Dead or Alive 3

Dead or Alive 3
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Sembra ormai diventato uno standard: ogni nuova console deve avere un ottimo picchiaduro fra i titoli di punta. Così come fu per il Saturn con Virtua Fighter, per la PlayStation con Tekken, per il Dreamcast con Soul Calibur, e forse come sarà anche per i ragazzi di Nintendo, se le voci che vogliono Soul Calibur 2 su GameCube troveranno una conferma, anche Xbox ha voluto, per il suo lancio in grande stile, l'esclusiva per il terzo capitolo di Dead or Alive, la celeberrima serie di picchiaduro firmati Tecmo
Dead or Alive 3
Declamarvi l'estrema cura per il dettaglio del personaggio e dei fondali è superfluo, abbiamo la sensazione che l'attenzione sia catturata da ben altri particolari

La software house nipponica, divenuta famosa già nell'era degli 8-bit con titoli come Tecmo Bowl, Ninja Gaiden, e successivamente con le serie Monster Rancher e ovviamente Dead or Alive, lo scorso anno, durante il Tokyo Game Show, aveva annunciato un importante accordo con Microsoft per sviluppare videogiochi sulla loro console di "futura generazione", l'Xbox. Il sodalizio con Microsoft si é poi così ben perfezionato da garantire alla game machine di Bill Gates, l'esclusiva dell'ultimo capitolo di uno dei più acclamati picchiaduro in 3D degli ultimi tempi. Tale esclusiva, che inizialmente interessava solo il mercato giapponese e americano é stata recentemente estesa anche al mercato europeo
Pare proprio che le caratteristiche e le capacità tecniche di Xbox abbiano convinto i programmatori di Tecmo, che la console Microsoft fosse la piattaforma ideale per dare nuovo lustro alla fortunata serie di picchiaduro con un terzo capitolo, successore di quel Dead or Alive 2 che a marzo di quest'anno aveva venduto più di due milioni di unità nel mondo, raccogliendo entusiastici commenti da parte sia del pubblico che della critica e aggiudicandosi il premio come miglior "Fighting Game dell'anno" nel 2000
L'entusiasmo di Tecmo nei confronti di Xbox, si può cogliere anche dalle parole del Direttore Marketing di Tecmo Inc., John Inada, che in una recente intervista aveva elogiato le incredibili capacità sia grafiche che sonore della console di Microsoft. Inada é così sicuro della piena riuscita e dello strabiliante risultato finale che avrà il gioco in termini di qualità grafica, sonora e di giocabilità, da esser certo che Dead or Alive 3, segnerà un nuovo standard per il genere dei picchiaduro. Del resto come dargli torto... le immagini che fin ora sono circolate e quel poco che si é riuscito a vedere durante la passata edizione dell'E3, (purtroppo alla presentazione di Xbox era disponibile solo una demo non giocabile), ha lasciato tutti senza fiato
Dead or Alive 3
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Dead or Alive 3

Le premesse per fare di Dead or Alive 3 una delle "killer application" di Xbox ci sono tutte. Almeno a giudicare da ciò che si è visto durante la passata edizione dell'E3 e dalle dichiarazioni fatte dagli sviluppatori. Ovviamente al momento abbiamo per le mani tante belle promesse che potranno diventare realtà solo al momento dell'uscita del gioco. Alla fine, il successo di un picchiaduro dipende come sempre dalla giocabilità, ma siamo fiduciosi considerando il divertimento che la serie ci ha già offerto in passato.

Tatiana Saggioro

Non c'è alcun dubbio: se il debutto di Xbox all'E3 2001 ha destato qualche perplessità in alcuni colleghi, unanime e strordinariamente positiva è stata la reazione dinanzi al rolling demo di Dead or Alive 3, tecnicamente impressionante e dispensatore di alcuni scorci visivi che è ingeneroso definire solo "mozzafiato". Certo, come già detto nell'articolo la giocabilità è tutta da verificare così come l'architettura finale dei livelli e il dettaglio poligonale di tutti i personaggi, ma se è vera anche solo una piccola parte dell'affermazione di Tecmo secondo cui quanto mostrato rappresenta una versione completa neppure al 30% e se il gameplay rispecchierà e riprenderà quanto di buono la serie ha già dimostrato, possiamo aspettarci un titolo potenzialmente imperdibile. Incrociamo le dita e aspettiamo: l'autunno ci dirà se la semina avrà portato buoni frutti.

Matteo Camisasca