Dead Space
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Giocando lo sterminato parco titoli Electronic Arts, nessuno si sarebbe accorto di una mancanza che, evidentemente, il publisher statunitense considera grave. Consultando la lista delle pubblicazioni, che comprende pietre miliari dell'intrattenimento elettronico, si nota infatti l'assenza di un qualsiasi esponente del genere survival horror, o meglio si notava, perché oggi anche questa lacuna é da considerarsi colmata. “Dead Space”, titolo in lavorazione presso il team di sviluppo interno di Redwood Shores, é infatti il primo survival horror targato Electronic Arts, ed a giudicare da quanto abbiamo visto qualche giorno fa in quel di Milano, uno dei più promettenti del momento; ora vi spieghiamo perché!
Lo spunto sul quale si baserà l'intera trama del gioco non é dei più originali, ma ha permesso agli sviluppatori di condensare in “Dead Space” la loro grande passione per il genere horror e per la fantascienza. In un futuro relativamente lontano, il progressivo esaurimento delle risorse naturali sul pianeta terra spingerà l'umanità ad esplorare i confini più remoti della galassia, al fine di localizzare mondi disabitati dai quali estrarre le materie prime utili alla sua sopravvivenza.
Questa corsa alle stelle spingerà le più grandi corporazioni terrestri ad organizzare flotte immense, da dirigere verso lo spazio profondo in cerca di nuove ricchezze. Isaac Clarke é un ingegnere esperto in telecomunicazioni e verrà inviato dalla corporazione presso cui lavora, la Concordance Extraction Corporation, sulla USG Ishimura, una delle navi spaziali di classe più elevata, per ripararne il sistema di comunicazione, che risulta da tempo in avaria.
Nessuno sulla Ishimura, però, potrà spiegare il problema ad Isaac, poiché gli uomini impiegati sulla nave sono stati contaminati dalla razza aliena dei Necromorphs , che ne ha distorto i lineamenti e le intenzioni. Non solo, l'attacco ha compromesso altri sistemi della nave, oltre quello per le comunicazioni, rendendola un luogo inospitale non solo per chi, come Isaac, é semplicemente un ingegnere. É chiaro a tutti che in “Dead Space” le citazioni si sprecheranno, a partire dal nome del protagonista, un curioso collage tra gli appellativi di due celebri autori di fantascienza, Isaac Asimov ed Arthur C. Clarke, fino ad arrivare alla Ishimura, una sorta di omaggio alla Nostromo, teatro del celebre lungometraggio “Alien”, diretto da Ridley Scott.
Dobbiamo quindi credere agli sviluppatori quando affermano di aver assimilato, attraverso il consumo di chili e chili di celluloide e di carta stampata, tutte le possibili varianti del termine: paura, che giurano di aver ricreato come mai era stato fatto prima in un videogioco. Effettivamente, la sensazione é che “Dead Space” riesca a tenere il giocatore in tensione senza ricorrere eccessivamente al banale spavento, ma alternando angusti e solitari corridoi a stanze aperte piene di nemici, minuti di silenzio a brevi quanto intensi rumori, zone di luce ad altrettante di buio assoluto.
La stessa natura dei Necromorphs e l'istinto bestiale che li caratterizza contribuiscono a disturbare il giocatore, che si sente costantemente inadeguato. In effetti, che Isaac non sia un muscoloso space marine lo si capisce subito, il suo fisico da ingegnere non gli permette di correre velocemente, o di compiere salti funambolici, ma la corazza tecnologica che indosserà per quasi tutto il gioco gli offrirà la possibilità di sopravvivere. L'impostazione scelta dagli sviluppatori per questo gioco é la terza persona, introdotta con successo da apprezzati survival horror come “Resident Evil 4”, ed oltre a farci percepire la fisicità del personaggio, ha permesso di eliminare qualsiasi forma di hud (interfaccia), in favore di una soluzione più organica.
Tutti i dati sensibili relativi al personaggio ed al suo equipaggiamento sono infatti integrati nella tuta tecnologica che, grazie ad alcuni indicatori luminosi, ci riassumerà efficacemente le condizioni psicofisiche di Isaac e lo stato del suo equipaggiamento. Questa idea, però, ha trovato la sua massima applicazione nell'inventario, un ologramma proiettato davanti al protagonista, la consultazione del quale non spezzerà l'azione di gioco. Come gli stessi sviluppatori hanno chiarito durante la presentazione, in “Dead Space” il menù di pausa in lo si potrà usare solo per andare al bagno, dovremo quindi cercare costantemente angolini tranquilli, dove rifugiarci per personalizzare l'equipaggiamento.
Non che sia una cosa semplice, nonostante l'intelligenza artificiale dei Necromorphs non sembri delle più raffinate, il loro istinto omicida li spingerà ad attaccare ed attaccare ancora, anche se gravemente feriti; non solo, saranno sempre in grado di analizzare la situazione e, nel caso, ritirarsi attraverso uno dei tanti passaggi della nave. I condotti di areazione, in particolar modo, offriranno agli orrendi alieni in fuga la possibilità di sorprenderci più avanti nel gioco, magari alle spalle; dopo uno scontro dovremo quindi assicurarci di aver effettivamente eliminato tutti i nemici e solo dopo averli resi innocui.
Il design dei Necromorphs e le stesse modalità di fuoco delle armi sembrano suggerire che il focus del gioco sia uno solo, il progressivo smembramento dei nemici. Come é stato puntualizzato durante l'evento, infatti, mirare al torso degli avversari non si rivelerà in nessun caso la soluzione migliore. Mirare ai numerosi e temibili arti dei Necromorphs, invece, li renderà inoffensivi ed eliminabili con semplicità. Naturalmente per aver ragione degli alieni avremo bisogno di armi particolari.
Quelle convenzionali, usate dal servizio di sicurezza della Ishimura, potranno poco o nulla contro gli incubi che purtroppo la popolano, ed ecco che Isaac si troverà per le mani tre utilissimi gingilli super tecnologici: una plasma gun, una stasis gun ed una gravity gun, che saranno utili tanto nelle fasi di combattimento, quanto in quelle di esplorazione e soluzione enigmi. Il gioco intervallerà infatti momenti estremamente lineari, ad altri dal respiro più ampio, che incoraggeranno l'esplorazione della nave con bonus e sfiziosi dettagli sulla trama.
Purtroppo non ci hanno mostrato le tanto attese locazioni a gravità zero, che dovrebbero assomigliare ai livelli di “Prey”, e quelle senza ossigeno, che siamo sicuri disturberanno il giocatore con il loro silenzio surreale. Tuttavia, il tempo per mostrarcele in anteprima c'é, il gioco é atteso per halloween, e per quella data “Dead Space” dovrebbe presentarsi apposto anche sotto il profilo tecnico. L'Unreal Engine 3 sembra essere stato sfruttato a dovere ed il gioco non lesina effetti video ed audio di ottima qualità.
L'ottima notizia é che il gioco, che ci é stato mostrato in tutte le sue versioni console, sembra girare indifferentemente su Xbox 360 e Playstation 3, a testimonianza di come i kit di sviluppo rilasciati da Sony per la sua nerissima console stiano diventando sempre più semplici da usare ed affidabili.
Lo spunto sul quale si baserà l'intera trama del gioco non é dei più originali, ma ha permesso agli sviluppatori di condensare in “Dead Space” la loro grande passione per il genere horror e per la fantascienza. In un futuro relativamente lontano, il progressivo esaurimento delle risorse naturali sul pianeta terra spingerà l'umanità ad esplorare i confini più remoti della galassia, al fine di localizzare mondi disabitati dai quali estrarre le materie prime utili alla sua sopravvivenza.
Questa corsa alle stelle spingerà le più grandi corporazioni terrestri ad organizzare flotte immense, da dirigere verso lo spazio profondo in cerca di nuove ricchezze. Isaac Clarke é un ingegnere esperto in telecomunicazioni e verrà inviato dalla corporazione presso cui lavora, la Concordance Extraction Corporation, sulla USG Ishimura, una delle navi spaziali di classe più elevata, per ripararne il sistema di comunicazione, che risulta da tempo in avaria.
Nessuno sulla Ishimura, però, potrà spiegare il problema ad Isaac, poiché gli uomini impiegati sulla nave sono stati contaminati dalla razza aliena dei Necromorphs , che ne ha distorto i lineamenti e le intenzioni. Non solo, l'attacco ha compromesso altri sistemi della nave, oltre quello per le comunicazioni, rendendola un luogo inospitale non solo per chi, come Isaac, é semplicemente un ingegnere. É chiaro a tutti che in “Dead Space” le citazioni si sprecheranno, a partire dal nome del protagonista, un curioso collage tra gli appellativi di due celebri autori di fantascienza, Isaac Asimov ed Arthur C. Clarke, fino ad arrivare alla Ishimura, una sorta di omaggio alla Nostromo, teatro del celebre lungometraggio “Alien”, diretto da Ridley Scott.
Dobbiamo quindi credere agli sviluppatori quando affermano di aver assimilato, attraverso il consumo di chili e chili di celluloide e di carta stampata, tutte le possibili varianti del termine: paura, che giurano di aver ricreato come mai era stato fatto prima in un videogioco. Effettivamente, la sensazione é che “Dead Space” riesca a tenere il giocatore in tensione senza ricorrere eccessivamente al banale spavento, ma alternando angusti e solitari corridoi a stanze aperte piene di nemici, minuti di silenzio a brevi quanto intensi rumori, zone di luce ad altrettante di buio assoluto.
La stessa natura dei Necromorphs e l'istinto bestiale che li caratterizza contribuiscono a disturbare il giocatore, che si sente costantemente inadeguato. In effetti, che Isaac non sia un muscoloso space marine lo si capisce subito, il suo fisico da ingegnere non gli permette di correre velocemente, o di compiere salti funambolici, ma la corazza tecnologica che indosserà per quasi tutto il gioco gli offrirà la possibilità di sopravvivere. L'impostazione scelta dagli sviluppatori per questo gioco é la terza persona, introdotta con successo da apprezzati survival horror come “Resident Evil 4”, ed oltre a farci percepire la fisicità del personaggio, ha permesso di eliminare qualsiasi forma di hud (interfaccia), in favore di una soluzione più organica.
Tutti i dati sensibili relativi al personaggio ed al suo equipaggiamento sono infatti integrati nella tuta tecnologica che, grazie ad alcuni indicatori luminosi, ci riassumerà efficacemente le condizioni psicofisiche di Isaac e lo stato del suo equipaggiamento. Questa idea, però, ha trovato la sua massima applicazione nell'inventario, un ologramma proiettato davanti al protagonista, la consultazione del quale non spezzerà l'azione di gioco. Come gli stessi sviluppatori hanno chiarito durante la presentazione, in “Dead Space” il menù di pausa in lo si potrà usare solo per andare al bagno, dovremo quindi cercare costantemente angolini tranquilli, dove rifugiarci per personalizzare l'equipaggiamento.
Non che sia una cosa semplice, nonostante l'intelligenza artificiale dei Necromorphs non sembri delle più raffinate, il loro istinto omicida li spingerà ad attaccare ed attaccare ancora, anche se gravemente feriti; non solo, saranno sempre in grado di analizzare la situazione e, nel caso, ritirarsi attraverso uno dei tanti passaggi della nave. I condotti di areazione, in particolar modo, offriranno agli orrendi alieni in fuga la possibilità di sorprenderci più avanti nel gioco, magari alle spalle; dopo uno scontro dovremo quindi assicurarci di aver effettivamente eliminato tutti i nemici e solo dopo averli resi innocui.
Il design dei Necromorphs e le stesse modalità di fuoco delle armi sembrano suggerire che il focus del gioco sia uno solo, il progressivo smembramento dei nemici. Come é stato puntualizzato durante l'evento, infatti, mirare al torso degli avversari non si rivelerà in nessun caso la soluzione migliore. Mirare ai numerosi e temibili arti dei Necromorphs, invece, li renderà inoffensivi ed eliminabili con semplicità. Naturalmente per aver ragione degli alieni avremo bisogno di armi particolari.
Quelle convenzionali, usate dal servizio di sicurezza della Ishimura, potranno poco o nulla contro gli incubi che purtroppo la popolano, ed ecco che Isaac si troverà per le mani tre utilissimi gingilli super tecnologici: una plasma gun, una stasis gun ed una gravity gun, che saranno utili tanto nelle fasi di combattimento, quanto in quelle di esplorazione e soluzione enigmi. Il gioco intervallerà infatti momenti estremamente lineari, ad altri dal respiro più ampio, che incoraggeranno l'esplorazione della nave con bonus e sfiziosi dettagli sulla trama.
Purtroppo non ci hanno mostrato le tanto attese locazioni a gravità zero, che dovrebbero assomigliare ai livelli di “Prey”, e quelle senza ossigeno, che siamo sicuri disturberanno il giocatore con il loro silenzio surreale. Tuttavia, il tempo per mostrarcele in anteprima c'é, il gioco é atteso per halloween, e per quella data “Dead Space” dovrebbe presentarsi apposto anche sotto il profilo tecnico. L'Unreal Engine 3 sembra essere stato sfruttato a dovere ed il gioco non lesina effetti video ed audio di ottima qualità.
L'ottima notizia é che il gioco, che ci é stato mostrato in tutte le sue versioni console, sembra girare indifferentemente su Xbox 360 e Playstation 3, a testimonianza di come i kit di sviluppo rilasciati da Sony per la sua nerissima console stiano diventando sempre più semplici da usare ed affidabili.