Diablo III

di Fabio Fundoni
Diavolo in me

Anno Domini 1996: a San Mateo, California, gli studi della Blizzard Entertainment danno vita a Diablo, un nome che da quel momento, irromperà di prepotenza negli annali dei videogame, diventando quasi un sinonimo per i giochi di ruolo “hack & slash”, dove più di tattica e strategie, é un'azione frenetica e incessante a reclamare il ruolo di protagonista. Atmosfere gotiche, ambientazioni in chiaroscuro, gameplay non certo vario ma fascinoso, tutti ingredienti per un successo planetario universalmente riconosciuto. Prendi un eroe solo e mettilo a combattere orde sterminate composte di temibili avversari, con un ampio campionario di abilità utilizzabili e armi ed armature di ogni fattura da equipaggiare.



Non certo secondario il supporto di Battle.net, servizio di gioco online che dal 1997 permise a milioni di giocatori di sfidarsi nella grande rete al comando dei propri personaggi, fra duelli all'ultimo sangue o missioni tra amici alla ricerca di qualche tesoro. Un supporto talmente riuscito al punto d'essere più di un semplice valore aggiunto, ma una vera motivazione per addentrarsi nel mondo creato dalla Blizzard, lungimirante sino ad ampliarne le funzioni e basarci le partite online di altre sue pietre miliari come StarCraft e Warcraft II & III, con picchi d'utenza in grado di far impallidire chiunque.

Un simile successo non poteva rimanere isolato, traducendosi nel 2000 nell'uscita sul mercato di Diablo 2, seguito del primo capitolo e portatore di diverse novità nel gameplay, non rivoluzionato, ma sostanzialmente arricchito e dotato di nuovi spunti. Un cast di nuovi personaggi impegnato a sconfiggere i Signori del Male, vincente nella trama e vincente nelle classifiche di vendita, con un nuovo successo su scala planetaria, segnando ancora una volta i termini di confronto per i giochi del genere. Facile comprendere come un passato tanto glorioso abbia da sempre generato una mastodontica aspettativa e speranza per un ipotetica terza incarnazione di Diablo, in una continua rincorsa tra rumors e smentite più o meno convinte degli sviluppatori. Ma il 28 di Giugno scorso, dopo otto lunghi anni d'attesa, é finalmente arrivato l'annuncio che milioni di videogiocatori aspettavano: Blizzard é al lavoro su Diablo III e abbiamo potuto già saggiare i primi frutti del suo impegno!


... e ciascuno ha il diavolo che si merita...
E' stato il Blizzard Entertainment Worldwide tenutosi a Parigi l'occasione per la notizia, non semplice dichiarazione d'intenti, ma motivo per mostrare un lavoro già iniziato e tenuto segreto da circa due anni. Quel che é stato fatto vedere, ha chiarito in primis che la bussola del team californiano continua a puntare la strada dell'hack & slash, senza cercare improbabili cambi di rotta. A calamitare gli sguardi di tutti gli interessati, sono state le prime due classi presentate delle cinque che saranno disponibili nel prodotto finale. Per gli amanti della forza bruta, ecco mostrarsi il Barbaro, tutto muscoli e pronto a brandire le armi più pesanti per farsi strada in mezzo goblin e orchi, e il Witch Doctor , personaggio in cui magia e poteri d'evocazione si fondono per sfruttare una vasta gamma d'incantesimi. Entrambi paiono ricalcare quel che Diablo ci ha abituati a vedere e giocare, tra carneficine all'arma bianca e sortilegi per mettere in fuga le orde nemiche o evocare muri di non-morti in nostra difesa.



Chi vorrà immergersi in questa nuova avventura dovrà, infatti, limitarsi a decidere il sesso del proprio personaggio e una delle cinque classi selezionabili (che verranno presentante in seguito). Accumulando punti esperienza negli scontri, sarà logicamente possibile decidere come evolvere il proprio avatar, in base alle abilità che si vorranno sviluppare. Il legame con il passato é assicurato dalla trama. Ci troveremo sempre nel mondo di Sanctuary, vent'anni dopo la fine degli eventi di Diablo II. Sebbene il male sembrasse allontanato, gli orrori infernali stanno nuovamente facendo capolino. Gli eroi che riuscirono a sconfiggere il male sono ormai sull'orlo dell'insanità mentale a causa del terrore a cui hanno assistito e, la popolazione delle città, pare ignorare il pericolo che si profila. Quale migliore occasione per tornare a vibrare le nostre lame sulla carne dei demoni?

Anche se gli anni virtuali sono passati in gran numero, i giocatori di vecchia data potranno trovare diversi punti d'unione con i precedenti titoli, partendo dall'ambientazione dove compare la città di New Tristram (sorta sulle ceneri di Tristram, villaggio che molti appassionati ricorderanno), sino ad arrivare al tanto vecchio quanto saggio Deckard Cain, vero punto fisso presente in ogni capitolo della saga. La trama promette l'inserimento di nuovi personaggi non giocanti e l'opportunità di tornare nei luoghi dei precedenti episodi, senza dimenticare una nutrita quantità di location nuove, straripati nemici e oggetti da conquistare.


La tecnocrazia del Maligno
Nonostante il materiale mostrato sia decisamente ancora appartenente ad una versione molto acerba del gioco, in casa Blizzard si ha tutta l'intenzione di sfruttare le nuove tecnologie per rendere l'esperienza di gioco il più immersiva possibile. Se era scontato l'inserimento di un nuovo motore grafico per esaltare i modelli tridimensionali mossi sullo schermo, segnaliamo l'interessante decisione di dedicarsi al famoso motore havok per la gestione fisica. La scelta permette, infatti, di aumentare considerevolmente l'interattività dei personaggi con oggetti e ambientazioni. Attacchi e movimenti si tradurranno così anche in effetti visibili su tutto quello che circonderà i nostri eroi, donando maggiore credibilità all'azione.

Il gameplay rimarrà logicamente legato alla tradizione, permettendo con pochi “click” del proprio mouse di attaccare gli antagonisti e utilizzare oggetti o capacità speciali acquisite. Semplicità d'approccio e possibilità per qualsiasi categoria d'utente di divertirsi, soprattutto tenendo conto che, nonostante nessuna decisione sia stata ancora presa a riguardo, molto probabilmente sarà possibile cimentarsi in livelli di difficoltà vari e adatti a qualsiasi “palato”. Altri punti fissi saranno i dungeon, creati casualmente di volta in volta e disseminati (oltre che dei già citati mostri) di trappole più o meno letali, andando a creare un meccanismo che da sempre rende i giochi della saga virtualmente rigiocabili all'infinito.

Se uno dei punti chiave del primo Diablo fu la pressoché perfetta (benché graduale) implementazione del gioco online tramite Battle.net, Diablo III non abbandonerà una delle sue colonne portanti. Sarà logicamente possibile dedicarsi all'esplorazione in solitaria del mondo per accrescere i propri poteri, ma Blizzard ha fatto presente che, visto che la maggioranza dei giocatori di Diablo ha sempre espresso pareri negativi verso la pratica dei Player Killer (utenti votati ad uccidere i personaggi di altri giocatori), saranno presi provvedimenti per limitare il più possibile la cosa, in modo da rendere l'esperienza su Battle.net godibile a chiunque, dall'esperto al novizio. Sarà dunque la modalità cooperativa a farla da padrone, viste anche le vaste aree da esplorare.

Se vi state chiedendo quando potrete finalmente mettere le vostre mani sulla versione definitiva del titolo, vi ricordiamo che la Blizzard é intenzionata a seguire anche questa volta la filosofia secondo cui i videogame devono raggiungere i negozi “quando sono pronti”. In soldoni, non é ancora possibile ipotizzare una data d'uscita, vista la scelta degli sviluppatori di non porsi particolari limiti, in nome di una release il più completa possibile. Segnaliamo comunque che Diablo III sarà disponibile sia per pc che per Macintosh, e il lancio avverrà molto probabilmente in contemporanea sui maggiori mercati mondiali. L'impazienza é palpabile, ma questa é solo la prima tappa d'avvicinamento per quella che si preannuncia come una nuova leggenda...