Days Gone
Nonostante sia stato fatto giocare durante la kermesse losangelina, di Days Gone si è sentito parlare in maniera moderata in questi ultimi mesi, nonostante l’uscita sia relativamente vicina, fissata per il prossimo 22 febbraio 2019.
L’appena conclusa Milan Games Week è stata l’occasione per toccare con mano il titolo di Sony Bend, che si è mostrato in due precise sezioni di gioco durante la fiera milanese.
ALLA RICERCA DEL PEZZO PERDUTO
La prima delle due sezioni proposte poneva l’accento su una piccola porzione di quest che, immaginiamo, sarà incastonata all’interno di un mondo decisamente più vasto e aperto, di cui non abbiamo potuto vedere nulla.
Deacon, il protagonista del gioco, doveva infiltrarsi all’interno di un campo per recuperare pezzi o carburante da una moto. Per farlo gli approcci da poter utilizzare erano due: diretto o stealth. Il primo è decisamente meno consigliato, soprattutto per una mancanza di materia prima, leggasi munizioni.
Abbiamo così deciso di avvicinarci al garage in maniera piuttosto sotto traccia, cercando di ignorare i gruppi più numerosi, ma provando a colpire alle spalle e in silenzio gli zombie isolati. Parlando dei nemici del gioco, due sono quelli in cui ci siamo imbattuti: gli zombie classici, che in questo gioco ricordano molto quelli visti in 28 Giorni Dopo di Danny Boyle o in World War Z: rapidi, scattanti e decisamente pericolosi. Tra questi si annidano anche dei “bambini zombie”, evidenti mutazioni di ragazzi molto giovani che, rispetto agli zombie classici, godendo di maggiore agilità, hanno la possibilità di arrampicarsi sui tetti, risultando temibili e soprattutto imprevedibili.
Tra una kill stealth e l’altra abbiamo anche avuto modo di toccare con mano la parte più squisitamente crafting del gioco; un piccolo assaggio giusto per appurare che la parte di ricerca dei materiali all’interno del mondo del gioco è centrale. Attraverso la pressione di un tasto apriremo un menù radiale utile per selezionare le armi, ma soprattutto per combinare gli oggetti tra loro per creare cose altrimenti introvabili, come ad esempio una mazza da baseball chiodata, decisamente più dannosa di una mazza normale.
La parte finale della demo ci ha invece messo davanti ad un gruppo di folli e fanatici che ci hanno raccontato un’ulteriore dimensione depravata e malata di questo mondo ormai comandato dagli zombie. Qui abbiamo avuto la possibilità di cimentarci nell’uso delle armi da fuoco, con un gunplay che necessita di alcuni aggiustamenti per diventare pienamente godibile.
UN’ORDA FAMELICA
La seconda parte della demo si è invece focalizzata sull’orda, una delle cose che sin dall’annuncio aveva maggiormente incuriosito il popolo del videogiocatori.
L’orda è una massa pericolosa, inarrestabile e in grado di uccidere il giocatore al primo contatto. Per poterla disperdere bisognava riuscire ad infliggere un certo quantitativo di danni specificato da una barra in costante discesa ad ogni colpo inferto.
In questa particolare fase di gioco bisogna scappare e gestire gli elementi ambientali (ma anche le preziosissime molotov) a nostro favore come tronchi di alberi legati tra loro da far cadere con giusto tempismo, camion che trasportato carburante in grado di creare una forte esplosione e i classici barili rossi.
Tra la possibilità di usare la moto e luoghi rialzati per rendere più difficile all’orda la possibilità di raggiungerci, si tratta di un gioco di astuzia, di rapidità e un pizzico di strategia. Dopo quattro tentativi andati a vuoto, siamo riusciti a sbarazzarci dell’orda, ma questo fa presagire che non sarà mai così semplice.
Durante la demo sono emerse alcune problematiche sul fronte tecnico e, ovviamente, siamo ancora nella più nebulosa nebbia per quel che riguarda l’open world e la trama che farà da sfondo alla vicenda. Ma per tutte queste cose ci sarà magari tempo per un altro hands on, e soprattutto per la review a ridosso dell’uscita del gioco.