Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
Gli eterni secondi esistono anche nel mondo dei videogiochi, non si spiegherebbe altrimenti la "sfortuna" (sapete già qual era il termine originale...) che ha sempre contraddistinto Crash Bandicoot se posto di fronte ad altri mostri sacri come Mario o Sonic. Non sono bastati i milioni di copie vendute, una serie che annovera tre episodi e ben due spin-off (di cui un ottimo titolo corsaiolo, Crash Team Racing) per convincere il pubblico che il simpatico marsupiale australiano fosse davvero "l'uomo giusto" per la PlayStation. Tant'é vero che nei mesi scorsi si é ufficializzata una vera e propria rivoluzione nella vita di Crash Bandicoot, trasformato da personaggio esclusivo Psx a nuova star multipiattaforma (un po' come Sonic, il suo primo e temibilissimo avversario in questo campo)
Come si sa, le vecchie abitudini sono però difficili da abbandonare ed ecco che il vorace peramele riparte proprio dalla console o, meglio, dal produttore cui deve i suoi maggiori successi: la PlayStation (2). Come sempre ricordiamo che ogni carattere scevro di ironia leggibile in questa anteprima é il frutto di una prova diretta del gioco, in una sua versione non ancora definitiva. Volete una prima occhiata su Crash Bandicoot a 128 bit? Continuate a leggere..
SENTIERI, VEICOLI E UN PO' DI FRUTTA
Come già faceva notare il prode Raffaele "stella di Unreal Tournament" Cherubini nella sua anteprima del gioco, la cosa che colpisce in negativo di questa produzione é la totale assenza di novità nella struttura di gioco. Nonostante gli altri aspetti positivi del nuovo Crash, infatti, dobbiamo per forza di cose mettere in guardia chi si aspettasse rivoluzioni o grandi novità: Crash é rimasto fedele alle origini, nella buona e cattiva sorte (qualunque cosa la frase appena scritta voglia dire). Partiamo dalla struttura di gioco, ormai talmente remixata da far apparire l'ultimo Crash, ma anche i precedenti, ben lontani dal concetto di semplice platform game
Le avventure del peramele sono essenzialmente dei multievento su base platform, che riprendono i concetti presentati migliaia di volte nei classici giochi arcade riproponendoli in chiave 3D. Non si spiegherebbe altrimenti la presenza massiccia di variazioni nel gameplay, sia essa la guida di veicoli o il cambio netto nella disposizione dei controlli. Tutto quanto appena espresso non rappresenta comunque una critica dato che la varietà, soprattutto nel sovraffollato settore PlayStation 2, può ancora distinguere un buon gioco da un titolo anonimo
Come si sa, le vecchie abitudini sono però difficili da abbandonare ed ecco che il vorace peramele riparte proprio dalla console o, meglio, dal produttore cui deve i suoi maggiori successi: la PlayStation (2). Come sempre ricordiamo che ogni carattere scevro di ironia leggibile in questa anteprima é il frutto di una prova diretta del gioco, in una sua versione non ancora definitiva. Volete una prima occhiata su Crash Bandicoot a 128 bit? Continuate a leggere..
SENTIERI, VEICOLI E UN PO' DI FRUTTA
Come già faceva notare il prode Raffaele "stella di Unreal Tournament" Cherubini nella sua anteprima del gioco, la cosa che colpisce in negativo di questa produzione é la totale assenza di novità nella struttura di gioco. Nonostante gli altri aspetti positivi del nuovo Crash, infatti, dobbiamo per forza di cose mettere in guardia chi si aspettasse rivoluzioni o grandi novità: Crash é rimasto fedele alle origini, nella buona e cattiva sorte (qualunque cosa la frase appena scritta voglia dire). Partiamo dalla struttura di gioco, ormai talmente remixata da far apparire l'ultimo Crash, ma anche i precedenti, ben lontani dal concetto di semplice platform game
Le avventure del peramele sono essenzialmente dei multievento su base platform, che riprendono i concetti presentati migliaia di volte nei classici giochi arcade riproponendoli in chiave 3D. Non si spiegherebbe altrimenti la presenza massiccia di variazioni nel gameplay, sia essa la guida di veicoli o il cambio netto nella disposizione dei controlli. Tutto quanto appena espresso non rappresenta comunque una critica dato che la varietà, soprattutto nel sovraffollato settore PlayStation 2, può ancora distinguere un buon gioco da un titolo anonimo