Conscript, l’orrore è reale e vive nel passato – Anteprima PC
L’anteprima del survival horror di Catchweight Studio, un’intrigante nuova prospettiva sul genere dal grande potenziale
Conscript è un survival horror atipico. Atipico perché torna alle origini del genere, con una formula alla Resident Evil o Silent Hill, fatta di enigmi, backtracking e risorse contate, ma adottando una visuale dall’alto impreziosita da una pregevole veste grafica retrò (in stile Signalis per intenderci). Atipico perché ambientato durante una vera occorrenza storica, la battaglia di Verdun della Prima Guerra Mondiale, nel 1916. Atipico perché per una volta non ci ritroveremo contro mostri orripilanti o spiriti vendicativi, bensì soldati, persone come noi, a loro volta in cerca di scampo da una delle pagine più buie della storia dell’umanità.
Nei panni di un soldato francese abbandonato a sé stesso, dovremo seguire le tracce di nostro fratello tra le trincee malmesse e i bunker claustrofobici nel bel mezzo del conflitto, risparmiando cure e munizioni e navigando attraverso colpi di mortaio e soldati nemici. Una premessa narrativa che ricorda un po’ il recente Amnesia: The Bunker, ma il gioco risulta concettualmente agli antipodi e ben diverso a livello di esecuzione. Conscript è infatti più un’avventura che un horror, non cerca di spaventare il giocatore, ma di coinvolgerlo nelle sue atmosfere cariche di tensione.
E ci riesce benissimo, a partire dalle primissime schermate, in cui senza equipaggiamento dovremo cercare di avanzare verso il fronte, accompagnati dal sibilo degli spari in lontananza, esplosioni e urla di dolore a fare da sottofondo alla traversata. Il gioco vero e proprio inizia non appena vengono rinvenuti tra le macerie fucile e pala, in funzione di arma da mischia. Il gameplay è lento e metodico, data dalla necessità di “caricare” ogni colpo, sia a corto che a lungo raggio (per mirare), cosa che rende i combattimenti maldestri e difficoltosi, in linea con gli standard del genere horror vecchio stampo.
E sulla stessa lunghezza d’onda, anche la fuga è una valida opzione, con la possibilità di correre via o di rotolare per schivare gli attacchi, intaccando una barra della stamina che si ricarica lentamente nel tempo. I nemici a schermo non sono mai troppi e le loro tattiche consistono (almeno per il momento) nel rincorrerci o di sforacchiarci prendendo con una certa calma la mira. Normalmente risulterebbero minacce di poco conto, ma dato il nostro impaccio diventano subito molto pressanti.
Le armi da mischia si usurano rapidamente (tranne il pugnale, che comunque infligge pochi danni), le munizioni per le varie armi da fuoco (pistola, fucile a leva, fucile a pompa...) sono contate, così come bende e kit di pronto soccorso, e come se non bastasse dobbiamo convivere con un inventario limitato, con slot appena sufficienti per i beni di prima necessità, figuriamoci anche per ospitare gli strumenti fondamentali alla risoluzione degli enigmi, i materiali per il crafting ed eventuali tesori da vendere. Una comoda cassa a mo' di Resident Evil consentirà di depositare gli oggetti in eccesso, ma non sarà affatto raro dover compiere delle scelte e buttare roba potenzialmente utile durante l’esplorazione; a meno che non vogliate fare la spola in giro per la mappa (soluzione noiosa ma fattibile, visto che i soldati abbattuti non sembrano respawnare).
C’è persino un negozio con un mercante che ricorda troppo nei modi quello iconico di Resident Evil 4, in cui poter investire le sigarette (usate come valuta) accumulate in cambio di munizioni, oggetti e altre chicche, come espansioni per l’inventario e componenti bellici, utilizzati per potenziare le statistiche dell’arsenale (di nuovo, come in Resident Evil 4). Si tratta dell’unica istanza particolarmente “ludica” in un titolo altrimenti parecchio radicato nel realismo (relativamente al genere di appartenenza, s’intende), che promette ore di divertimento grazie a diversi livelli di difficoltà, finali multipli, svariate impostazioni per personalizzare l’esperienza e bonus di completamento, come armi e costumi extra.
Formula di gioco accattivante, pixellosa veste grafica in stile PS1 ricca di fascino, tante idee interessanti per un setting originale e ben congegnato, Conscript è una delle prossime gemme indie da tenere vivamente in considerazione. Il titolo di Jordan Mochi e Catchweight Studio stuzzica i fan del genere horror di una volta con una realizzazione e una presentazione di prim’ordine, ma non dovrebbe essere disdegnato anche da coloro in cerca di forti emozioni, magari attratti dal periodo storico, rappresentato con molta cura. Noi non vediamo l’ora di giocare la versione completa e vi rimandiamo alla nostra recensione, prevista non appena Conscript sbarcherà nel corso del 2024 su PC tramite Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e 5, e Xbox One e Series X|S.