Conflict: Desert Storm

Per amor di semplicità, in sede di programmazione si é optato per un sistema di puntamento automatico, sebbene la precisione dei soldati discenda strettamente dal livello conseguito
PER UN PUGNO DI PETROLIO
A differenza di titoli in parte affini come Metal Gear Solid e Syphon Filter, lo storyline di Conflict: Desert Storm appare decisamente esile, articolato piuttosto su singole missioni collegate da brevi sequenze introduttive e privo di figure carismatiche capaci di rivaleggiare con personaggi del calibro di Snake o Gabe Logan. Le prime sequenze visionate lasciano intuire un comparto ancora ampiamente in fase di sviluppo, che al momento presenta "fogging" e texture qualitativamente migliorabili: l'engine poligonale non sembra ancora degno delle piattaforme (Xbox, PS2 e PC) per la quali Conflict: Desert Storm é stato progettato e le animazioni dei soldati si mantengono su parametri non particolarmente incisivi, nonostante SCI sia sollecita nel precisare che la versione finale potrà avvalersi di ombreggiature, effetti luminosi ed espedienti grafici di massimo rilievo

Le prime indiscrezioni trapelate parlano di un sistema di controllo pratico ed intuitivo, che dovrebbe permettere un'agile gestione dei quattro uomini, mediante il pieno supporto di tutti i tasti del pad e l'impiego di entrambe le leve analogiche, adibite tanto allo spostamento dei soldati, quanto al posizionamento delle "telecamere" virtuali
Pivotal Games garantisce inoltre l'inserimento di ottime routine per il calcolo dell'intelligenza artificiale, applicate uniformemente alle truppe nemiche e agli uomini del nostro reparto, qualora decidessimo di affidarli alla CPU. Nonostante la parziale assenza di dettagli confortanti a riguardo, scommettiamo che il piatto forte del menù risiederà nelle modalità multigiocatore e nel supporto online, annunciati entusiasticamente dalla software house britannica nei mesi passati, ma ancora lontani dal completamento finale; é comunque lecito aspettarsi che la versione definitiva consenta d'intraprendere sfide tanto nella canonica opzione deathmatch, quanto in un gradito cooperative mode, fino a un massimo di quattro giocatori. Stando alle dichiarazioni rilasciate da Rose Montgomery, Publisher Manager di Microsoft, il colosso statunitense sembra credere fermamente nelle potenzialità di Conflict: Desert Storm per Xbox, supportando energicamente il team di sviluppo, nonostante la natura multiformato del gioco. Si tratta, in effetti, di uno dei primi titoli europei a sbarcare su Xbox, quindi un tramite allettante per raggiungere il pubblico del vecchio continente. Auguriamoci solo che ciò si riveli di buon auspicio.