando la trama vi costringerà ad andare in giro in due o in solitaria.

In conclusione, fin da queste schermaglie iniziali, Jericho si rivela come un gioco dal forte carisma, caratterizzato da una trama insolitamente ricca e profonda per un genere che non ha fortissime tradizioni in questo senso. L'aggiunta di elementi come il Quick Time Events riesce poi a dare al gameplay una connotazione che prende le distanze dai classici stilemi degli shooter più classici, donando a Jericho quel pizzico di originalità che non guasta mai. Da rivedere in sede di recensione, invece, la difficoltà media del titolo, che in questa sede di preview si è rivelata insolitamente bassa. Appuntamento rimandato a settembre,quindi, quando potremo finalmente metter mano sugli orrori partoriti dal genio di Barker