Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex

Sessanta quadri al secondo, con buona approssimazione del nostro occhio "clinico", sono la norma per tutti i livelli di gioco, con alcune rarissime eccezioni nel caso in cui lo schermo sia invaso da effetti speciali particolarmente invadenti. L'ottima fluidità valorizza anche il lavoro svolto dal team nel settore animazioni, partendo proprio dallo stesso Crash, che mai prima d'ora é apparso sullo schermo così "solido" e addirittura "in forma" per i tanti movimenti che lo contraddistinguono. Come già avvenuto per il rivale Sonic, il passaggio da una generazione all'altra di console ha giovato anche all'estetica del protagonista: il nostro peramele é su PlayStation 2 quasi un'altra persona (animale) come potremmo dire usando una definizione piuttosto abusata. Tra le chicche che si fanno notare in questo campo segnaliamo il modo, esilarante, con cui Crash slitta su una superficie scivolosa oppure l'ottima animazione della scivolata, mossa che si rivela spesso utile per uscire velocemente da una situazione piuttosto caotica

Passando al sonoro, le impressioni positive continuano in campo doppiaggi, area che si avvale di una realizzazione assolutamente professionale e di animazioni facciali dei protagonisti simpatiche, ma soprattutto puntuali. Senza dilungarci troppo nell'aspetto tecnico, nonostante rappresenti ormai la principale area di interesse di molti giocatori (sarcasmo), ci avviciniamo a chiudere questa prima occhiata sul gioco sottolineando come la realizzazione, nel suo insieme, renda pienamente giustizia all'hardware Sony. Un punto che rimane invece "sospeso" fino alla prova della versione completa é quello riguardante il gameplay, adattissimo ad un fan della serie ma forse troppo limitato e "riciclato" per chi ha ormai portato a termine giochi come Banjo-Kazooie, Sonic Adventure o, per rimanere in casa Sony, Ape Escape. Per questa e altre conclusioni avremo abbastanza tempo, e spazio, nella recensione completa, cui vi rimandiamo dopo la lettura dei commenti qui a fianco.