Dark Souls
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Quando i From Software annunciarono e svilupparono Demon's Souls, pochi avevano le idee chiare su quello che sarebbe stato il risultato finale. Probabilmente la stessa Namco Bandai optò per un approccio cauto al progetto, rilasciandolo volta per volta nelle varie regioni, assicurandosi che l'esperimento risultasse gradito prima di convertirlo su altri territori. L'esperimento era quello di un RPG che puntasse tutto su un gameplay severo e punitivo, in cui il giocatore fosse quasi frustrato non tanto dalla difficoltà delle varie fasi, quanto piuttosto dalla facilità con cui il proprio alter-ego incappava nella morte e dalle conseguenze della stessa.
Ma il progetto piacque, anche grazie ad un innovativo concetto di MultiPlayer che permetteva ai giocatori di “visitare” le realtà alternative degli altri partecipanti in modo da poterli aiutare nella loro quest o, viceversa, aggredirli sottoforma di “spettri oscuri”. Ecco pertanto varato il progetto Dark Souls, immediatamente ribattezzato il “sequel spirituale di Demon's Souls” perché tanti sono gli elementi in comune col predecessore, ma la trama e l'ambientazione sono invece totalmente slegate. Ci troviamo comunque in un mondo Gothic-Fantasy, dove potenze misteriose ed oscure hanno influenzato il passato fino all'estinzione degli antichi draghi e alla nascita di individui marchiati dal “simbolo oscuro”.
Queste sventurate creature sono maledette dall'immortalità, ma da un'immortalità di non-morte: ogni volta che dovrebbero morire, infatti, si risvegliano presso uno dei vari falò in una forma simile a zombi denominata “Essere vuoto”. A lungo andare questa condizione mina la loro sanità mentale rendendoli presto o tardi degli zombie folli; nonostante ciò, alcuni riescono a tornare vivi e la leggenda vuole che uno di essi un giorno riuscirà a sconfiggere i signori oscuri e portare la pace al mondo intero.
Con questo presupposto in testa, passiamo alla creazione del nostro personaggio, scegliendo la build iniziale tra le dieci disponibili: alcune hanno caratteristiche iniziali migliori, altre un equipaggiamento più prestante, altre ancora valori più modesti che però permettono uno sviluppo più flessibile. Oltre alla scelta del kit, avremo la possibilità di ottenere un “dono speciale”, ossia un oggetto che possa esserci d'aiuto soprattutto nelle prime fasi del gioco: si va da una chiave universale, a un anello che aumenti la nostra salute, a un telescopio dall'utilizzo palese, e così via. Una rapida ritoccatina ai tratti somatici, alla corporatura e altri dettagli prettamente estetici, e siamo pronti a gettarci nella vicenda.
Vicenda che parte nientemeno che da una prigione, in cui il nostro “eroe”, già in condizione di non-morto, langue in attesa di perdere definitivamente la ragione.
Da un foro sul soffitto però qualcuno lascia cadere il cadavere di una guardia nelle cui tasche c'é la chiave della cella. Inizia così il tutorial, in cui armati solo di un mozzicone di spada dobbiamo superare gli zombie più innocui del gioco, già in grado di farci secchi se presi sottogamba. Ritroviamo immediatamente le meccaniche di base di Demon's Souls: i tasti laterali sono infatti associati alle due mani, uno per l'attacco veloce e uno per quello potente, che si trasformano in parate semplici e parate ad impatto quando imbracciamo uno scudo.
Anche la presenza del tasto scatto/rotolamento é immutata, così come quello per l'utilizzo dell'equipaggiamento selezionato e per passare all'impugnatura a due mani. La croce direzionale é ancora preposta alla selezione delle armi e dell'equipaggiamento, ma troviamo alcune novità nelle meccaniche: utilizzando i tasti d'attacco in connubio con l'analogico sinistro é infatti possibile sferrare calci o eseguire attacchi in salto. Mentre gironzoliamo nel cortile delle prigioni ci si para davanti un demone guardiano dal vago aspetto batrace di taglia considerevole: il suggerimento che ci arriva é quello, per il momento, di fuggire.
Ma il progetto piacque, anche grazie ad un innovativo concetto di MultiPlayer che permetteva ai giocatori di “visitare” le realtà alternative degli altri partecipanti in modo da poterli aiutare nella loro quest o, viceversa, aggredirli sottoforma di “spettri oscuri”. Ecco pertanto varato il progetto Dark Souls, immediatamente ribattezzato il “sequel spirituale di Demon's Souls” perché tanti sono gli elementi in comune col predecessore, ma la trama e l'ambientazione sono invece totalmente slegate. Ci troviamo comunque in un mondo Gothic-Fantasy, dove potenze misteriose ed oscure hanno influenzato il passato fino all'estinzione degli antichi draghi e alla nascita di individui marchiati dal “simbolo oscuro”.
Queste sventurate creature sono maledette dall'immortalità, ma da un'immortalità di non-morte: ogni volta che dovrebbero morire, infatti, si risvegliano presso uno dei vari falò in una forma simile a zombi denominata “Essere vuoto”. A lungo andare questa condizione mina la loro sanità mentale rendendoli presto o tardi degli zombie folli; nonostante ciò, alcuni riescono a tornare vivi e la leggenda vuole che uno di essi un giorno riuscirà a sconfiggere i signori oscuri e portare la pace al mondo intero.
Con questo presupposto in testa, passiamo alla creazione del nostro personaggio, scegliendo la build iniziale tra le dieci disponibili: alcune hanno caratteristiche iniziali migliori, altre un equipaggiamento più prestante, altre ancora valori più modesti che però permettono uno sviluppo più flessibile. Oltre alla scelta del kit, avremo la possibilità di ottenere un “dono speciale”, ossia un oggetto che possa esserci d'aiuto soprattutto nelle prime fasi del gioco: si va da una chiave universale, a un anello che aumenti la nostra salute, a un telescopio dall'utilizzo palese, e così via. Una rapida ritoccatina ai tratti somatici, alla corporatura e altri dettagli prettamente estetici, e siamo pronti a gettarci nella vicenda.
Vicenda che parte nientemeno che da una prigione, in cui il nostro “eroe”, già in condizione di non-morto, langue in attesa di perdere definitivamente la ragione.
Da un foro sul soffitto però qualcuno lascia cadere il cadavere di una guardia nelle cui tasche c'é la chiave della cella. Inizia così il tutorial, in cui armati solo di un mozzicone di spada dobbiamo superare gli zombie più innocui del gioco, già in grado di farci secchi se presi sottogamba. Ritroviamo immediatamente le meccaniche di base di Demon's Souls: i tasti laterali sono infatti associati alle due mani, uno per l'attacco veloce e uno per quello potente, che si trasformano in parate semplici e parate ad impatto quando imbracciamo uno scudo.
Anche la presenza del tasto scatto/rotolamento é immutata, così come quello per l'utilizzo dell'equipaggiamento selezionato e per passare all'impugnatura a due mani. La croce direzionale é ancora preposta alla selezione delle armi e dell'equipaggiamento, ma troviamo alcune novità nelle meccaniche: utilizzando i tasti d'attacco in connubio con l'analogico sinistro é infatti possibile sferrare calci o eseguire attacchi in salto. Mentre gironzoliamo nel cortile delle prigioni ci si para davanti un demone guardiano dal vago aspetto batrace di taglia considerevole: il suggerimento che ci arriva é quello, per il momento, di fuggire.