Demon Stone

di Tommaso Alisonno

Dagli sviluppatori dei StormFront Studios siamo stati abituati a rivivere le vicende degli Eroi dell'Anello: molti di noi hanno trascorso diverse piacevoli ore massacrando Orchi e Goblin nelle miniere di Moria o affrontando i Nazghul nei pressi di Minas Tirith. Adesso, gli stessi sviluppatori hanno deciso di abbandonare le tolkeniane vie della Terra di Mezzo per ambientare le loro battaglie in un mondo sicuramente più giovane ma non per questo meno apprezzato: i Reami Dimenticati (Forgotten Realms) di Faerun, già famosi in campo videludico con saghe come Baldur's Gate o addirittura il caro buon vecchio Eye of the Beholder, originariamente nati come ambientazione per Dungeons & Dragons ma ben presto sede di molteplici romanzi e saghe, tra cui spicca per prolissità e bellezza quella dell'Elfo Scuro Drizzt Do'Urden.
Non a caso nominiamo Drizzt, per quanto il Drow rinnegato centri poco con la vicenda dell'ormai prossimo Demon Stone (è prevista per lui solo una semplice comparsata, al pari di altri personaggi famosi di Faerun come Khelben "Blackstaff" Arunsun): l'intera vicenda narrata è infatti farina del capiente sacco del suo "papà", lo scrittore R.A.Salvatore, a cui gli sviluppatori si sono rivolti perché realizzasse una storia che fosse profonda ed intrecciata, a livelli insomma di una trama cinematografica, ma nel contempo zeppa di azione incalzante, combattimenti, nemici curati e dettagliati, e insomma quello che gli anglofili definirebbero "lots of gameplaying". Una trama, in poche parole, degna dei romanzi di Salvatore.


Nella fattispecie, la storia di Demon Stone parla di una guerra tra una popolazione di Slaad ed una di Githyanki, ossia due potenti e malvagie razze extraplanari, combattuta su Faerun e poi interrottasi grazie all'intervento di Khelben "Blackstaff", il quale rinchiuse i leader dei due schieramenti in una pietra demoniaca (Demon Stone, appunto). Oggi, a cento anni di distanza, tre avventurieri guidati dal destino rompono senza volerlo il sigillo posto sulla pietra, e sarà loro compito quello di rinvenire una nuova pietra e sigillare nuovamente le due potenze. Il giocatore è chiamato pertanto a guidare i tre personaggi nelle loro avventure, e quando scrivo "i tre personaggi" non intendo dire, come spesso capita, che ne potrà scegliere uno e lo guiderà per tutta la vicenda, ma proprio che dovrà ripetutamente alternarsi nella guida dei tre eroi, un guerriero, uno stregone e una ladra, sfruttando volta per volta le abilità peculiari di ciascuno dei tre fino al raggiungimento dei vari obiettivi. Se il guerriero, infatti, sarà presumibilmente la punta di diamante per tutte le situazioni di "mischia furiosa" grazie alla sua capacità di combattimento e alla sua maggiore resistenza ai danni, lo stregone sarà indubbiamente il più utile nel combattimento a distanza grazie ai suoi poteri magici, ed infine la ladra sarà l'unica a disporre di abilità atletiche e furtive quali il salto su piattaforme altrimenti irraggiungibili o il movimento silenzioso per giungere alle spalle dei nemici e finirli con un singolo colpo.


Sono inoltre previste situazioni in cui i tre eroi dovranno necessariamente unire le proprie forze in eroici attacchi "combinati" in modo da avere la meglio sugli avversari.
Dal materiale visionato finora è già possibile notare un accattivante lavoro di base a livello grafico, e salta subito all'occhio lo studio cinematografico delle inquadrature, caratteristica questa a cui i StormFront ci reso oramai avezzi. Il fatto di non essere più legati ad una trama famosa ed intoccabile come quella del Signore degli Anelli ed anzi di aver potuto discutere passo passo con Salvatore le possibili evoluzioni del gioco ha garantito agli sviluppatori una notevole libertà in più: possiamo tranquillamente dichiarare che in Demon Stone i StormFront hanno potuto implementare tutte quelle splendide idee che avrebbero voluto implementare nei precedenti giochi ma per le quali Tolkien sarebbe risorto dalla tomba gridando vendetta (e se ancora non l'ha fatto dopo le modifiche del film, vuol dire che si parla di variazioni consistenti). Preparatevi pertanto a fronteggiare le situazioni più disparate che un mondo fantasy in stile sword & sorcery può riservarci, ricordando tra l'altro che il bestiario di Dungeons & Dragons è sicuramente più pingue di quello classico tolkieniano, con la conseguenza che avremo da affrontare ben altro che i soliti Goblin: già molti di voi non avranno mai sentito parlare di Slaad e Githyanki, ma io già vi parlo anche di Bugbear, Yuan-ti, Ogre e altri bestioni ancora. La varietà dei nemici, dunque, sarà all'ordine del giorno in Demon Stone.

Una nota particolare per quanto riguarda il multiplayer: volendo cercare di creare un gioco che avvolgesse il singolo giocatore in tutto e per tutto in un'esperienza personale e inimitabile, la scelta degli sviluppatori è stata quella di bandire questa parola dal loro vocabolario. Indubbiamente ci avrebbe fatto piacere l'idea di poter giocare con uno o due amici, magari in split screen, ma c'è da dire che veramente il SinglePlayer garantisce un'atmosfera ed una gestione ottimizzata delle inquadrature che è difficile, se non impossibile, realizzare in Multy. Una scelta di posizione, insomma, che ricorda molto quella presa a suo tempo dalla Bethesda quando sviluppò Morrowind, e che nessuno mai osò dichiarare errata.
Poco altro da dire abbiamo su questo gioco, se non che l'uscita può essere considerata come molto attesa: uno sword & sorcery in tinte prettamente arcade ma con una varietà di gioco data dall'utilizzo simultaneo di tre personaggi differenti non è cosa da tutti i giorni, gli StormFront hanno dimostrato più volte di essere degli sviluppatori tecnicamente più che validi e nessuno potrebbe sollevare obiezioni sulla validità delle trame di Salvatore. In più non si solleverà nessun nuvolone di proteste dai fanatici puristi tolkieniani. Se vi pare...