Colin McRae: DIRT
di
Francesco Romagnoli
Torna il sole sui circuiti. Torna la bella stagione per le corse. E così torna anche la stagione per i racing game. Tra breve usciranno, nel giro di qualche settimana e a poca distanza fra loro, Forza Motorsport 2 e Colin McRae: Dirt. Per il primo l'attesa si è fatta rovente dato che, tolta qualche aspettativa molto severa riguardo la grafica, il gioco in questione non ha mostrato la minima intenzione di voler presentare qualche difetto. Per il secondo invece, dopo una prima prova, l'entusiasmo, bisogna dirlo, si è un po' raggelato.
Non ci voleva. E pensare che un titolo sui rally fatto come si deve erano in molti ad attenderlo dato che, tolto Motorstorm su PS3, per la next-gen ancora non si è visto nulla riguardo questa disciplina. Il nome di Colin nel titolo porta con se un certo tipo di aspettative e allora cosa non va, visto anche che le immagini e tutto il materiale rilasciato sino ad ora prometteva molto bene?
Basta percorrere i primi chilometri per accorgesene. L' auto si comporta come se si trattasse di uno di quei racing futuristici (alla Wipeout, tanto per intenderci), dove le forze di attrito e le dinamiche del peso di una vettura sono trasposte in modo che definire qualunquistico è poco.
I freni hanno una potenza sovraumana, così come il freno a mano che tende ad ancorare la vettura a terra senza scomporla minimamente. Si riesce a far girare l'auto come si vuole e si può entrare in curva senza troppo preoccuparsi della velocità. Meno che mai si ha la sensazione di guidare una WRC sullo sterrato e così è lo stesso per l'asfalto.
Si potrebbe obiettare che si è fatta una scelta tendente all'arcade. L'affermazione è vera e si nota, come si notano parecchie affinità rispetto alla serie Rallisport, ma qui il livello di semplificazione nel controllo della vettura ha raggiunto vette davvero inaspettate a tal punto da poter pregiudicare la profondità di gioco ed il divertimento in genere.
Questo almeno per chi mastica un po' di rally. Chi si aspettava un'evoluzione della saga di Colin rimarrà deluso, così come in parte lo sarà chi era abituato al pur più semplice Rallisport. Al contrario chi si dimostrerà entusiasta di questo titolo saranno i cosiddetti "Casual-racing-gamers" ovvero quei giocatori non abituati più di tanto a cimentarsi con i titoli di guida che così non percepiranno alcuna negatività nel fatto di poter guidare un'auto da 300 e passa cavalli a tutta velocità in mezzo ad un bosco, peraltro con la massima facilità e senza dover possedere almeno un minimo di rudimenti in quanto a leggi fisiche o comportamentali di un auto.
In pratica Colin, esagerando questo concetto, diventa un film. Un film molto facile da girare e con delle coreografie molto appariscenti che aiutano ad immedesimarsi nell'azione e a scordarsi di quanto facile sia sembrare dei veri e propri Colin McRae.
A donare un po' di pepe all'azione e rendere il tutto ancora più spettacolare è il modo in cui la vettura si può danneggiare. Per ammissione degli stessi programmatori questo è uno degli aspetti sul quale hanno posto maggiore attenzione. Certo è una caratteristica che aiuta a tornare con i piedi per terra, dato che, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, i danni alla vettura incidono molto seriamente sulle prestazioni di questa. Però ci pare più funzionale alla spettacolarità che non al resto.
Se dal lato del gameplay questo gioco dà il fianco a diverse critiche, dal punto di vista grafico invece stupisce in positivo. Senza per forza raggiungere un effetto fotorealistico Colin: Dirt raggiunge livelli grafici entusiasmanti per questo genere di giochi. La profondità visiva è notevole così come la realizzazione sia delle vetture sia dell'ambiente circostante, ricco di dettagli anche interattivi. C'è da dire che la fluidità forse non è perfetta, ma questo potrebbe essere un difettuccio risolvibile entro l'uscita del gioco, anche se a dire la verità non manca ormai molto.
A stonare un po' c'è un certo effetto di "blooming" ovvero di un contrasto troppo marcato con superfici che quasi abbagliano contro un'oscurità sin troppo marcata in certi punti.
Per quanto riguarda le sessioni di gioco con più avversari contemporaneamente su pista, abbiamo rilevato un comportamento di questi ultimi piuttosto in linea con la categoria del gioco: nel senso che l'IA non pare troppo complessa ma nemmeno particolarmente stupida o banale da creare semplici trenini.
Da rilevare invece due aspetti particolarmente graditi e che troppo spesso vengono dati per scontati ultimamente nei racing games. Stiamo parlando sia del buon numero di visuali a disposizione (le quali comprendono anche due posizioni interne, vicino al volante o direttamente dal casco) sia della possibilità di poter configurare in piena libertà i tasti sul Joypad.
Aspetto che può sembrare banale, ma che invece è in grado di gravare pesantemente sulla fruibilità del gioco da parte di una buona fetta di pubblico.
Il sonoro, da quello che abbiamo potuto udire, ci sembra discretamente realizzato, senza particolari pregi né difetti. Il rombo delle auto potrebbe essere corposo, mentre il numero ristretto di mezzi che siamo riusciti a provare non ci consente di verificare una certa differenziazione e conformità a seconda del modello utilizzato.
Mancava anche il copilota con le relative note, altro fattore che dovrebbe essere pienamente implementato nella versione finale. Comunque era già presente un commento doppiato in italiano che ci fa ben sperare in tal senso.
Alla fine dei conti, per potersi godere appieno questo nuovo Colin bisognerà accantonare qualsiasi aspettativa di trasposizione di realismo comportamentale (persino i livelli minimi connessi alle strutture tendenzialmente definite "Arcade") ma, una volta digerito questo aspetto, ci si potrà sbizzarrire con un folto numero di auto e di modalità di gara a cui partecipare.
La varietà che da sempre ha contraddistinto Codemasters con la sua serie TOCA pare ora prender piede anche sulla serie Colin. Certamente un bene sotto il profilo della varietà, ma dal profondo del nostro cuore speriamo che la serie TOCA non subisca questo stesso fenomeno di "Arcadizzazione".
Rimaniamo in attesa della versione finale per comprendere se riusciremo ad abituarci ad una tale semplificazione in quanto a controlli e se riusciremo quindi a godere appieno dell'immediato, e sporco, divertimento che questo titolo è in grado di offrire.
Non ci voleva. E pensare che un titolo sui rally fatto come si deve erano in molti ad attenderlo dato che, tolto Motorstorm su PS3, per la next-gen ancora non si è visto nulla riguardo questa disciplina. Il nome di Colin nel titolo porta con se un certo tipo di aspettative e allora cosa non va, visto anche che le immagini e tutto il materiale rilasciato sino ad ora prometteva molto bene?
Basta percorrere i primi chilometri per accorgesene. L' auto si comporta come se si trattasse di uno di quei racing futuristici (alla Wipeout, tanto per intenderci), dove le forze di attrito e le dinamiche del peso di una vettura sono trasposte in modo che definire qualunquistico è poco.
I freni hanno una potenza sovraumana, così come il freno a mano che tende ad ancorare la vettura a terra senza scomporla minimamente. Si riesce a far girare l'auto come si vuole e si può entrare in curva senza troppo preoccuparsi della velocità. Meno che mai si ha la sensazione di guidare una WRC sullo sterrato e così è lo stesso per l'asfalto.
Si potrebbe obiettare che si è fatta una scelta tendente all'arcade. L'affermazione è vera e si nota, come si notano parecchie affinità rispetto alla serie Rallisport, ma qui il livello di semplificazione nel controllo della vettura ha raggiunto vette davvero inaspettate a tal punto da poter pregiudicare la profondità di gioco ed il divertimento in genere.
Questo almeno per chi mastica un po' di rally. Chi si aspettava un'evoluzione della saga di Colin rimarrà deluso, così come in parte lo sarà chi era abituato al pur più semplice Rallisport. Al contrario chi si dimostrerà entusiasta di questo titolo saranno i cosiddetti "Casual-racing-gamers" ovvero quei giocatori non abituati più di tanto a cimentarsi con i titoli di guida che così non percepiranno alcuna negatività nel fatto di poter guidare un'auto da 300 e passa cavalli a tutta velocità in mezzo ad un bosco, peraltro con la massima facilità e senza dover possedere almeno un minimo di rudimenti in quanto a leggi fisiche o comportamentali di un auto.
In pratica Colin, esagerando questo concetto, diventa un film. Un film molto facile da girare e con delle coreografie molto appariscenti che aiutano ad immedesimarsi nell'azione e a scordarsi di quanto facile sia sembrare dei veri e propri Colin McRae.
A donare un po' di pepe all'azione e rendere il tutto ancora più spettacolare è il modo in cui la vettura si può danneggiare. Per ammissione degli stessi programmatori questo è uno degli aspetti sul quale hanno posto maggiore attenzione. Certo è una caratteristica che aiuta a tornare con i piedi per terra, dato che, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, i danni alla vettura incidono molto seriamente sulle prestazioni di questa. Però ci pare più funzionale alla spettacolarità che non al resto.
Se dal lato del gameplay questo gioco dà il fianco a diverse critiche, dal punto di vista grafico invece stupisce in positivo. Senza per forza raggiungere un effetto fotorealistico Colin: Dirt raggiunge livelli grafici entusiasmanti per questo genere di giochi. La profondità visiva è notevole così come la realizzazione sia delle vetture sia dell'ambiente circostante, ricco di dettagli anche interattivi. C'è da dire che la fluidità forse non è perfetta, ma questo potrebbe essere un difettuccio risolvibile entro l'uscita del gioco, anche se a dire la verità non manca ormai molto.
A stonare un po' c'è un certo effetto di "blooming" ovvero di un contrasto troppo marcato con superfici che quasi abbagliano contro un'oscurità sin troppo marcata in certi punti.
Per quanto riguarda le sessioni di gioco con più avversari contemporaneamente su pista, abbiamo rilevato un comportamento di questi ultimi piuttosto in linea con la categoria del gioco: nel senso che l'IA non pare troppo complessa ma nemmeno particolarmente stupida o banale da creare semplici trenini.
Da rilevare invece due aspetti particolarmente graditi e che troppo spesso vengono dati per scontati ultimamente nei racing games. Stiamo parlando sia del buon numero di visuali a disposizione (le quali comprendono anche due posizioni interne, vicino al volante o direttamente dal casco) sia della possibilità di poter configurare in piena libertà i tasti sul Joypad.
Aspetto che può sembrare banale, ma che invece è in grado di gravare pesantemente sulla fruibilità del gioco da parte di una buona fetta di pubblico.
Il sonoro, da quello che abbiamo potuto udire, ci sembra discretamente realizzato, senza particolari pregi né difetti. Il rombo delle auto potrebbe essere corposo, mentre il numero ristretto di mezzi che siamo riusciti a provare non ci consente di verificare una certa differenziazione e conformità a seconda del modello utilizzato.
Mancava anche il copilota con le relative note, altro fattore che dovrebbe essere pienamente implementato nella versione finale. Comunque era già presente un commento doppiato in italiano che ci fa ben sperare in tal senso.
Alla fine dei conti, per potersi godere appieno questo nuovo Colin bisognerà accantonare qualsiasi aspettativa di trasposizione di realismo comportamentale (persino i livelli minimi connessi alle strutture tendenzialmente definite "Arcade") ma, una volta digerito questo aspetto, ci si potrà sbizzarrire con un folto numero di auto e di modalità di gara a cui partecipare.
La varietà che da sempre ha contraddistinto Codemasters con la sua serie TOCA pare ora prender piede anche sulla serie Colin. Certamente un bene sotto il profilo della varietà, ma dal profondo del nostro cuore speriamo che la serie TOCA non subisca questo stesso fenomeno di "Arcadizzazione".
Rimaniamo in attesa della versione finale per comprendere se riusciremo ad abituarci ad una tale semplificazione in quanto a controlli e se riusciremo quindi a godere appieno dell'immediato, e sporco, divertimento che questo titolo è in grado di offrire.
Colin McRae: DIRT
Colin McRae: DIRT
Sull'onda dell'entusiasmo dovuta alle buone promesse di Forza 2 siamo giunti alla prima prova di questo Colin euforici e pieni di aspettative positive. Queste sono state fortemente ridimensionate dal lato del gameplay, che più che arcade si rivela piuttosto irreale e senza un minimo di attinenza con lo sport che sta simulando. Mentre attendiamo la prova sulla lunga distanza per capire se è possibile digerire la semplicità con la quale è stato trasposto questo aspetto ci rifacciamo gli occhi con un motore grafico davvero soddisfacente che non presenta difetti particolarmente rilevanti (fatto salvo l'effetto "bloom") così da risultare molto appagante e coinvolgente per chi cerca soprattutto una certa spettacolarità da un titolo di rally. Anche ciò che Codemasters saprà offrire dal lato dell'on-line potrebbe incidere notevolmente riguardo il giudizio finale sul gioco.