Deus Ex: Human Revolution

di Tommaso Alisonno
Se ne parla da anni, e finalmente abbiamo avuto modo di provarlo con mano, comodamente seduti nell'intimità redazionale, con il giusto tempo a nostra disposizione: stiamo parlando di Deus Ex Human Revolution, terzo capitolo della saga iniziata nel 2000, ma primo in ordine cronologico trattandosi di un prequel. L'episodio é infatti ambientato nell'anno 2027 e vede come protagonista Adam Jensen, capo della sicurezza privata della Sarif Industries, una delle varie - e potentissime - multinazionali che studiano e producono parti cibernetiche, dagli innesti neurali agli arti artificiali, impegnate insomma in quella parte della biomeccanica nota come “Potenziamento Umano” (“Human Augmentation” in lingua originale).



La prima che cosa che si assimila prendendo in mano il controller é l'atmosfera che trasuda nell'ambientazione: DEHR si svolge in un mondo in cui la presenza di individui potenziati é quasi normale, ma non tutti li accettano. L'utilizzo della biomeccanica come semplice compendio alla medicina, ossia per risolvere problemi, deficienze o traumi fisici, é trasceso nella possibilità di acquistare liberamente le parti cibernetiche, e non tutti condividono al moralità della cosa. Ecco pertanto che, mentre le megacorporazioni lottano per il predominio economico sul business, i gruppi di “puristi” contrari al potenziamento biomeccanico si moltiplicano.

All'inizio della vicenda, Adam sta preparando una trasferta a Washington con i vertici dell'industria, tra cui il fondatore David Sarif e la dottoressa Megan Reed, autrice di un'importante scoperta (non meglio specificata) nonché tenera (ahem) amica di Jensen. Il laboratorio viene però attaccato da alcuni individui con tute nere, alcuni dei quali potenziati più o meno vistosamente. Jensen viene gravemente ferito e deve assistere impotente all'aggressione della donna amata prima di svenire. Ci vorranno sei mesi e molte cure mediche perché il protagonista torni operativo, con braccia e gambe nuove di zecca e gran parte degli organi interni sostituiti, tutto a spese della Sarif. Il modo in cui Adam deciderà di utilizzare questi potenziamenti, é però nelle vostre mani.




Preso nella sua essenzialità nuda e cruda, si potrebbe far rientrare DEHR nella categoria degli FPS: quando l'azione entra nel vivo, l'interfaccia sarà infatti quella classica degli sparatutto, sebbene con un occhio di riguardo per la ricerca dei punti di copertura. Adam non é tipo da andare a terra per un singolo proiettile, e i suoi dispositivi autorigeneranti possono riportalo a una condizione ottimale in meno di un minuto anche dopo aver subito gravi danni; ciò non toglie che attacchi ripetuti, anche solo da una normale pistola, possano rapidamente terminare il lavoro iniziato dagli aggressori sei mesi prima.

Ma uno degli elementi più interessanti della serie Deus Ex é il fatto che le varie parti delle missioni siano di norma organizzate in modo che ci siano più tattiche per superarle, di cui l'attacco frontale costituisce solo il più elementare - e pericoloso! Tanto per cominciare, un approccio stealth può spesso fare la differenza: ecco pertanto che solitamente sarà possibile scivolare da un nascondiglio all'altro, in modo da prendere gli avversari separatamente e di sorpresa. Se Jensen riuscirà a giungere a portata, potrà stordirli o ucciderli con una tecnica di corpo a corpo, ma anche “seccarli” da una discreta copertura o narcotizzarli con le apposite armi può rivelarsi un'ottima tecnica.

In secondo luogo, salvo casi particolari (come l'incontro con un personaggio-chiave o un boss) le varie aree potranno essere superate seguendo percorsi alternativi: passare dalle fogne, dai tetti o dai condotti d'aerazione sono tutti metodi discreti per raggiungere l'obiettivo senza neanche preoccuparsi di guardie, telecamere di sicurezza, torrette automatiche, robot e quant'altro. Inoltre, nel gioco ci sarà un'ampia presenza di sistemi di sicurezza informatica: per aprire una porta, per esempio, potrebbe essere necessario rinvenire il codice di sicurezza, oppure adoperare la via più breve hackerando il sistema. In quest'ultimo caso si attiverà un sottogioco in cui dovrete cercare di raggiungere il “core” della rete informatica prima che le difese del sistema vi individuino e vi espellano.