Dead Rising

di Tommaso Alisonno
Accostare il termine "Zombie" al nome della Capcom fa subito pensare al mega-filone di Resident Evil, e la cosa non è strana visto l'abnorme quantitativo di titoli che la saga conta. Molto più strano scoprire che nel Survival Horror di cui Keiji Inafune sta guidando lo sviluppo gli zombi abbondino, ma né l'Umbrella né la STAR centrino qualcosa. Parliamo di Dead Rising, un titolo che si ripromette di affrontare le tematiche degli zombi non tanto con l'atteggiamento "orrorifico" a cui siamo abituati, bensì con un approccio più "spavaldo", a livello di film americani di serie B quali "L'alba dei morti viventi" ma forse molto di più "L'Armata delle Tenebre". Il protagonista del gioco è un non meglio identificato "giornalista d'assalto", uno di quegli individui che armati solo di una macchina fotografica e di un fisico da orso grizzly si recano nelle zone di guerra a compiere servizi fotografici che poi rivendono ai migliori offerenti.


Non sono ancora noti gli eventi che lo portino, durante uno dei suoi viaggi a scopo giornalistico, a trovarsi in una città totalmente invasa dai morti viventi, ma il nostro amico sembra averne viste tante da non spaventarsi minimamente e decide che il monde dev'essere informato della notizia. Eccolo pertanto che mentre aspetta di ricevere soccorsi o anche semplicemente di trovare una maniera per fuggire dalla città, sarà impegnato a scattare il maggior numero di fotografie possibili: non è ancora chiaro in che misura questo particolare influenzerà il gameplaying, ma nel primo rolling-demo visionato si è dato largo spazio alla cosa, mostrando situazioni in cui scattare una foto non era certo un hobby di poco conto, come ad esempio il primo piano di un grassissimo poliziotto di quartiere ripreso nell'atto di azzannare il protagonista. Protagonista che, come è facile intuire dal suo citato curriculum, sarà tutt'altro che indifeso: oltre ad esibirsi in prese e mosse da lotta libera come solo i migliori wrestler professionisti saprebbero fare, non si esimerà assolutamente dall'imbracciare fucili e pistole per abbattere i grappoli (e di grappoli si potrebbe parlare) di morti viventi che gli si pareranno dinanzi. Non solo: tra le molteplici armi messe a sua disposizione trovano posto anche vari generi di oggetti contundenti (mazze, tubi metallici, spranghe, ecc), oltre ad attrezzi dell'identità truculenta (motoseghe) più altri che finora sono stati usati come armi solo nelle nostre più perverse fantasie (falciatrice da giardino).


Si parla inoltre della presenza di altri sopravvissuti, ma di molti di essi che non sino intenzionati alla collaborazione, rendendo nel gioco una sorta di ostacolo "versus Human": che sia un'indizio per sospettare il multiplayer? Le prime impressioni tecniche parlano di un dettaglio grafico non particolarmente eclatante, specie considerando il fatto che stiamo parlando di un progetto per una console di prossima generazione, ma che controbilancia questa carenza con un numero abnorme di modelli su schermo: la scena del protagonista che, asserragliato sopra un camioncino, vomita tonnellate di piombo su una folla oceanica inarrestabile di zombie affamati è veramente una dimostrazione impressionante delle capacità di calcolo in tempo reale della neonata Microsoft. Violenza gratuita, truculenza e schizzi di sangue su tutto l'ambiente dovranno però aspettare ancora un po', dato che ancora non è nota la data di rilascio.