Cold Fear

di Luca Gambino
Case, Ospedali, Chiese, scuole e persino interi paesi. Sembra proprio che il filone dei survival horror abbia preso in esame praticamente tutti gli ambienti più "ad effetto" per i suoi titoli di maggior richiamo, fatta forse eccezione per i mezzi galleggianti. Ad onor del vero l'ultimo capitolo della serie Gun Survivor (Spin off della saga di Resident Evil), era stato ambientato proprio all'interno di una nave da crociera, senza però saper riprodurre quello stato di angoscia e tensione costante su cui poggia invece l'intera azione di gioco di questo Cold Fear. Il titolo Ubisoft vi metterà nei panni di Tom Hansen, un normale operatore della Guardia Costiera Americana, costretto a vestire i panni dell'eroe di turno quando l'intervento suo e dei suoi compagni è richiesto all'interno di una misteriosa baleniera russa che sembra vagare senza meta nei pressi dello Stretto di Bering.


L'accento sulla "normalità" del giovane Hansen è uno degli elementi base di Cold Fear. La capacitò, o meglio l'incapacità di effettuare azioni al limite dell'impossibile riporta necessariamente l'azione di gioco su basi meramente "umane" che tendono a dare Cod fear un tocco di realismo spesso lasciato in secondo piano in altri titoli appartenenti al filone horror. Resident Evil, su tutti. Proprio per questa precisa volontà del team Darkworks (già autori del quarto capitolo di Alone in The Dark), responsabile del progetto, il nostro Hansen sarà addirittura portato a soffrire le precarie condizioni di equilibrio che accompagneranno gran parte delle sue escursioni all'interno della nave. Ad affiancare la normale barra che segnala lo status del giocatore, ne verrà affiancata una seconda che in alcuni frangenti (specialmente nelle locazioni all'aperto), segnalerà la resistenza fisica di Tom al continuo rollìo della nave.
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Un elemento, questo, fedelmente riprodotto durante la maggior parte dell'avventura, con una riproduzione fisica al limite del realismo, risultando particolarmente accentuata nelle zone più esterne della baleniera e invece quasi impercettibile se posizionati nelle zone più interne della stessa. Ma questo elemento non è da intendersi come un mero fatto estetico volto a ricreare solo visivamente il reale andamento della nave. Tutt'altro. Il Rollìo di cui sopra tenderà anche ad influire sullo stato d'equilibrio del nostro eroe e, soprattutto, della sua precisione nella mira. Perché, come da consolidato copione, Tom non impiegherà troppo a scoprire che la baleniera è popolata da creature tanto bizzarre quanto assetate di sangue e che, soprattutto, il resto della sua squadra è stato oggetto di un festoso banchetto delle stesse creature di cui sopra. La versione dimostrativa testata da Gamesurf, praticamente pronta e parzialmente tradotta, ci ha dato modo di saggiare con mano alcune delle caratteristiche peculiari del survival horror made in Ubisoft, riscontrando il buon lavoro generale svolto dallo sviluppatore con qualche riserva di rito sull'utilizzo di alcune telecamere di gioco, oggettivamente poco ispirate e tendenti "all'innervosimento" cronico.

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Ma andiamo con ordine. Cold Fear presenta un sistema di controllo che potremo definire "classico" all'interno del genere survival horror, che ben si plasma attorno al concetto di gameplay stesso insito nel genera, a metà tra la fase di ricerca degli indizi e la relativa soluzione dei puzzle e sezioni di combattimento dove invece dare libero sfogo al massacro più incondizionato. Per espletare il concetto appena espresso, Cold Fear si affida allo stick analogico sinistro per i normali movimenti, purtroppo non coadiuvato da quello destro per la regolazione della telecamera, mantenuta perennemente alle spalle del protagonista. Una scelta che ha portato in alcuni casi a ritrovarsi con qualche punto "morto", con il nostro protagonista parzialmente nascosto da oggetti che "impallano" la visuale. Niente di drammatico, intendiamoci, ma ci auguriamo che in sede di valutazione finale questi problemi trovino una sistemazione adeguata.

I momenti più "caldi", invece sono piacevolmente caratterizzati da un'inquadratura ravvicinata del nostro personaggio che richiama quanto visto recentemente in Resident Evil 4, con tanto di arma munita di puntatore laser a facilitare gli headshot nei confronti dei nemici che, fin dalle prime battute di gioco si sono dimostrati piuttosto ostici. Ad accogliere nel migliore dei modi il nostro Tom ci saranno alcuni marinai sovietici armati di tutto punto e creature a metà strada tra un Alien del miglior Rambaldi e "La Cosa" del maestro Carpenter. Il tutto innaffiato, come si rispetta ad un classico del genere, di tanto liquido ematico e scene "gore" che impreziosiscono l'opera. Restando sempre in tema di classicismi, il nostro percorso sarà caratterizzato dal ritrovamento di documenti di varia natura che ci racconteranno in parte quanto accaduto nella baleniera dell'orrore e ci metteranno in guardia da eventuali pericoli (ad esempio non risulterà una buona mossa associare acqua ed elettricità...e non aggiungiamo altro).

Il lato puramente estetico di Cold Fear si può riassumere in alcuni dei concetti espressi poc'anzi, soprattutto nella volontà dichiarata di voler ricreare quanto più verosimilmente un reale e credibile ambiente di gioco che supporti a dovere la trama e il gameplay. A fare da contraltare, quindi, alle ambientazioni all'aperto, caratterizzate dal perenne maltempo e dal mare in tempesta, ci saranno ambienti chiusi e angusti, tipici delle imbarcazioni commerciali. Modelli e texture sono curati a dovere, con forse qualche carenza di polygon count sui nostri avversari (ma in fondo devono sempre risultare brutti e cattivi, giusto?), ma il tutto potrebbe rientrare in quel clima di provvisorietà che aleggia sempre nelle versioni preliminari di qualsiasi prodotto.

Mistero, ambientazioni originali e un gameplay collaudato e per questo dotato di una solidità di fondo sembrano essere i "mattoni" su cui poggia questo Cold Fear, che potrebbe rivelarsi una bella sorpresa di questo inizio 2005, a patto di correggere e limare quelle piccole imperfezioni rilevate durante la visione del codice preview. Il rischio è quello di incappare in un "frontale" troppo violento con quel mostro sacro del genere survival horror che risponde al nome di Resident Evil 4, anch'esso in uscita il prossimo Marzo. In attesa di poter mettere mano alla versione completa di Cold Fear il capitano Gambino vi augura buon viaggio e vi invita a munirvi di sacchetto di plastica e Xamamina. Ne avrete bisogno.

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