Conflict Vietnam
di
Luca 'Lord Axl' Gambino
Dopo aver sfruttato a fondo il secondo conflitto mondiale (Medal of Honor e Call of Duty su tutti), il "carrozzone videoludico" sembra voler dare fondo ad un'altra operazioni bellica che ha, purtroppo tristemente, segnato la recente storia americana. Titoli come Vietnam, Vietcong e l'espansione di Battlefield dedicato al conflitto del sud-est asiatico, hanno riportato in auge uno dei conflitti più duri e cruenti, combattuto nei primi anni '60. Ed è così che anche Pivotal Games, abbandonati i sabbiosi territori irachen che hanno fatto da sfondo ai primi due capitoli della serie Conflict, decide di seguire la corrente e di riportare indietro nel tempo (precisamente nel 1967) il terzo episodio della serie divenuta ormai multimilionaria in termini di vendite.
Ed è appunto sul fortunato mix di simulazione e arcade che Pivotal poggia la struttura di gioco di questo Conflict Vietnam, ripresentando il classico Third Person Shooter che vi permetterà di prendere il comando di uno dei quattro componenti dello special team chiamato, in questo caso, a portare a compimento la solita manciata di missioni dalla varia natura che vedranno i nostri 4 (differenziati tra di loro per abilità e mansioni), fare incursione tra le linee nemiche, presidiare punti di particolare importanza, o difendere a testa bassa il proprio accampamento dalle invasioni dei Vietcong. Il tutto all'interno di uno scenario di gioco abilmente ricreato dai grafici della Pivotal, migliorando di fatto, quanto visto nei precedenti episodi della serie, onesti ma senza particolari fronzoli stilistici.
In particolare sembra che un maggiore impegno e concentrazione si stato dedicato ai 4 protagonisti, particolarmente ricchi in termini poligonali e texturizzati a dovere. Stesso discorso non può essere fatto, viceversa, per i nostri avversari, realizzati "in economia", forse a salvaguardare le prestazioni generali che risultano, per l'appunto, sempre fluide e pienamente di supporto all'azione di gioco, sempre frenetica e incessante. Ulteriore appunto può essere fatto all'impossibilità in alcune occasioni di scorgere il nemico tra la folta vegetazione, costringendo il giocatore ad affidarsi il più delle volte all'affidarsi alla mira automatica, che punterà sistematicamente il nemico nascosto ai nostri occhi.
726
Come detto in precedenza, l'azione di gioco di Conflict Vietnam riprende pienamente quanto già visto in Desert Storm 1 e 2, ivi compresa la spiccata componente arcade che faciliterà il compito di chi, tenendosi bene a distanza da giochi come Full Spectrum Warrior, è alla ricerca di un'esperienza di gioco immersiva, ma scevra di qualsiasi componente simulativa. Esempio principe, sull'impostazione arcade del gioco, è la possibilità di curare qualsiasi nostro personaggio anche se questo è stato colpito in pieno viso da un bazooka o da un colpo di mortaio, un approccio già noto ai cultori della serie. Interessante, invece, il sistema di upgrade dei 4 personaggi che a seconda del comportamento in battaglia potranno migliorare le proprie caratteristiche personali. Un sistema che, in questo modo, costringe il giocatore a usare nella maniera più corretta tutti e quattro gli elementi del team, scoraggiandolo ad ingaggiare azioni di guerriglia "alla Rambo" ma, al contrario, a pianificare con attenzione le proprie mosse. In ultimo rimane da segnalare la completa localizzazione del titolo che permetterà anche ai non anglofoni di godere dell'ottima trama che funge da collante alle missioni progettate dai Pivotal. Preparatevi, come al solito, ad un linguaggio "lievemente" scurrile, ma d'altro siamo in guerra, che diamine.
Quanto visto da questa versione preliminare di Conflict Vietnam lascia ben sperare per un titolo in linea con le aspettative di chi ha adorato i due Desert Storm. Non ci troviamo sicuramente davanti ad una simulazione alla Full Spectrum Warrior, questo sia chiaro, ma l'azione incessante di gioco e un comparto grafico gradevole e verosimile possono essere comunque le chiavi vincenti per questa terza uscita della Pivotal in ambito militare. Occhi e orecchie aperte, soldati, il nemico sta per arrivare!
023
Ed è appunto sul fortunato mix di simulazione e arcade che Pivotal poggia la struttura di gioco di questo Conflict Vietnam, ripresentando il classico Third Person Shooter che vi permetterà di prendere il comando di uno dei quattro componenti dello special team chiamato, in questo caso, a portare a compimento la solita manciata di missioni dalla varia natura che vedranno i nostri 4 (differenziati tra di loro per abilità e mansioni), fare incursione tra le linee nemiche, presidiare punti di particolare importanza, o difendere a testa bassa il proprio accampamento dalle invasioni dei Vietcong. Il tutto all'interno di uno scenario di gioco abilmente ricreato dai grafici della Pivotal, migliorando di fatto, quanto visto nei precedenti episodi della serie, onesti ma senza particolari fronzoli stilistici.
In particolare sembra che un maggiore impegno e concentrazione si stato dedicato ai 4 protagonisti, particolarmente ricchi in termini poligonali e texturizzati a dovere. Stesso discorso non può essere fatto, viceversa, per i nostri avversari, realizzati "in economia", forse a salvaguardare le prestazioni generali che risultano, per l'appunto, sempre fluide e pienamente di supporto all'azione di gioco, sempre frenetica e incessante. Ulteriore appunto può essere fatto all'impossibilità in alcune occasioni di scorgere il nemico tra la folta vegetazione, costringendo il giocatore ad affidarsi il più delle volte all'affidarsi alla mira automatica, che punterà sistematicamente il nemico nascosto ai nostri occhi.
Come detto in precedenza, l'azione di gioco di Conflict Vietnam riprende pienamente quanto già visto in Desert Storm 1 e 2, ivi compresa la spiccata componente arcade che faciliterà il compito di chi, tenendosi bene a distanza da giochi come Full Spectrum Warrior, è alla ricerca di un'esperienza di gioco immersiva, ma scevra di qualsiasi componente simulativa. Esempio principe, sull'impostazione arcade del gioco, è la possibilità di curare qualsiasi nostro personaggio anche se questo è stato colpito in pieno viso da un bazooka o da un colpo di mortaio, un approccio già noto ai cultori della serie. Interessante, invece, il sistema di upgrade dei 4 personaggi che a seconda del comportamento in battaglia potranno migliorare le proprie caratteristiche personali. Un sistema che, in questo modo, costringe il giocatore a usare nella maniera più corretta tutti e quattro gli elementi del team, scoraggiandolo ad ingaggiare azioni di guerriglia "alla Rambo" ma, al contrario, a pianificare con attenzione le proprie mosse. In ultimo rimane da segnalare la completa localizzazione del titolo che permetterà anche ai non anglofoni di godere dell'ottima trama che funge da collante alle missioni progettate dai Pivotal. Preparatevi, come al solito, ad un linguaggio "lievemente" scurrile, ma d'altro siamo in guerra, che diamine.
Quanto visto da questa versione preliminare di Conflict Vietnam lascia ben sperare per un titolo in linea con le aspettative di chi ha adorato i due Desert Storm. Non ci troviamo sicuramente davanti ad una simulazione alla Full Spectrum Warrior, questo sia chiaro, ma l'azione incessante di gioco e un comparto grafico gradevole e verosimile possono essere comunque le chiavi vincenti per questa terza uscita della Pivotal in ambito militare. Occhi e orecchie aperte, soldati, il nemico sta per arrivare!
Conflict Vietnam
Conflict Vietnam
Quanto visto da questa versione preliminare di Conflict Vietnam lascia ben sperare per un titolo in linea con le aspettative di chi ha adorato i due Desert Storm. Non ci troviamo sicuramente davanti ad una simulazione alla Full Spectrum Warrior, questo sia chiaro, ma l'azione incessante di gioco e un comparto grafico gradevole e verosimile possono essere comunque le chiavi vincenti per questa terza uscita della Pivotal in ambito militare. Occhi e orecchie aperte, soldati, il nemico sta per arrivare!