Darkwatch

di Andrea Casetti
Neanche troppi anni fa tutti noi recriminavamo la carenza, almeno sulle console, di sparatutto in soggettiva. La situazione, tuttavia, si è di recente ribaltata con la regolare comparsa sugli scaffali di una quantità industriale di titoli appartenenti al genere, di cui una buona fetta è caratterizzata da una qualità non indifferente. Capcom ha deciso di far parte del gruppo con questo Darkwatch, uno sparatutto ambientato nel far west del XIX secolo, ma con una buona dose di esseri demoniaci e fenomeni paranormali. Il nome della software house, tuttavia, non deve trarre in inganno: il gioco, a parte la presenza dei soliti non-morti, non si avvicina minimamente alla serie Resident Evil, se non altro per l'abbondanza di munizioni e, soprattutto, per l'assenza di quella tensione e quelle scene capaci di farvi sobbalzare sulla sedia, tipiche di RE.

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Stanotte la tua vita finirà...
In DW vengono narrate le gesta di Jericho Cross, un fuorilegge entrato nella leggenda per essersi trovato nel classico posto sbagliato al momento sbagliato: invece di assaltare uno dei tanti treni portavalori circolanti per l'Arizona, Jericho scelse proprio quello che trasportava un pericolosissimo demone di nome Lord Lazarus, facilitandone di fatto l'evasione. Riassaporata la libertà, Lazarus decise di ringraziare a suo modo il nostro povero Jericho, trasformandolo in un vampiro. A questo punto l'unica speranza di salvezza del nostro eroe era quella di collaborare con la Darkwatch (un'antica organizzazione segreta che ha come obiettivo quello di preservare la sopravvivenza della razza umana), al fine di eliminare Lord Lazarus e il suo esercito di non-morti.
Per fare ciò, Jericho disporrà di un arsenale di armi speciali, sviluppate apposta per combattere i demoni: si comincia con particolari revolver con proiettili d'argento, balestre, fucili da cecchino, carabine, ma anche lanciamissili e la devastante dinamite. Non fatevi però prendere dall'entusiasmo: come spesso accade nei moderni FPS, potrete portarvi appresso solo due armi per volta.

... Ma entrerai nella leggenda
Entrando nel merito del gioco, va detto in primis che la configurazione dei comandi risulta essere particolarmente efficace e intuitiva, rispecchiando l'ormai avvenuto consolidamento del genere su console. A giovarne è soprattutto la giocabilità, caratterizzata inoltre da un'azione frenetica: i livelli, proprio per la loro conformazione, non richiedono al giocatore di cimentarsi in fasi di esplorazione, bensì è sufficiente proseguire lungo il sentiero per incontrare i successivi nemici, evitando così di rompere il ritmo che risulta essere sempre elevato.
Tecnicamente parlando, questo DW sfoggia una grafica piacevole, con tutta una serie di chicche grafiche ben realizzate, come gli effetti luminosi e particellari. Anche il comparto sonoro fa il suo dovere, con una buona serie di effetti, a cui si accompagnano le voci, attualmente in madrelingua e sottotitolate in italiano.
I nemici sono piuttosto vari: i primi a soccombere al vostro fuoco saranno gli scheletri equipaggiati con armi bianche, ma poi dovrete vedervela anche con nemici armati, donne possedute, scheletri con in spalla un barile di esplosivo e così via.


Tecnicamente parlando...
Ciascun nemico è dotato della propria strategia di attacco e ciascuno è caratterizzato da una buona AI: non sarà infatti difficile vedere un nemico armato cercare riparo, uno scheletro zigzagare per evitare il vostro fuoco eccetera. Carenti di AI, invece, risultano essere i vostri compagni di viaggio, il cui destino è prestabilito: la loro fine avverrà al momento opportuno (come da copione) senza alcuna possibilità di vederli stramazzare al suolo in anticipo.
Le ambientazioni richiamano tutte l'atmosfera dark che ci si aspetterebbe da un gioco avente come protagonista un vampiro, ma non mancano gli stages alla luce del sole, come quello in cui dovrete liberare un fortino innevato dalle forze del male. In ogni caso il livello di dettaglio visto è buono, con un'elevata interagibilità assicurata dal motore fisico Havok 2, capace di gestire anche il distacco degli arti dei nemici a causa della vostra potenza di fuoco.

Da segnalare, infine, la possibilità di garantirsi un finale e, soprattutto, capacità di attacco differenti a seconda della condotta: tra le altre cose vi verrà chiesto di decidere il destino delle anime delle vittime che troverete lungo il vostro cammino. Se sceglierete di rimuovere l'infezione dalle loro vene opererete come "buoni", mentre se deciderete di approfittare della situazione per dar loro il colpo di grazia, opererete come "cattivo". Ciascun modo di agire avrà come conseguenza l'up-grade di alcune capacità invece che altre, come ad esempio la Paura e il potenziamento dei proiettili d'argento nel caso siate stati bravi, altre in caso contrario.

Tirando le somme
In conclusione, questo DW sembra avere le carte in regola per ben figurare nell'ormai sovraffollato genere degli sparatutto in soggettiva, ritagliandosi un posticino dedicato soprattutto a coloro che non digeriscono più le solite ambientazioni fantascientifiche o nel D-Day e dintorni: un sistema di controllo intuitivo e davvero ben calibrato, un comparto tecnico capace di fare una buona impressione (anche se non innovativo), la buona interagibilità con le ambientazioni e la possibilità di decidere di essere buoni o cattivi sono gli elementi che contraddistinguono questo DarkWatch, il quale non manca nemmeno di proporre sfide in multiplayer, sia in split screen che online.
Rimangono alcune piccole perplessità riguardanti la traduzione in italiano dei sottotitoli, che potrà tranquillamente essere risolta entro la versione definitiva, anche se auspichiamo che l'intero parlato venga trasposto in lingua nostrana. Staremo a vedere.