Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII
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Gironzolando per la rete in cerca di discussioni su Final Fantasy VII, si trova spesso la domanda "Great game or GREATEST game?" ("un grande gioco oppure il più grande gioco?"). Che il titolo dell'allora Squaresoft, oggi Square-Enix (che per la prima volta si affacciava sul mondo delle console a 32 bit), fosse un capolavoro di trama e di giocabilità nell'universo dei JRPG è un dato di fatto, tanto da essere poi preso come "punto di riferimento" per praticamente tutti i giochi seguenti nonostante la grafica fosse in realtà ben al disotto delle capacità della PS1. Non a caso, a distanza di quasi 10 anni (FFVII uscì infatti nel 1997), ancora si parla di questo gioco come forse il migliore della serie (per quanto non manchino i fanatici di altri capitoli, primi fra tutti il VI e l'VIII), tanto che la Square-Enix ha realizzato il suo secondo lungometraggio in Computer Grafica proprio nel mondo di FFVII: stiamo parlando di quel Advent Children che ha stupito il pubblico di tutto il mondo. Ancora: alla presentazione della PS3 all'E3 2005, Squeenix (come la chiamano i simpaticoni) presentò una tech-demo che riproduceva in tempo reale la cinematica iniziale proprio del settimo capitolo, facendo così nascere la leggenda metropolitana che fosse in preparazione un remake (speriamo bene!).
Ed ecco che arriviamo a parlare di questo Dirge of Cerberus, il primo sequel giocabile di questo capolavoro tanto amato. La vicenda si svolge tre anni dopo la fine del gioco, e pertanto l'anno seguente gli eventi narrati in Advent Children (eventi di cui DoC non farà mai riferimento, rimanendo pertanto legato solo alla trama dell'originale FFVII). Protagonista è Vincent Valentine, il pistolero resuscitato (non-morto? Probabilmente...) che nel titolo del '97 era addirittura un personaggio opzionale, "segreto", da poter avere nel party solo in seguito ad una particolare sotto-quest, e nonostante ciò piuttosto importante nel contesto della trama. Si dà il caso infatti che Vincent, quando ancora era in vita, avrebbe potuto opporsi alla nascita di Sephiroth, o perlomeno questo è il rimorso che l'ha attanagliato per anni, insieme all'odio per lo scienziato pazzo Hojo.
Ora però sono passati anni, Sephiroth e Hojo sono storia dimenticata, e V.V. vive in un mondo strano e diverso da quello che conosceva, o forse è lui ad essere diverso. In questo scenario di conflitto personale, il pistolero si ritrova improvvisamente coinvolto in una nuova guerra: una forza armata di cyborg potenziati dal Mako (l'energia pura del pianeta) chiamati Deepground, capitanati dai misteriosi Tsviets, aggredisce infatti città e villaggi, uccidendo apparentemente indiscriminatamente uomini, donne e bambini, e sequestrandone altri, secondo criteri di selezione solo a loro noti. Vincent, volente o nolente, dovrà riprendere in mano la sua fedele Cerberus (una pistola di grosso calibro con tre bocche da fuoco) e aprirsi a forza di pallottole un varco tra i nemici e attraverso i muri e le nebbie del suo passato.
Tutto questo per introdurre la notizia che molti fanatici di FFVII troveranno traumatica: DoC non è infatti un gioco di ruolo, per quanto sia prevista una progressione sia del personaggio sia dell'equipaggiamento, ma piuttosto uno sparatutto in terza persona. Vincent potrà correre, accovacciarsi, saltare e eseguire capriole, combattere in corpo a corpo, occasionalmente trasformarsi in "Gallian Beast" e sbranare gli avversari, ma nella stragrande maggioranza dei casi passerà il tempo a vomitare piombo contro i nemici, intenti a loro volta a ricambiargli il favore. Qualcuno ha parlato di "punto di incontro tra Final Fantasy e Devil May Cry", commento suscitato soprattutto dall'innegabile somiglianza stilistica tra V.V. e il buon Dante della Capcom; in realtà, però, con una prova su strada della versione NTSC ci si accorge subito di come il gioco sia anche più FPS-oriented, tanto che sarà possibile addirittura giocare tramite tastiera e mouse collegati alle porte USB della PS2. Nella versione Europea non sarà previsto il MultuPlayer, in quanto questo necessitava nelle versioni NTSC del supporto Hard-Disc, mai arrivato nel vecchio continente. Tralasciando eventuali commenti tecnici, che ci serbiamo per la più opportuna sede di recensione definitiva e per i quali lasciamo la parola agli screenshot, ci limitiamo ora a fare un'osservazione di natura "affettiva": quanta parte del pubblico apprezzerà un lavoro così "ibrido"?
DoC è sicuramente un gioco da affrontare con mente aperta e polivalenza di gusti: per poterlo apprezzare sarà infatti necessario non solo aver amato alla follia FFVII, ma anche essere dei cultori o comunque dei simpatizzanti di FPS, e soprattutto essere abbastanza umili da accettare la "fusione" tra le due cose senza gridare all'Eresia. Quanti giocatori hanno questa fortuna? E quanti, invece, sono dei JRPG-isti incalliti che hanno gli FPS come il fumo negli occhi, o viceversa dei FPS-isti incalliti che non hanno mai giocato un JRPG per più di cinque minuti prima di targarlo come "noioso"? In un mondo estremamente fazioso e settoriale come quello dei videogiochi, Squeenix sfida le convenzioni creando un pericoloso ibrido, e lo fa rischiando proprio la fama del suo gioiello per eccellenza: che sia questa una manovra commerciale atta a vendere solo per via del nome?
Ai posteri, o meglio ancora, a novembre l'ardua sentenza...
Ed ecco che arriviamo a parlare di questo Dirge of Cerberus, il primo sequel giocabile di questo capolavoro tanto amato. La vicenda si svolge tre anni dopo la fine del gioco, e pertanto l'anno seguente gli eventi narrati in Advent Children (eventi di cui DoC non farà mai riferimento, rimanendo pertanto legato solo alla trama dell'originale FFVII). Protagonista è Vincent Valentine, il pistolero resuscitato (non-morto? Probabilmente...) che nel titolo del '97 era addirittura un personaggio opzionale, "segreto", da poter avere nel party solo in seguito ad una particolare sotto-quest, e nonostante ciò piuttosto importante nel contesto della trama. Si dà il caso infatti che Vincent, quando ancora era in vita, avrebbe potuto opporsi alla nascita di Sephiroth, o perlomeno questo è il rimorso che l'ha attanagliato per anni, insieme all'odio per lo scienziato pazzo Hojo.
Ora però sono passati anni, Sephiroth e Hojo sono storia dimenticata, e V.V. vive in un mondo strano e diverso da quello che conosceva, o forse è lui ad essere diverso. In questo scenario di conflitto personale, il pistolero si ritrova improvvisamente coinvolto in una nuova guerra: una forza armata di cyborg potenziati dal Mako (l'energia pura del pianeta) chiamati Deepground, capitanati dai misteriosi Tsviets, aggredisce infatti città e villaggi, uccidendo apparentemente indiscriminatamente uomini, donne e bambini, e sequestrandone altri, secondo criteri di selezione solo a loro noti. Vincent, volente o nolente, dovrà riprendere in mano la sua fedele Cerberus (una pistola di grosso calibro con tre bocche da fuoco) e aprirsi a forza di pallottole un varco tra i nemici e attraverso i muri e le nebbie del suo passato.
Tutto questo per introdurre la notizia che molti fanatici di FFVII troveranno traumatica: DoC non è infatti un gioco di ruolo, per quanto sia prevista una progressione sia del personaggio sia dell'equipaggiamento, ma piuttosto uno sparatutto in terza persona. Vincent potrà correre, accovacciarsi, saltare e eseguire capriole, combattere in corpo a corpo, occasionalmente trasformarsi in "Gallian Beast" e sbranare gli avversari, ma nella stragrande maggioranza dei casi passerà il tempo a vomitare piombo contro i nemici, intenti a loro volta a ricambiargli il favore. Qualcuno ha parlato di "punto di incontro tra Final Fantasy e Devil May Cry", commento suscitato soprattutto dall'innegabile somiglianza stilistica tra V.V. e il buon Dante della Capcom; in realtà, però, con una prova su strada della versione NTSC ci si accorge subito di come il gioco sia anche più FPS-oriented, tanto che sarà possibile addirittura giocare tramite tastiera e mouse collegati alle porte USB della PS2. Nella versione Europea non sarà previsto il MultuPlayer, in quanto questo necessitava nelle versioni NTSC del supporto Hard-Disc, mai arrivato nel vecchio continente. Tralasciando eventuali commenti tecnici, che ci serbiamo per la più opportuna sede di recensione definitiva e per i quali lasciamo la parola agli screenshot, ci limitiamo ora a fare un'osservazione di natura "affettiva": quanta parte del pubblico apprezzerà un lavoro così "ibrido"?
DoC è sicuramente un gioco da affrontare con mente aperta e polivalenza di gusti: per poterlo apprezzare sarà infatti necessario non solo aver amato alla follia FFVII, ma anche essere dei cultori o comunque dei simpatizzanti di FPS, e soprattutto essere abbastanza umili da accettare la "fusione" tra le due cose senza gridare all'Eresia. Quanti giocatori hanno questa fortuna? E quanti, invece, sono dei JRPG-isti incalliti che hanno gli FPS come il fumo negli occhi, o viceversa dei FPS-isti incalliti che non hanno mai giocato un JRPG per più di cinque minuti prima di targarlo come "noioso"? In un mondo estremamente fazioso e settoriale come quello dei videogiochi, Squeenix sfida le convenzioni creando un pericoloso ibrido, e lo fa rischiando proprio la fama del suo gioiello per eccellenza: che sia questa una manovra commerciale atta a vendere solo per via del nome?
Ai posteri, o meglio ancora, a novembre l'ardua sentenza...