Command & Conquer: Red Alert 3

di Luca Luperini
La guerra é un piatto da servire freddo
Sono finiti i tempi di magra per gli appassionati di strategia in tempo reale.
Dando una rapida sbirciata al calendario delle uscite previste entro la fine del 2008, balza all'occhio la massiccia quantità di RTS ( Real Time Strategy appunto ) pronti a sbarcare non solo sui monitor dei nostri PC -piattaforma prediletta da questa tipologia di videogames- ma anche sui luccicanti schermi dei nostri televisori. Tutto ciò é reso possibile grazie alla nuova generazione di console, la quale sta mettendo in atto un massiccio processo di sdoganamento del gaming strategico.

Sempre scorrendo la sopracitata lista di future releases, intervallato dagli altisonanti nomi di Tom Clancy's EndWar e Halo Wars spiccherà sicuramente agli occhi degli appassionati un titolo evocativo, capace di sostituire alle aspettative ed ai dubbi legati ai nuovi brand targati Ubisoft e Microsoft solide certezze. Stiamo parlando naturalmente di un classico: Command & Conquer: Red Alert, ormai arrivato alla terza incarnazione dopo un periodo di latitanza durato ben sette anni.



Dalla Russia con amore
Proprio così, finite di stropicciarvi gli occhi e prendetene atto: Red Alert 3 sbarcherà su PC e Xbox 360 alla fine di ottobre, con tanto di carica emotiva vintage al seguito. In realtà l'effetto “retro” finisce appena dopo aver letto il titolo; Red Alert 3 infatti, ripropone si il solito “liet motive” fanta-politico avente come fulcro narrativo la guerra fredda tra la mai decaduta -almeno nella finzione-Unione Sovietica e quegli incorreggibili capitalisti dell'Alleanza Occidentale, ma aggiunge una svolta sostanziosa a livello di trama.

A rimpinguare il plot ci pensa l'apparizione di una nuova super potenza andante ad occupare il ruolo di terzo incomodo nella lotta al dominio globale. Si tratta dell' “Empire of the Rising Sun” - nome che non fa niente per nascondere i natali nipponici di questa nuova nazione-, la quale deve la propria esistenza agli avventati metodi utilizzati dal KGB per far risorgere la Madre Patria Russia dalle ceneri. E' infatti per mezzo di una macchina del tempo che l'Unione Sovietica ha sabotato la crescente egemonia dell'Alleanza Occidentale, riaccendendo la miccia della guerra fredda -che ormai di freddo ha solo il nome-, e causando al contempo il bellicoso ”effetto collaterale” proveniente dal sol levante, in seguito ad una serie di reazioni a catena non meglio specificate.

Su questi presupposti si intelaia la classica campagna di gioco, sfarzosamente narrata per mezzo di una serie di intermezzi video, recitati da attori in carne ed ossa come da tradizione.
Ma alla Eletronics Arts hanno voluto fare le cose in grande, dando luogo ad un casting degno di un film propriamente detto. Tra i nomi presenti spiccano quelli delle giunoniche bellezze di Jemma Atkinson e Jenny McCarthy, accompagnate da interpreti del calibro di Tim Curry, George Takei e J.K. Simmons.

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A dimostrazione di come questo Red Alert 3 non sia soltanto una “operazione nostalgia”, la software house statunitense ha infatti investito ingenti risorse nello sviluppo di un comparto multiplayer a tutto tondo, capace di spaziare dalla possibilità di cooperare -con un compagno umano oppure con la semplice AI- nel completamente della story-line principale, fino alla pura e semplice schermaglia avente come protagonisti fino a quattro giocatori atti a conquistare il mondo in team da due oppure in solitaria.

Dall'oriente con furore
Anche tra un filmato e l'altro i nostri occhi saranno ben coccolati da ciò che Red Alert 3 ha da mostrare.
La scelta di continuare sulla strada dettata dal secondo episodio, affidandosi ad un concept grafico divertito ed a tratti caricaturale, c'é sembrata quanto mai azzeccata, in un contesto nel quale la tendenza al fotorealismo esasperato impera, il colorato e giocoso impatto visivo di Red Alert 3 é una boccata d'aria fresca.

Premesso ciò, attenti a non farvi trarre in inganno: l'aspetto fumettoso non é un modo furbo per risparmiare in dettaglio delle textures, in qualità di animazioni ed effetti particellari. Dall'uso delle luci, fino alla cura per le eccentriche unità, tutto é reso con grande maestria, in particolar modo l'effetto degli ambienti acquatici, il quale rimanda ad un'altra importante presa di posizione riguardante il gameplay.

Se i mari non ci sono mai sembrati così ospitali in un RTS c'é un motivo: é perché non sono mai stati così direttamente impegnati nel conflitto.
Sin dai primi video in game é infatti palese l'importanza dello sfruttamento di tutto il terreno a nostra disposizione. In particolar modo la presenza di una serie di unità sviluppate ad hoc -come strutture simili a palafitte e veicoli anfibi- indica come la tanta acqua presente nelle mappe non sia più una barriera, o peggio ancora un ostacolo, che si frappone tra il nostro e gli altri imperi, ma sia invece una preziosa freccia nella nostra faretra, ed in quella dei nostri nemici giurati purtroppo.

Seguendo il trend degli strategici d'ultimo grido Red Alert 3 snellisce la procedura di raccolta risorse, sfoltendo l'iter che porta a sanguinose battaglie passando attraverso la costruzione di strutture specifiche ed, in ultima istanza, ad unità belligeranti.
Questa tendenza alla semplificazione non é però da guardare con troppa diffidenza.
A garantire longevità e molteplicità di soluzioni sono la moltitudine di mezzi ed edifici, tutti quanti capaci di delineare i tratti peculiari di ognuna delle tre fazioni in gioco con relative ripercussioni nelle strategie da mettere in atto per giungere alla vittoria finale. Merita una menzione particolare la nanotecnologia caratterizzante l'Impero del Sol Levante, tradotta in avveneristici “mecha” ed in strutture di creazione mobili denominate “nanocore”.