Dead Island

di Andrea Bruni
Per quanto riguarda il succo del gameplay, invece, le sparatorie esagerate e i fantatrilioni di cannoni alla base dello shooter Gearbox sono invece più distanti che mai: dalle parti di Banoi si combatte perlopiù in corpo a corpo, con le armi da fuoco a rappresentare un lusso rarissimo e da preservare con la massima parsimonia. Nel più dei casi, saranno armi più o meno improvvisate a fornirci modi di spaccare crani più o meno frollati, esattamente come s'é visto nella serie di Condemned, tra combo, parate, calcioni "evasivi" e spirito d'iniziativa pronto nel caso il nostro utensile di morte dovesse cadere a pezzi per l'eccessivo uso, con l'unica differenza che qui ci sarà concesso un inventario capace di tenere a portata di mano una discreta scorta di armamenti extra.



La grandissima varietà di strumenti -convenzionali o meno- che ci daranno una mano a salvare la pelle, ci porta inoltre a una bella strizzata d'occhio verso un altro titolo "zombesco" di tutto rispetto quale Dead Rising: remi da canoa, tavole di legno, mannaie... tutto ciò su cui potremo mettere le mani nel nostro campo visivo fara brodo per respingere i famelici non morti, senza tante limitazioni se non la nostra prontezza. Al pari del secondo capitolo della saga di Capcom, avremo modo di raccogliere in giro anche oggetti apparentemente inutili, che però nei vari banchi da lavoro disseminati nell'area di gioco potremo impiegare come materie prime per assemblare armi speciali e più o meno stravaganti (ok, magari non così stravaganti se prendiamo come paragone Dead Rising 2...), previa la conoscenza delle corrispettive schematiche.

Sempre al pari di quel che abbiamo visto dai vari Frank West e Chuck Greene, una particolare enfasi sarà rivolta agli occasionali incontri con altri sopravvissuti, spesso in situazioni di pericolo, che ovviamente richiederanno il nostro intervento per non aggiungere una nuova tacca alla conta delle vittime. Comportarsi da buoni samaritani paga, visto che le persone salvate saranno felici di sdebitarci con oggetti, soldi o fornendoci l'accesso ad aree altrimenti irraggiungibili.

Non dimentichiamo che Dead Island é dichiaratamente un gioco incentrato sul multiplayer, che punta a far compagnia ai più popolari titoli in cooperativa, modalità che sta vivendo un momento di meritata popolarità. La prova di questa modalità (che sarà accessibile in ogni momento , con la possibilità di invitare amici e non a darci manforte anche nel corso di una sessione single player), seppur limitata a un solo spezzone di missione, ci ha dato un buon numero di indicazioni utili. Il gioco di squadra e l'unità del gruppo sono fortemente incoraggiate, complice anche il grado di minaccia non trascurabile che anche un semplice zombie "standard" può garantire.




Naturalmente é da precisare come la monotonia dei nostri nemici sarà felicemente spezzata dalla presenza di diversi non morti "speciali". Nella nostra escursione, abbiamo avuto il "piacere" di conoscerne alcuni: gli Infected, più veloci e aggressivi dei normali "colleghi"; i Ram, colossi capaci di violente cariche e virtualmente invulnerabili se non attaccatti da tergo; e gli esplosivi -letteralmente!- Drowners, da tenere a distanza se non si vuole finire vittime del loro attacco in stile kamikaze.

Nel segmento che abbiamo potuto provare, malgrado gli assalti dei cadaveri ambulanti non ha mai toccato numeri da battaglia campale, abbiamo notato un ritmo frizzante e adrenalinico il giusto, piacevole senza mai essre troppo frenetico, nonostante é balzata all'occhio qualche meccanica ancora da limare (come qualche imprecisione nella hitbox dei nemici), l'idea che ci siamo fatti é che Dead Island punta tantissimo sul puro divertimento, e si presenta con le carte in regola per poter dire la propria senza timore.
Anche dal lato tecnico quel che esce é un lavoro svolto con impegno e mestiere, risultando in un impatto visivo magari non da top del top, ma estremamente piacevole e soddisfacente, grazie a modelli di discreta fattura e ambienti curati fino al più minuscolo dei dettagli; un buon risultato, specie alla luce dei problemi spesso riscontrati da altre produzioni con alle spalle una gestazione lunga e apparentemente travagliata.

Dunque, a due mesi dall'uscita, Dead Island ha finalmente mostrato le proprie carte, e l'impressione é quella di un prodotto onestissimo, in grado di rivelarsi pienamente all'altezza di quello che il pubblico si aspetta. Possiamo quindi rimandare alla fine di quest'estate questa nuova apocalisse zombesca con immutata curiosità e interesse, augurandovi nel frattempo buone vacanze... magari suggerendovi, stavolta di optare per una più tranquilla settimana bianca...

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