Dead Man's Hand

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

Come diceva John Wayne, "un giorno senza sangue e' come un giorno senza sole". Dal vecchio calderone western degli intramontabili John Wayne, Clint Eastwood, Sergio Leone, film come Mezzogiorno di fuoco o Sfida all'Ok Corral, gli Human Head Studios attingono a piene mani per portare su schermo un fps classico, infarcito di chicche e trovate liberamente prese in prestito dal genere. Una sorta di divagazione sul tema.

Dal press kit in nostro possesso, appare chiaro già dalle prime battute che Dead Man's Hand abbia qualcosa di particolare, oltre l'ambientazione che per ovvii motivi ricalca stereotipi inusuali in questo genere di giochi. Intendiamoci: i programmatori non hanno dimostrato una grande vena creativa, ma hanno costruito una struttura di gioco lievemente differente da quella di un fps classico, vecchio stile. Nessuna sfida uno contro uno davanti a un saloon, ma nei panni di El Tejan sarete chiamati a sgominare avversari su avversari nel modo più stiloso possibile, in modo da guadagnare preziosi punti. L'idea è semplice quanto geniale, ma la realizzazione lascia il tempo che trova. Lungo il nostro cammino, capiterà sovente di poter sparare a qualche elemento del fondale in modo da uccidere un nemico nelle vicinanze ed effettuare così una sorta di combo. Gli elementi del fondale con cui interagire sono sempre più o meno gli stessi, con barili esplosivi da far esplodere o paletti da spezzare in due con una fucilata.


L'obiettivo è semplice: si individua il barile da far esplodere, si aspetta l'arrivo di qualche nemico nelle vicinanze quindi si spara, in modo che l'esplosione travolga il malcapitato di turno. Analogo discorso per i giganteschi massi posti sopra le teste di alcuni avversari, che inevitabilmente una volta sparati li andranno a schiacciare, o alcuni tetti sostenuti da paletti, che una volta abbattuti con un colpo si infrangeranno nella testa del nemico. Queste trovate risultano decisamente carine, e danno valore a un gameplay altrimenti sorretto da fragili basi, vista l'IA deficitaria dei nemici o i numerosi cali di frame rate che accompagnano tutta l'esperienza di gioco. Il discorso combo non finisce qua, ma sarà possibile acquisire altri punti facendo volare via il cappello dalla testa dei nemici, oppure colpendo numerosi oggetti particolari.


La trama ci vede vestire i panni di El Tejon che, una volta scappato dalla prigione, dovrà vendicarsi delle malefatte di una banda di farabutti (nove loschi figuri). Ad ogni stage avremo la possibilità di sbarazzarci di uno di questi, che reciteranno la parte del boss di fine livello. Da quanto visto finora, Dead Man's Hand mostra di avere alcuni lati positivi e originali, quali la completa compatibilità col servizio Xbox Live!, altri decisamente meno curati. Il discorso armi rientrerebbe a pieno merito nelle "cose da rivedere", visto il loro numero esiguo, anche se effettivamente l'ambientazione western è limitante in tal senso. Queste si dividono in pistole e vari tipi di fucile, più alcune chicche tra cui la dinamite, coltelli o le bottiglie di whisky. Analogo discorso è quello concernente il motore grafico che pur non appesantito da un numero elevato di poligoni su schermo, soffre di evidenti rallentamenti e di un frame rate che lascia a desiderare. Le premesse ci sono comunque tutte, sia perché il motore grafico è quello di Unreal, sia perché il motore fisico, il Karma, è davvero niente male. L'IA dei nemici è altalenante: questi si nascondo per ricaricare l'arma ed escono allo scoperto solo per sparare, ma la loro intelligenza è spesso deficitaria. Di certo non un problema di difficile risoluzione, e la speranza è quella che i programmatori si diano da fare per colmare qualche lacuna. Da Dead Man's Hand per ora è tutto, meglio passare la linea a un certo Unreal 2...

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