Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex

Crash Bandicoot LIra di Cortex
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Sessanta quadri al secondo, con buona approssimazione del nostro occhio "clinico", sono la norma per tutti i livelli di gioco, con alcune rarissime eccezioni nel caso in cui lo schermo sia invaso da effetti speciali particolarmente invadenti. L'ottima fluidità valorizza anche il lavoro svolto dal team nel settore animazioni, partendo proprio dallo stesso Crash, che mai prima d'ora é apparso sullo schermo così "solido" e addirittura "in forma" per i tanti movimenti che lo contraddistinguono. Come già avvenuto per il rivale Sonic, il passaggio da una generazione all'altra di console ha giovato anche all'estetica del protagonista: il nostro peramele é su PlayStation 2 quasi un'altra persona (animale) come potremmo dire usando una definizione piuttosto abusata. Tra le chicche che si fanno notare in questo campo segnaliamo il modo, esilarante, con cui Crash slitta su una superficie scivolosa oppure l'ottima animazione della scivolata, mossa che si rivela spesso utile per uscire velocemente da una situazione piuttosto caotica
Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
Cosa non si farebbe per un paio di succose mele!

Passando al sonoro, le impressioni positive continuano in campo doppiaggi, area che si avvale di una realizzazione assolutamente professionale e di animazioni facciali dei protagonisti simpatiche, ma soprattutto puntuali. Senza dilungarci troppo nell'aspetto tecnico, nonostante rappresenti ormai la principale area di interesse di molti giocatori (sarcasmo), ci avviciniamo a chiudere questa prima occhiata sul gioco sottolineando come la realizzazione, nel suo insieme, renda pienamente giustizia all'hardware Sony. Un punto che rimane invece "sospeso" fino alla prova della versione completa é quello riguardante il gameplay, adattissimo ad un fan della serie ma forse troppo limitato e "riciclato" per chi ha ormai portato a termine giochi come Banjo-Kazooie, Sonic Adventure o, per rimanere in casa Sony, Ape Escape. Per questa e altre conclusioni avremo abbastanza tempo, e spazio, nella recensione completa, cui vi rimandiamo dopo la lettura dei commenti qui a fianco.
Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
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Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex

Non è il gioco di piattaforme "libero" che potevamo aspettarci dalle capacità della nuova console Sony e, anzi, testimonia la volontà di mantenere intatta una squadra vincente (la serie di Crash Bandicoot). Nonostante questo difetto di fondo, la prima uscita a 128 bit del peramele Universal sembra in grado di farsi apprezzare sotto diversi aspetti, catalizzando l'attenzione del giocatore per merito di una considerevole varietà nei livelli. Anche la notevole realizzazione tecnica potrebbe far cadere in secondo piano una quasi totale mancanza di innovazioni, grazie all'ottimo lavoro svolto da Traveller's Tales in campo strettamente grafico (ma anche il sonoro, con un'eccellente uso del doppiaggio, resta degno di nota). L'unica incertezza riguarda la futura accoglienza del pubblico: c'è ancora posto per un Crash Bandicoot più che mai classico nel mercato odierno? Tra un mese circa lo sapremo con certezza...

Alessandro Martini

SECONDO COMMENTO

E' stato il primo incontro in assoluto con Crash quello del sottoscritto alle prese con Crash Bandicoot: The Wrath of Cortex per PS2 ed è stato un incontro estremamente piacevole. Quanto detto poc'anzi lascia intendere che il commento del sottoscritto può essere maggiormente utile al possore di PS2 che intenda avvicinarsi per la prima volta a un gioco di Crash Bandicoot, mentre i "veterani" leggano tutto con qualche prevedibile distinguo. Crash Bandicoot: The Wrath of Cortex si presenta davvero bene, è tecnicamente molto valido (rendering pulito, ottimo uso dei colori, ottima fluidità), ma soprattutto (per quanto visto in questa versione apparentemente assai avanzata, per quanto non defintiva) è un gioco divertente, un aspetto che tante volte pare cedere il passo di fronte al crescente delirio tecnologico, ma che resta invece l'elemento chiave per il vero successo a tutto tondo di un videogioco. Il divertimento in Crash Bandicoot: The Wrath of Cortex deriva da un gameplay di base semplice intuitivo e simpatico che si arricchisce nel corso del gioco di numerose quanto fantasiose variazioni sul tema, che sono capaci di tenere desto l'interesse del giocatore e di far scattare la voglia di provare il livello successivo e quindi l'ultieriore trovata degli sviluppatori e così via... E' intuibile anche da un novello per il mondo di Crash Bandicoot come il sottoscritto che il gioco non possiede la "libertà totale", la vastità esplorativa e in un certo senso la profondità di tanti altri titoli analoghi, ma che tali sono solo se si vuole cercare un confronto a ogni costo includendo strettamente Crash Bandicoot: The Wrath of Cortex fra i giochi di piattaforme. Secondo quanto provato, invece, brilla con forza la nautra camaleontica di questo titolo che, pur nel contensto del suo impianto tradizionale, stenta a farsi ricondurre unicamente al genere sopra citato: è piùttosto un'esperienza che non vediamo l'ora di provare in versione defintiva e che probabilmente saprà conquistare molti possessori di PS2 come giè i suoi predecessori fecero su Psx. Appuntamento all'ormai prossima recensione!

Matteo Camisasca