Company of Heroes 2

di Marco Modugno
Il generale inverno arriva sui nostri PC. Per la prima volta, tutto il rigore del clima russo, che fu in grado di arrestare e aiutare a respingere le armate di Napoleone e poi quelle del Terzo Reich, si manifesta in tutta la sua sinistra brutalità in un RTS. Merito, é il caso di dirlo, di Relic che, in questo secondo capitolo (quarto, se si considerano le due espansioni stand-alone del primo titolo, Opposing Forces e Tales of Valor) di Company of Heroes, riesce a stabilire, almeno a giudicare dalla versione beta che abbiamo avuto modo di testare, un nuovo standard per il genere. Non é la prima volta, infatti, che in un videogioco viene introdotta la variante climatica.

Mai però prima di oggi avevamo visto i nostri soldati morire di freddo, o inghiottiti da un fiume gelato la cui crosta ghiacciata cedeva sotto il peso di un carro armato o per l'impatto di una granata. Il concetto stesso di realismo, in CoH 2, assume un nuovo inquietante e coinvolgente significato e, per una volta, quegli omini in divisa che sgambettano al vostro comando in giro per i vostri monitor surdimensionati acquistano un volto umano, non più lemmings privi d'intelletto e votati al massacro come i soldati di C&C e dei suoi tanti epigoni, ma combattenti fatti di carne e sangue, anima e sentimenti. Eroi, come recita il titolo del gioco, resi tali dalle circostanze e dalla terribile realtà di una guerra senza quartiere, combattuta in condizioni climatiche spesso ostili, lontani dalla propria casa. Una guerra ignobile, come tutti i conflitti tra uomini, che talvolta rende nobili, ancorché tragici, gli atti eroici di chi la combatte, al di là dei colori, delle bandiere e delle ideologie. Dove non ci sono buoni e cattivi, vincitori e vinti, veterani e reclute. Ma solo uomini, capaci di vivere lo spirito di corpo che li unisce con un'abnegazione che li porta ad essere disposti, spesso, all'estremo sacrificio.




Al di là della qualità tecnica mostrata dal nuovo motore grafico, dell'accuratezza minuziosa della ricostruzione di ambientazioni ed equipaggiamenti, della cura nel bilanciamento di scenari e IA, CoH 2 é un gicoo che riesce a toccare corde mai sfiorate prima, nel'animo di noi videogiocatori incalliti.E' una sensazioneben presente e avvertibile anche in questa versione parziale, incompleta, capace di scuotere e far riflettere. Il che é un bene, dal momento che permette di ristabilire, in un mercato saturo di giochi belli, patinati, ma superficiali, dove il sangue vienedispensato comesciroppo di amarena in uno splatter anni 80, senza nessun pathos, quel concetto di videogioco come forma d'arte, o quantomenocome mezzo di apprendimento.

Il livello didattico di questo capitolo della saga, in efetti, non é secondo a quello di divertimento. Uniformi, armi ed equipaggiamenti degli schieramenti russo e tedesco sono riprodotti alla perfezione concura maniacale, così come le ambientazioni di gioco. I due scenari giocabili nella beta, Pripyat River e Rzhev Frontile, riescono a regalare un'idearealistica di ciò che attende i giocatori nella campagna completa. Il primo, infatti, dipinge un affrescocredibile dell'estate russa, con paludi, foreste e fiumi gonfi d'acqua da attraversare. Il secondo, invece, mostra un quadro chiaro ed inequivocabile dei rigori dell'inverno sovietico, che un così grande tributo diuomini costò anche alla nostra ARMIR, in quei tragici anni. Provate a dire ai vostri fanti di attraversare un campo innevato e li vedrete arrancare, a rischio di finire inchiodati da un fuoco di controbatteria nemico. Grazie ad una grafica accurata, merito del nuovo motore grafico Essence 3.0, di una palette di colori volutamente sbiadita per regalareun tocco ulteriore di drammaticità al gioco e di effetti sonori degni di un cinegiornale d'epoca, il senso di realismoé elevatissimo e coinvolge fin dalle prime facili missioni, incitando appassionati e neofiti ad attendere coin ansia l'uscita della versione definitiva, ormai imminente.




La possibilità di avvalersi per davvero, stavolta, del terreno per scopi tattici, e diinteragire con le strutture e la vegetazione, che esploderanno o prenderanno fuoco se colpiti proprio come nella realtà, moltiplica il numero delle opzioni a disposizione dei comandanti in capo dei due schieramenti, sia in single che in multiplayer. Così come la possibilità diriparare e impadronirsi di mezzi abbandonati dal nemico, di far saltare ponti e spaccare lastre di ghiaccio sotto i piedi dell'avversario, la necessità di doversi preoccupare di offrire riparo e calore ai propri uomini d'inverno e di non lasciare che ilnemico s'impadronisca, sfruttandoli, dei centri di comando dal quale dipende la produzione di carburante e munizioni per le nostre truppe.

Ottima anche la gestione della "fog of war", che mostra sulla mappa solo ciò che effettivamente le nostre unità sul campo possono vedere (vale anche per i feriti lasciati indietro, da cui il dilemma dialettico se sparare a quelli abbandonati dal nemico, per privarlo di preziose informazioni sui nostri movimenti...) e quella delle abilità speciali, conquistate sul campo dalle unità che sapranno destreggiarsi e sopravvivere attraverso i diversi scontri, come lapossibilità di chiedere appoggio aereo o d'artiglieria.

Anche se l'antipasto di sole due missioni, giocate dalla parte della fazione sovietica, non é certo sufficiente a dichiararsi soddisfatti e pronti ad emettere un giudizio definitivo, é giusto però manifestarein modo assolutamente chiaro e inequivocabile l'interesse cheCoH 2 ha saputo destare nel nostro cuore indurito di guerrieri virtuali. Speriamo solo che, nel gioco completo o magari in qualche futura espansione, ci sia data la possibilità di combattere con unità finlandesi o, perché no, del Regio Esercito italiano, chi si distinse su quel fronte per coraggio e spirito di sacrificio, nonostante l'inadeguatezza dell'equipaggiamento.

E' evidente che, al di là dell'inflazionamentoprovocato da tante produzioni scadenti, la Seconda Guerra Mondialeha ancora molto da diree da dare al mercato dei videogiochi di qualità. E il prodotto di Relic, di prossimo rilascio, dimostra come sia possibile coniugare in modo efficaceprecisione storica, realismo e divertimento, senza necessariamente dover trasformare tragiche vicende come quelle della guerra sul fronte orientale in un massacro arcade su cui ridere sopra.

Visti i tempi che corrono, viene voglia di toglersi il cappello... pardon, l'elmetto!