DiRT 3
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I primi cinque dieci minuti di Dirt 3 sono odiosi, diciamolo. Niente più paddock in festa, nelle schermate del Tour Mondiale una vocina femminile petulante e un meccanico che s'improvvisa Piero Angela nell'illustrarci la disciplina del rally ci allontanano tristemente dall'inizio della gara, quando una scia verde traccia la traiettoria ottimale in pista ed é chiaro che per la nostra reputazione sia doveroso disattivare gli aiuti. Quindi si corre.
Dirt 2 é stato un racing game estremo, nel senso di estremamente divertente, estremamente adrenalinico, estremamente veloce ed estremamente (forse qua un pochino meno) arcade. Il divertimento era fuori discussione, ma l'abbracciare rally e millemila altre discipline ha fatto storcere il naso a una buona fetta di videogiocatori. E Codemasters ha preso nota. Il lavoro svolto dal team di sviluppo é lampante fin dal primo minuto, e non si tratta tanto di un affinamento quando di un brutale ingigantimento del pacchetto ludico offerto. Non si é andati per il sottile quando si é trattato di inserire piste (una valanga nelle più disparate parti del globo), macchine (tante, con a lune glorie del passato), modalità, e sfizioserie varie.
Innanzitutto é bene ricordare la percentuale che i programmatori hanno sciorinato fino alla nausea in tutte le presentazioni del gioco: Dirt 3 sarà al 60% un gioco di rally, e il restante sarà dato da extra, siano essi gare come rally cross, head 2 head, drift showcase, landrush, modalità quali l'inedita gymkhana o quelle in cui si articola la modalità multiplayer, ora anche in split screen. Come il precedessore, più del predecessore, Dirt 3 é un minestrone di eventi off-road che tenta di non sacrificare la sua componente rallistica. Detto ciò, Dirt 3 si concede a chiunque con la presenza di vari livelli di difficoltà e degli aiuti: potendo agire su parametri come la sterzata assistita, il controllo della trazione, l'abs e quant'altro l'esperienza ludica é sicuramente ridimensionata, d'altro canto sono problemi dell'utente che potrà disattivare l'ambaradan a propria discrezione.
Sistemata la questione aiuti comincia il vero divertimento. Si nota da subito l'intervento pesante che ha toccato la fisica del gioco, più realistica di quanto non fosse in Dirt 2, poiché ora le vetture risultano più incollate al terreno e il sistema di danni é stato sensibilmente migliorato. A inizio gara, oltre alla scelta del livello di difficoltà e degli aiuti, sarà possibile agire direttamente sui settaggi della vettura, rendendola più adatta alla tipologia di pista da affrontare e al nostro stile di guida. Diversi tipi di sterrato, asfalto, ma anche neve e ed effetti climatici variabili, ereditati direttamente dall'ottimo F1 2010 renderanno poi le gare sicuramente più varie, e varietà si ha anche nelle ambientazioni che annoverano Finlandia, Norvegia e Kenya. Ai classici rally si alterneranno i testa a testa contro un avversario, gare classiche contro altre sette vetture su pista, o addirittura eventi dove dovremo guadagnare più punti possibile effettuando derapate e controsterzi. E appena ottenuta una buona posizione ci verrà chiesto se tappezzare Youtube delle nostre prodezze, tanto per rimarcare che in Dirt 3 non manca proprio nulla.
Piuttosto che coriandolizzare l'andamento della gara in seguito a un errore da poco é ancora possibile attivare l'opzione rewind, riavvolgere di qualche secondo la gara, e ripetere la curva affrontata male o lo spigolo di qualche parte del fondale che ha causato il nostro testacoda. Per il resto la modalità carriera prevede sfide su sfide ambientate ovunque, mettendo a disposizione vecchie glorie del passato in termini di vetture, spalmate dagli anni ‘60 ad oggi (una cinquantina le auto presenti).
Il reparto grafico ha sicuramente subito delle vigorose migliorie: il passo avanti rispetto a Dirt 2 é netto e deciso, l'EGO Engine dimostra ancora una volta di sapere il fatto suo ed é difficile rintracciare sbavature sia per quel che concerne la modellazione dei bolidi, sia per quanto riguarda piste ed elementi del fondale. E come se non fosse abbastanza, il reparto audio oltre a ottimi effetti sonori offre un doppiaggio del copilota pressoché perfetto, dimostrando ottimo tempismo e capacità nel fornire precise indicazioni circa la pista e le sue insidie. Si potrebbe continuare col parlare delle varie modalità online, numerose e diversificate tra loro, o della Gymkhana dove poter effettuare un po' di freestyle in perfetta libertà, con l'obiettivo di effettuare quante più acrobazie servendoci di rampe, tunnel, barili, effettuando derapate infinite e quant'altro. Ma saranno tutti temi trattati in sede di recensione. Per ora é bene ribadire che i programmatori hanno avuto le idee chiare: tanto rally, ma anche tante altre discipline per un titolo che non snobba proprio nulla, offrendosi a qualsiasi categoria di giocatori. Il verdetto finale al 24 maggio.
Dirt 2 é stato un racing game estremo, nel senso di estremamente divertente, estremamente adrenalinico, estremamente veloce ed estremamente (forse qua un pochino meno) arcade. Il divertimento era fuori discussione, ma l'abbracciare rally e millemila altre discipline ha fatto storcere il naso a una buona fetta di videogiocatori. E Codemasters ha preso nota. Il lavoro svolto dal team di sviluppo é lampante fin dal primo minuto, e non si tratta tanto di un affinamento quando di un brutale ingigantimento del pacchetto ludico offerto. Non si é andati per il sottile quando si é trattato di inserire piste (una valanga nelle più disparate parti del globo), macchine (tante, con a lune glorie del passato), modalità, e sfizioserie varie.
Innanzitutto é bene ricordare la percentuale che i programmatori hanno sciorinato fino alla nausea in tutte le presentazioni del gioco: Dirt 3 sarà al 60% un gioco di rally, e il restante sarà dato da extra, siano essi gare come rally cross, head 2 head, drift showcase, landrush, modalità quali l'inedita gymkhana o quelle in cui si articola la modalità multiplayer, ora anche in split screen. Come il precedessore, più del predecessore, Dirt 3 é un minestrone di eventi off-road che tenta di non sacrificare la sua componente rallistica. Detto ciò, Dirt 3 si concede a chiunque con la presenza di vari livelli di difficoltà e degli aiuti: potendo agire su parametri come la sterzata assistita, il controllo della trazione, l'abs e quant'altro l'esperienza ludica é sicuramente ridimensionata, d'altro canto sono problemi dell'utente che potrà disattivare l'ambaradan a propria discrezione.
Sistemata la questione aiuti comincia il vero divertimento. Si nota da subito l'intervento pesante che ha toccato la fisica del gioco, più realistica di quanto non fosse in Dirt 2, poiché ora le vetture risultano più incollate al terreno e il sistema di danni é stato sensibilmente migliorato. A inizio gara, oltre alla scelta del livello di difficoltà e degli aiuti, sarà possibile agire direttamente sui settaggi della vettura, rendendola più adatta alla tipologia di pista da affrontare e al nostro stile di guida. Diversi tipi di sterrato, asfalto, ma anche neve e ed effetti climatici variabili, ereditati direttamente dall'ottimo F1 2010 renderanno poi le gare sicuramente più varie, e varietà si ha anche nelle ambientazioni che annoverano Finlandia, Norvegia e Kenya. Ai classici rally si alterneranno i testa a testa contro un avversario, gare classiche contro altre sette vetture su pista, o addirittura eventi dove dovremo guadagnare più punti possibile effettuando derapate e controsterzi. E appena ottenuta una buona posizione ci verrà chiesto se tappezzare Youtube delle nostre prodezze, tanto per rimarcare che in Dirt 3 non manca proprio nulla.
Piuttosto che coriandolizzare l'andamento della gara in seguito a un errore da poco é ancora possibile attivare l'opzione rewind, riavvolgere di qualche secondo la gara, e ripetere la curva affrontata male o lo spigolo di qualche parte del fondale che ha causato il nostro testacoda. Per il resto la modalità carriera prevede sfide su sfide ambientate ovunque, mettendo a disposizione vecchie glorie del passato in termini di vetture, spalmate dagli anni ‘60 ad oggi (una cinquantina le auto presenti).
Il reparto grafico ha sicuramente subito delle vigorose migliorie: il passo avanti rispetto a Dirt 2 é netto e deciso, l'EGO Engine dimostra ancora una volta di sapere il fatto suo ed é difficile rintracciare sbavature sia per quel che concerne la modellazione dei bolidi, sia per quanto riguarda piste ed elementi del fondale. E come se non fosse abbastanza, il reparto audio oltre a ottimi effetti sonori offre un doppiaggio del copilota pressoché perfetto, dimostrando ottimo tempismo e capacità nel fornire precise indicazioni circa la pista e le sue insidie. Si potrebbe continuare col parlare delle varie modalità online, numerose e diversificate tra loro, o della Gymkhana dove poter effettuare un po' di freestyle in perfetta libertà, con l'obiettivo di effettuare quante più acrobazie servendoci di rampe, tunnel, barili, effettuando derapate infinite e quant'altro. Ma saranno tutti temi trattati in sede di recensione. Per ora é bene ribadire che i programmatori hanno avuto le idee chiare: tanto rally, ma anche tante altre discipline per un titolo che non snobba proprio nulla, offrendosi a qualsiasi categoria di giocatori. Il verdetto finale al 24 maggio.